Sita |
Janakpur è una città di circa 170 mila abitanti, situata intorno ai 130
chilometri a sud-est di Kathmandu e ad una trentina dal confine indiano.
Seppur poco nota al di fuori dei circuiti religiosi induisti, Janakpur è
una città sacra di notevole importanza, considerata il luogo di nascita di
Sita, moglie di Rama, settima incarnazione del dio Vishnu.
In realtà bisognerebbe parlare di luogo d’origine, in quanto Sita venne
trovata, ancora infante, nel solco di un aratro dal re Janaka, che quindi
l’adottò.
Nonostante l’area abbia quindi tradizioni religiose molto antiche,
l’attuale centro urbano di Janakpur venne fondato circa un paio di secoli fa ed
è una città ricca di templi, vasche e ostelli, e dove è particolarmente
piacevole passeggiare essendo in gran parte chiusa al traffico.
La campagna circostante, seppur non priva di fascino, è abbastanza
depressa economicamente ma Janakpur, grazie al continuo flusso di pellegrini, può
contare su risorse finanziarie costanti e regolari.
Il tempio più importante della città è sicuramente il Janaki Mandir,
dedicato a Sita e costruito nel punto in cui, a metà del XVII secolo, venne
ritrovata una statua dorata della divinità, che è ora l’immagine principale del
tempio.
La costruzione è abbastanza recente e risale al 1910, grazie ad una
regina indiana, che pare spese nove lakh (900.000 rupie), da cui il nome
alternativo Nau Lakh Mandir.
In stile Moghul-barocco molto originale, il complesso è composto da un
grande edificio bianco a pianta quadrata e tre piani, in pietra e marmo, ricco
di finestre, cupole, colonne ed altre decorazioni, e dentro al quale si trova
un grande cortile che ospita il tempio vero e proprio: un tozzo edificio, nello
stesso stile dell’esterno, dove è situata la stanza che conserva l’immagine
della dea Sita.
Durante i numerosi periodi di festa, il Janaki Mandir viene preso d’assalto
dai pellegrini e l’atmosfera, seppur piacevolmente colorata, è alquanto
caotica, mentre nei giorni più tranquilli, grazie alle vaste dimensioni,
risulta piuttosto rilassante.
Il secondo tempio più visitato di Janakpur è dedicato al dio Rama ed è
il più antico della città, essendo stato costruito nel XVIII secolo dal noto
comandante nepalese Amar Singh Thapa.
In tipico stile a pagoda a due tetti, non propone particolari spunti
artistici, ma è il luogo dove si concentrano le cerimonie ed i rituali durante
le feste dedicate al dio Rama.
Più interessante ed originale è invece il Ram-Sita Vivah Mandir, che,
come dal nome, è stato costruito nel luogo dove venne celebrato il matrimonio
tra Sita e Rama.
Anche questo tempio è in stile pagoda a due tetti, molto ben
proporzionato e munito di pareti di vetro, in modo da poter osservare l’interno,
dove si trovano delle statue a grandezza naturale di Sita, Rama ed altri
personaggi a loro legati.
Tra le vasche sparse in città e nei suoi dintorni, la più importante è
la Danush Sagar, il cui nome dervia dall’arco, danush, arma preferita dal dio
Rama.
Molto bella è anche la vicina Ganga Sagar, sulla quale si affacciano
alcuni templi ed un gradevole colonnato ricurvo dove alla sera viene celebrata
la Ganga Arti, la cerimonia del fuoco in onore della dea del fiume Gange.
Nella zona nord-occidentale della città, in un’area piuttosto bucolica,
sono situate ben tre grandi vasche dotate di una piacevole atmosfera: la Sita
Kund, la Bihar Kund e la Ratan Sagar Kund.
Purtroppo, l’unica nota negativa di Janakpur è la posizione scomoda, in
un’area decisamente lontana dai circuiti turistici più battuti.
In realtà la distanza da Kathmandu non è molta, circa 130 chilometri, ma
la strda che collega le due città è sempre in pessime condizioni ed il viaggio sui
malconci autobus pubblici dura circa otto ore, imprevisti esclusi.
Il collegamento con l’India potrebbe essere più agevole, grazie a strade
leggermente migliori, se non altro grazie al fatto che siano in pianura, ed
alla presenza dell’unica tratta ferroviaria per trasporto passeggeri di tutto
il Nepal, costruita, con l’aiuto delle Ferrovie Indiane, proprio per collegare
il confine indo-nepalese con Janakpur, distante circa 30 chilometri.
Seppur il servizio sia particolarmente apprezzato dai locali, risulta
inutile dal punto di vista turistico trovandosi in una zona dell’India
raramente visitata e in un posto di confine dove non è consentito il transito
di stranieri.
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