Un thali del Bengala |
Come
accennato in un precedente post d’introduzione generale (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2017/06/il-thali.html),
il thali ha una vastissima diffusione geografica, motivo per cui ne esistono
numerose versioni.
Tra
le varianti regionali le più caratteristiche, cui faremo un breve accenno, sono
quelle del Gujarat, del Punjab, del Bengala, dell’India del sud e del Nepal.
Il
Gujarat è la roccaforte del thali per almeno due buoni motivi.
Innanzitutto
è uno dei pochi posti rimasti dove il thali viene servito fino a sazietà dei
clienti, con i ristoranti che servono cibo a ciclo continuo.
Altro
motivo del successo dei thali del Gujarat è la peculiarità della cucina
gujarati che si distingue abbastanza chiaramente dagli altri stati dell’India
del nord.
Grazie
alla ricchezza culturale ha infatti subito numerose influenze che hanno col
tempo caratterizzato anche la cucina.
Ad
esempio l’influenza della cultura jaina ha favorito il diffuso vegetarianesimo
ed un uso più moderato di spezie sostituito da latticini che rendono alcuni
piatti quasi dolciastri, seppur sempre molto piccanti.
Il
lungo periodo sotto regnanti mussulmani ha favorito invece la diffusione del
pane, nonostante il Gujarat sia piuttosto caldo ed il clima favorisca la
coltivazione del riso rispetto ai farinacei.
La
cucina punjabi è ormai conosciuta in tutto il mondo per i ricchi piatti a base
di legumi e carne, e l’uso del formo tandoori.
In
particolare un thali del Punjab potrebbe essere considerato il migliore per
quanto riguarda quelli non-vegetariani.
L’utilizzo
del forno tandoori è intanto garanzia di ottimi chapati e naan, con il pane di
gran lunga preferito al riso.
Come
dal, il Punjab è noto per la versione chiamata dal-makhani, letteralmente
lenticchie al burro, decisamente più ricco e saporito del dal plain che viene
solitamente servito nei thali indiani.
Tra
le pietanze è lecito aspettarsi del pollo tandoori o qualche spiedino, ma sono
molto diffusi anche sostanziosi curry a base di pollo o montone.
Anche
la regione del Bengala può vantare una peculiare cucina, la cui caratteristica
è data dall’ampio consumo di pesce, estremamente abbondante sia in mare che nei
numerosi corsi d’acqua che compongono il delta fluviale più grande al mondo
(per ulteriori dettagli http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2017/07/la-regione-del-bengala.html).
Nonostante
la lunga dominazione mussulmana, a causa del clima e del territorio decisamente
più favorevoli alla coltivazione di riso che di farinacei, il pane non è molto
diffuso ed i thali del Bengala prevedono solitamente solo riso.
Il
dal non presenta particolari caratteristiche, mentre tra le verdure si può
notare un forte utilizzo di melanzane.
I
piatti a base di pesce tipici bengalesi sono davvero numerosissimi, grazie,
come già accennato, all’abbondanza di specie disponibili sia d’acqua dolce che
salata.
Nella
maggior parte dei casi si tratta di brodini o sughi speziati che accompagnano
varie parti di pesce, ma è anche comune semplicemente fritto.
Il
bengala è noto anche per i dolci, tra cui il tradizionale rasgulla, una pallina
di semolino e formaggio a fiocchi imbevuta in sciroppo di zucchero, che ci si
aspetterebbe servito in un thali tipico del Bengala.
Un thali nepalese |
La
cultura del sud dell’India è leggermente diversa da quella del nord e come tale
lo è anche la sua cucina.
Dato
il clima caldo e umido, il riso è favorito al pane, ed è molto usata anche la
sua farina, in genere insieme a quella di lenticchie.
Anche
l’uso di spezie è leggermente inferiore, mentre si segnala l’apprezzato
utilizzo di olio di cocco.
Come
in Bengala, anche nelle regioni costiere del sud dell’India viene consumato molto
pesce, grazie alla notevole pescosità sia del Mare Arabico a ovest che dell’Oceano
Indiano a est.
Altra
particolarità del thali del sud è di essere spesso servito su grandi foglie di
banano e consumato con le mani.
Quest’ultima
pratica resiste ancora in molte parti del subcontinente ma sta lentamente
sparendo, visto che nei locali pubblici risulta poco comoda e poco elegante, e
l’alternativa è un semplice cucchiaio.
Il
thali in Nepal viene chiamato dal-bhat-tarkari,
lenticchie, riso e verdure, spesso abbreviato in dal-bhat, ma talvolta anche detto
sempicemente khana, cibo.
Rispetto
al vicino nord dell’India, il thali nepalese è leggermente più consistente e
saporito, seppur meno vario, visto che si presenta pressoché identico in tutto
il paese.
Nonostante
la discreta produzione di farinacei, in Nepal il companatico è il riso,
probabilmente per questioni economiche e forse anche storiche, non essendo mai
stato conquistato dai mussulmani che favorivano la diffusione del pane.
Il
riso comunque può essere sia il comune basmati o altre tipologie importate dall’India,
ma spesso se ne trovano anche di qualità locali piuttosto apprezzate.
Il
dal nepalese è solitamente più denso e gustoso di quello liscio servito nei
thali indiani, grazie all’abbondante produzione di legumi.
Le pietanze
di verdure sono solitamente due: patate speziate e verdure a foglia saltate.
Le
uniche varianti di un certo rilievo sono divise su base etnica, con i thali
newari e quelli thakali.
I
newari, l’etnia originaria della Valle di Kathmandu, sebbene abbiano perso il
potere politico da molti secoli, continuano ad essere tra le etnie più ricche e
la loro cucina si distingue per l’abbondante uso di carne; in un thali newari
ci si può quindi aspettare anche una pietanza non-vegetariana, come ad esempio
il chunla, carne di bufalo tritata e
speziata.
I
thakali sono invece un’etnica originaria delle colline e montagne della zona di
Pokhara ed hanno una cucina particolarmente varia grazie all’abbondanza di
ottimi prodotti collinari, ma anche di altra provenienza, essendo in molti casi
dediti al commercio ed avendo quindi la possibilità di ottenere merci d’importazione.
Nessun commento:
Posta un commento