sabato 1 aprile 2017

Uccelli del Nepal, il Parco Naturale di Chitwan

Marabu minore
Come brevemente accennato nella prima parte introduttiva sull’avifauna nepalese, le vaste pianure a sud del Nepal sono chiamate Terai ed ospitano una natura particolarmente rigogliosa, soprattutto nelle aree centro–occidentali.
Qui sono presenti due rinomati parchi naturali dove si possono incontrare alcuni grandi animali, tra cui elefanti, rinoceronti, tigri e chiaramente un gran numero di specie di uccelli.
Il Bardia National Park si trova nella zona occidentale del Nepal, un’area ancora scarsamente popolata e sviluppata, ideale per gli animali selvatici, ma leggermente scomoda per i visitatori, essendo lontano da ogni percorso turistico di sorta.
Il Chitwan National Park, invece, si trova a circa 200 km a sud della turistica cittadina di Pokhara e poco oltre il confine indiano di Sunauli, valico piuttosto frequentato sia dai locali che da stranieri.
Primo Parco Naturale del Nepal, creato nel 1973, nel 1984 è entrato a far parte dei siti nepalesi protetti dall’UNESCO, in virtù dell’elevato numero di specie di flora e fauna presenti.

Per quanto riguarda gli uccelli, la lista di quelli che si possono incontrare dentro ed intorno al parco comprende ben 530 specie, appartenenti a varie famiglie, ma legate soprattutto a praterie, foreste e pianure alluvionali.
Queste ultime sono dovute alla presenza di numerosi corsi e specchi d’acqua, su tutti il fiume Gandaki, il suo affluente Rapti ed il Bishazari Tal, una grande lanca (meandro fluviale morto) situata nella zona cuscinetto del parco.
Chiaramente molto influente sulla presenza avifaunistica della zona è la differenza stagionale, con numerose specie che migrano in autunno dal nord, per trascorrere l’inverno a temperature più miti, mentre, dopo la loro dipartenza in primavera, si registra l’arrivo di specie provenienti da sud che cercano refrigerio dalla calura della penisola indiana.

Tra le specie stanziali, piuttosto numerose sono quelle terricole, che all’interno del parco godono di una particolare protezione alle delicate condizioni ambientali a loro favorevoli.
Il criticamente minacciato florican del bengala (houbaropsis bengalensis) è probabilmente il più raro tra gli uccelli del Chitwan National Park, con una popolazione che varia dalle 10 alle 20 unità.
Anche la gru di sarus (antigone antigone), considerata l’uccello volante più alto al mondo, quasi due metri, è piuttosto rara ma presente in maniera stanziale.
Tipici dello stesso habitat, cioè grandi praterie intervallate da piccole foreste, sono i ben più comuni francolini, prinie e forapaglie.
Le zone forestali sono invece abitate prevalentemente da piccoli passeriformi, qualche garrulo, pavoni e galli selvatici.

Probabilmente però le aree più interessanti per l’avifauna sono quelle abbondanti d’acqua dove si possono incontrare numerosi aironi, egrette, cicogne e martin pescatori.
In queste zone l’uccello più raro e caratteristico è il marabù minore (leptoptilos javanicus), una grande cicogna dallo stato di conservazione vulnerabile.
Alto fino a 110-120 cm ed un’apertura alare superiore ai due metri, il marabù possiede un lungo e spesso becco col quale va in cerca di varie prede, quali grandi insetti, pesci, rane, rettili, roditori, ma anche carogne, come si intuisce dal muso glabro che ricorda quello degli avvoltoi.
Decisamente più comune, ma altrettanto peculiare, è l’aninga indiana (anhinga melanogaster), chiamata anche uccello serpente per il lungo e sottile collo che spunta dall’acqua, mentre nuota in laghi e stagni in cerca di pesci.

Per quanto riguarda i rapaci, il Chitwan National Park è uno dei pochi luoghi di nidificazione conosciuti della vulnerabile aquila anatraia indiana (clanga hastata), mentre tra i rapaci migratori in inverno si possono incontrare l’aquila anatraia maggiore (clanga clanga), l’aquila imperiale (aquila heliaca) e l’aquila pescatrice di Pallas (haliaeetus leucoryphus).
Sempre tra i visitatori invernali, numerose sono le specie di anatre ed oche, tra cui la casarca (tadorne ferruginea), lo smergo maggiore (mergus merganser) e l’oca indiana (anser indicus).


Tra i visitatori estivi, con l’avanzare del caldo si fanno sempre più insistenti i richiami dei cuculi, mentre l’abbondante numero di insetti richiama vari tipi di pigliamosche, tra cui lo spettacolare pigliamosche del paradiso (terpsiphone paradisi), dotato di una lunghissima coda.
Durante le piogge monsoniche sono invece piuttosto comuni coloratissime pitte e nettarine.



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