Nonostante
le modeste dimensioni del territorio, il Nepal ospita un numero
sorprendentemente alto di specie di uccelli.
Per
avere dei termini di paragone, il Nepal ha un superficie di circa 147.000 km
quadrati e sul suo territorio si possono incontrate circa 900 specie aviarie;
la vicina India, di per sé considerabile un paradiso avifaunistico, ospita
circa 1.250 specie di uccelli, ma su una superficie di ben 3.287.000 km
quadrati, ventidue volte più grande di quella del Nepal; in Italia, che per gli
standard europei risiedono un buon numero di specie aviarie, il rapporto è di
circa 301.000 km quadrati di superficie, grossomodo il doppio del Nepal, ma con
“sole” 520-530 specie di uccelli presenti.
Il
motivo di questa notevole differenziazione è dato dai numerosi ecosistemi
presenti in Nepal, che vanno dalle pianure meridionali sul livello del mare,
fino alle più alte montagne del pianeta, con gli 8.848 metri del Monte Everest.
Geograficamente
il Nepal può essere diviso in tre fasce orizzontali abbastanza definite: le
pianure del Terai a sud, le colline pre-himalayane al centro e le alte montagne
nella fascia settentrionale.
La
zona meridionale del Nepal, confinante con l’India e chiamata Terai, é
costituita dalla parte più settentrionale della pianura gangetica ed ospita
quindi specie aviarie tipiche delle pianure del nord dell’India.
La
zona orientale confina con lo stato del Bihar e si tratta di una vasta area di
campagna piuttosto depressa economicamente, soggetta a siccità ed inondazioni,
ma molto fertile e quindi densamente popolata.
La
presenza del fiume Koshi e della grande diga che forma un esteso bacino idrico,
sono di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’area, ma anche per il
sostentamento di un buon numero di specie di uccelli, sia locali che migratori.
L’area
centro-occidentale del Terai confina principalmente con lo stato indiano
dell’Uttar Pradesh ed è occupata da grandi foreste ed almeno due fiumi di
notevole portata, il Karnali ed il Gandaki.
Data la
ancora scarsa popolazione, queste aree sono particolarmente apprezzate dal
punto di vista naturalistico e protette in due grandi parchi nazionali, il
Chitwan National Park ed il Bardia National Park, che ospitano un elevato
numero di specie di flora e fauna, e quindi di uccelli.
La
fascia centrale del Nepal è occupata dalle colline pre-himalayane, fino ad
un’altitudine di circa 2.500-3.000 metri.
Sebbene
qui si trovino alcune delle valli più densamente popolate del paese, la Valle
di Kathmandu e quella della città di Pokhara, le sterminate foreste che coprono
la maggior parte di queste colline ospitano un’avifauna particolarmente varia.
Anche
climaticamente la posizione risulta essere molto favorevole, potendo saltuariamente
ospitare anche gli uccelli tipici delle pianure, che col caldo estivo spesso risalgono
le colline, e quelli delle montagne, che durante i periodi più freddi
dell’inverno possono scendere in cerca di temperature più miti.
In
effetti anche la pur popolosa Valle di Kathmandu e la crescente Valle di
Pokhara, si trovano più o meno circondate da verdeggianti colline e non molto
lontano dalle alte montagne himalayane, quindi offrono condizioni abbastanza
ospitali per varie specie di uccelli.
La
zona settentrionale del Nepal è occupata dalle montagne che vanno dai 3.000 metri
fin sopra agli 8.000 ed è quindi solo sparsamente popolata.
Considerando
che sull’Himalaya le nevi perenni iniziano attorno ai 5.000 metri di
altitudine, questa fascia ospita un elevato numero di uccelli d’alta montagna,
cui si aggiungono alcune specie più estreme in grado di sopravvivere alle più
elevate altitudini.
Grazie
alla presenza di numerosi e comodi trekking, nonostante la posizione remota, alcune
di queste zone sono facilmente esplorabili in cerca delle locali specie di
uccelli.
Invero,
i trekking, attività durante la quale si trascorrono una media di 6-8 ore a
camminare tra boschi incontaminati, sono probabilmente l’esperienza migliore
per la conoscenza dell’avifauna nepalese.
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