La jacana alibronzate |
Le colline di Pokhara a ridosso della turistica zona del lungolago
ospitano un gran numero di uccelli e possono essere considerate un assaggio di
quello che si può ammirare alle basse altitudini nei sentieri di trekking.
Purtroppo la continua espansione della città sta iniziando ad
interessare anche queste zone, seppur la mancanza di strade carrabili ne limiti
decisamente lo sviluppo.
Ad esempio, i sentieri che salgono dal lago verso il punto panoramico di
Sarangkot attraversano boschi ancora parzialmente intatti che ospitano quindi
numerose specie di uccelli.
Prima di iniziare la salita, percorrendo la strada principale verso
nord, una volta abbandonato l’agglomerato urbano, nelle zone paludose si può
osservare facilmente qualche sgarza indiana (ardeola grayii) o le egrette, come l’airone guardabuoi (bubulcus ibis) o la garzetta minore (egretta garzetta), con il loro
sgargiante colore bianco, mentre più rare e mimetiche sono le jacana ali
bronzate (metopidius indicus), che
zampettano sopra la vegetazione che copre lo specchio d’acqua, attività
preferita anche dal pollo sultano (porphyrio
porphyrio), dal caratteristico piumaggio violaceo, quindi decisamente più
appariscente.
Il saltimpalo bianconero |
Il piccolo uccellino nero con una macchia bianca sui fianchi che si vede
spesso in cima a qualche palo è il maschio di saltimpalo nerobianco (saxicola caprata) la cui femmina è
invece di un anonimo marroncino, mentre i passeri che si incontrano un po’
ovunque, spesso non sono il solito passero comune (passer domesticus), ma si tratta della passera mattugia, caratteristica
per una piccola macchia nera sulle guance e per essere l’unico passeridae del
Nepal privo di dimorfismo sessuale, essendo maschi e femmine identici.
Le rondini che sfrecciano per tutta la città e nidificano spesso all’interno
di negozi sono rondini comuni (hirundo
rustica).
Tra i merli, oltre alla maina comune (acridotheres tristis), si segnala la simile myna di foresta (acridotheres fuscus) distinguibile
grazie ad un piumaggio tendente più al nero che al marrone.
L'occhialino orientale |
Salendo le colline tra i passeriformi di piccola taglia molto comuni
sono le cince, spesso numerose nei cosiddetti mix hunting flocks (stormi di
cacciatori misti) insieme a yuhine e all’occhialino orientale (zosterops palpebrosus), dal dorso
giallo-oliva e l’occhio contornato di bianco.
Anche le nettarine sono piuttosto comuni, in particolare la nettarina
dorsogiallo (aethopyga siparaja), e
facilmente riconoscibili grazie al lungo becco ed il petto rosso, come gli
altrettanto diffusi minivet, distinguibili grazie alla vistosa livrea rossa dei
maschi e gialla delle femmine.
Nelle zone più fitte del bosco si possono incontrare vari tipi di
pigliamosche, seppur spesso le ridotte dimensioni rendano problematico il
riconoscimento tassonomico.
Il drongo crestato |
I dronghi, eleganti e slanciati uccelli neri di medio-piccole
dimensioni, sono presenti con almeno tre specie: il drongo nero (dicrurus macrocercus), che è l’unico
della famiglia a preferire l’aperta campagna, lo si incontra vicino al lago,
mentre nel bosco si possono avvistare il drongo bronzeo (dicrurus aeneus) ed il drongo crestato asiatico (dicrurus hottentottus), caratteristico
non solo per la piccola cresta, ma soprattutto per la coda, che invece di
essere forcuta “a rondine”, come in quasi tutti i dronghi, ha le punte
arrotondate e piegate verso l’interno.
Anche la famiglia dei picchi è ben rappresentata con almeno 3-4 specie,
come il nucagialla minore (picus
chlorolophus), il picchio pettofulvo (dendrocopos
macei) ed il picchio fronte bruna (dendrocopos
auriceps).
Tra i barbuti, molto diffuso è il tozzo barbuto grosso (megalaima virens), come anche il piccolo
barbetto ramatore o barbuto fabbro (megalaima
haemacephala), mentre il barbetto golablu (megalaima asiatica) è decisamente più raro.
La gazza più comune è sicuramente la gazza dell’Himalaya (dendrocitta formosae), che si muove tra
gli alberi spesso in piccoli gruppi, mentre tra i tordi si segnala il solitario
tordo fischiatore blu (myophonus
caeruleus), il cui gradevole canto si sente spesso echeggiare alla mattina
presto e all’imbrunire.
La civetta macchiata |
Per quanto riguada i rapaci, al livello del lago si può notare, qualche civetta
macchiata (athene brama), mentre più
difficile è l’avvistamento della civetta di foresta (glaucidium radiatum) sia per le dimensioni ridotte (appena 20 cm),
sia per trascorrere la maggior parte del tempo appollaiata tra i rami di grandi
alberi.
Entrambe sono attive anche di giorno, ma l’orario migliore probabilmente
è l’imbrunire, quando si riescono ad individuare anche grazie ai loro
gracchianti richiami.
Il piccolo falchetto di colore chiaro che si vede talvolta volteggiare
sopra le cime degli alberi, non siamo riusciti a riconoscerlo con certezza,
mentre distinguibilissimo è l’avvoltoio capovaccaio (neophron percnopterus) del quale una coppia si è stabilita da tempo
tra queste colline.
Infine, seppur il sottobosco non possa competere con la quantità di
uccelli che abitano gli alberi, può comunque offrire degli interessanti
avvistamenti, grazie alle numerose specie di garruli, facili da localizzare per
i loro rumorosi versi, ma non semplici da avvicinare ed osservare per le
abitudini schive.
Una delle specie più comuni, soprattutto alla mattina presto e
all’imbrunire, è l’inusuale garrulo schiamazzante crestabianca (garrulax leucolophus), dotato, come dal
nome, di una voluminosa cresta di colore bianco.
Nessun commento:
Posta un commento