Il tuffetto |
La fascia centrale del Nepal è occupata dalle colline pre-himalayane e
da vallate solcate dai fiumi che scendono dalle montagne.
La Valle di Kathmandu e quella di Pokhara ospitano grandi città ma per
il resto si tratta di zone solo sparsamente popolate e molto verdeggianti,
contesto ideale per ospitare una ricca avifauna.
In realtà anche le zone più popolose si trovano comunque in posizione
favorevole, considerando la vicinanza con le montagne.
La città di Pokhara, ad esempio, nonostante sia in continua crescita, è
un ottimo luogo dove fare la conoscenza di molti uccelli nepalesi, grazie alla
posizione tra le colline, molto vicino alle vette himalayane, ed alla presenza
di un pittoresco lago.
In particolare le zone più adatte per l’osservazione degli uccelli sono
la riva del Lago Phewa opposta alla città, perlustrabile a bordo di barche a
remi, e le colline sovrastanti, che sono attraversate da numerosi sentieri che
portano sulla cima di Sarangkot, noto punto panoramico e partenza di popolari voli
in parapendio.
Il codirosso acquaiolo piombato |
Il lago di Pokhara è semi-naturale poiché alimentato da un ruscello ma
l’acqua è bloccata e regolata da una diga e seppur non sia molto ampio, ha una
forma allungata che lo rende particolarmente comodo da perlustrare con la
barche che vengono affittate lungo la turistica zona del lungolago.
La riva opposta, al contrario, è infatti ancora pressoché disabitata e
ricoperta da boschi che risalgono il costone delle colline.
La zona nei pressi della diga è più vicina alla città ma ha il vantaggio
di essere un punto del lago piuttosto stretto e la riva opposta si raggiunge
senza eccessivo sforzo; andando verso nord, superata la piccola isoletta che
ospita il tempio di Tal Barahi, lo specchio d’acqua si allarga rendendo la
traversata in barca piuttosto faticosa, ma ripagata dalla quasi totale assenza di
esseri umani e notevole presenza di uccelli.
Lo specchio d’acqua in sé non ospita particolari spunti, esclusi i
simpatici tuffetti (tachybaptus
ruficollis) che sembrano divertirsi a sparire sott’acqua proprio quando si
pensa di essersi avvicinati abbastanza per una dettagliata osservazione.
Una dozzina di anni fa, quando il lago aveva uno specchio d’acqua ben
più ampio di quello attuale, nella zona più settentrionale osservammo due
splendidi esemplari di casarca (tadorna
ferruginea), ma da allora, nonostante numerose successive visite, non
abbiamo più avuto modo di segnalare la loro presenza.
La pavoncella dalle caruncole rosse |
Remando lentamente sottocosta, risalendo verso nord, si possono
osservare con frequenza i piccoli codirosso acquaiolo piombato (rhyacornis fuliginosa), ai quali
talvolta ci si può avvicinare fino a pochi metri, in maniera simile alle
altrettanto comuni cutrettole (motacilla
flava).
Gli eleganti codaforcuta dorsonero (enicrurus
immaculatus) sono invece assenti da alcuni anni, presumibilmente per il
deterioramento del loro habitat dovuto all’abbassamento della superficie del
lago.
A causa della presenza del bosco, che arriva fino all’acqua, tutta
questa zona non è particolarmente favorevole ai limicoli, escluse le pavoncelle
dalle caruncole rosse (vanellus indicus)
che abitano la zona più a nord del lago, dove si trovano delle piccole aree
paludose, dove affiora un poco di terreno.
Meno comuni e più schive sono le gallinella olivacea (amaurornis phoenicurus) ma il loro petto
bianco spesso si intravede mentre scappano nel sottobosco.
I martin pescatore petto bianco o di Smirne (halchyon smirnensis) si sentono echeggiare mentre volano sopra lo
specchio d’acqua presso la riva, oppure si possono avvistare appollaiati tra
gli alberi grazie allo sgargiante colore azzurro del dorso.
Durante una particolarmente mattiniera e quindi fortunata
perlustrazione, alcuni anni fa ebbimo il piacere di osservare uno splendido
esemplare di martin pescatore crestato (megaceryle
lugubris), grazie al fatto che, contrariamente alle sue abitudini
silenziose, stava gracchiando sonoramente su un ramo tra gli alberi vicino
all’acqua.
La gallinella olivacea |
Per quanto riguarda il sottobosco, l’unico uccello abbastanza comune,
che si vede talvolta zampettare furtivamente, non siamo ancora riusciti a
distinguerlo con certezza, a causa di abitudini estremamente schive e le
ridotte dimensioni; nelle ipotesi più probabili dovrebbe appartenere al grande
gruppo dei garruli.
Questi, infatti, sono piuttosto diffusi e vari in tutto il Nepal, che ne
ospita decine di specie, tra cui l’elegante garrulo beccoscimitarra cigliabianche
(pomatorhinus schisticeps)) che abita
le colline del lago di Pokhara e si può incontrare nelle piccole insenature
immerse nel verde della zona nord del lago.
Sempre in quest’area, spesso si vedono le meravigliose gazze blu
beccorosso (urocissa erythrorhyncha)
che volano sopra gli alberi, emettendo talvolta dei rumorosi versi, quasi come
per attirare l’attenzione.
Infine, per quanto riguarda i rapaci, piuttosto comuni, come d’altronde in
tutto il subontinente indiano, sono i nibbi bruni (milvus migrans) e raramente è possibile avvistare un’aquila di
difficile identificazione ma presumibilmente un’aquila seprentario crestata (spilornis cheela).
Questi sono probabilmente gli uccelli più caratteristici legati al Lago
di Pokhara, ma nei suoi pressi si possono incontrare anche altre specie legate
alla foresta e delle quali parleremo nel prossimo post.
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