Un vajra tibetano |
Grazie alla ricchezza culturale e ad una spiccata abilità manuale dei
suoi abitanti, il Nepal può vantare una pregevole e varia produzione di oggetti
d’artigianato.
Originariamente questi avevano anche un’utilità pratica, mentre
oggigiorno il loro scopo principale è essere venduti nel remuneroso mercato
turistico, e seppur questo possa quindi spostare l’interesse degli artigiani più
verso l’aspetto economico che quello artistico, è anche vero che questo
permette la sopravvivenza di tradizioni che altrimenti andrebbero scomparendo.
In alcuni casi si è assistito ad intelligenti modernizzazioni, come nella
produzione di abiti di lana, evolutasi fino ad un attuale proliferare di
costosi negozi di pashmina nepalese, una pregiata tipologia di lana cashmere.
Chiaramente uno dei luoghi migliori dove osservare la variegata
produzione artigianale nepalese è la città di Kathmandu, seppur la maggior
parte degli oggetti siano prodotti a Patan, famosa per la lavorazione del
metallo e per i tappeti tibetani, ed a Bhaktapur, dove si concentra la
produzione di oggetti in legno e ceramica.
Un thangka nepalese a tema buddista |
Il metallo principalmente usato dagli artigiani di Patan è il bronzo, ma
si trovano anche numerosi oggetti in ottone e talvolta argento.
Considerando che i soggetti delle sculture sono attinti sia
dall’induismo che dal buddismo, religioni che abbondano di divinità, si possono
trovare numerose rappresentazioni interessanti, di varie dimensioni, da piccole
statuine che possono essere anche indossate come ciondoli, a grandi ed
elaborate statue.
Per quanto riguarda l’oggettistica, soprattutto buddista, vengono
prodotte varie campanelle, vajra (il simbolo della folgore) e ruote della
preghiera, quest’ultime solitamente decorate con eleganti caratteri di lingua
tibetana.
Molto graziosi sono anche i tavolieri per il tradizionale gioco
bagh-chal, con tanto di statuine a forma di tigri e capre (per ulteriori
dettagli rimandiamo ad un post dedicato all’argomento http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2017/04/il-gioco-da-tavolo-bagh-chal.html).
Jawlakhel è un campo profughi tibetano, situato nella zona sud-ovest di
Patan, creato nel 1960 e sviluppato come centro di produzione di tappeti
tibetani di lana.
Qui si possono trovare i migliori esempi ed un’ampia scelta, e seppur i
prezzi pare siano piuttosto alti, in caso di acquisto si può essere certi che
si tratti di un tappeto originale tibetano.
La lavorazione artigianale del legno è concentrata nella città di
Bhaktapur dove vengono prodotti vari tipi di statue, maschere ed altri oggetti
tipici dell’arte newari.
Come nel caso dei metalli, anche i soggetti delle statue di legno sono
presi sia dall’induismo che dal buddismo e si rifanno spesso al pregevole
stile, forme e colori soprattutto, delle sculture che adornano i templi.
Molto caratteristiche sono le colorate maschere di divinità terrifiche,
in particolare Bhairav, un aspetto di Shiva rappresentato solitamente con una
corona di teschi, grandi occhi sporgenti e una larga bocca con denti appuntiti.
Tra gli oggetti, trovano spesso il favore dei compratori le piccole
riproduzioni delle tipiche finestre intarsiate in stile newari.
Soggetto molto riprodotto è la famosa finestra del pavone, situata a
Bhaktapur dietro alla piazza Tachupal Tole, ma non ci è dato di sapere se sia
riuscita a sopravvivere al terremoto del 2015: la città subì numerosi danni ma
la finestra è situata sulla facciata di un palazzo piuttosto tozzo ed è
possibile che sia rimasto in piedi.
Dipinto della dea induista terrifica Ugratara |
Anche le produzione di oggetti di ceramica è concentrata a Bhaktapur, in
particolare nella caratteristica Potter’s Square, la piazza dei vasai, quasi
sempre ricoperta di articoli in terracotta posti ad asciugare sotto al sole.
Originariamente la maggior parte dei prodotti avevano un’utilità
pratica, come piatti, vasi e vari tipi di recipienti, mentre oggi si possono
trovare anche delle semplici statuine, spesso con sembianza animali e dotate di
alcuni buchi per fungere da bruciaincensi.
La qualità di questi oggetti in terracotta è piuttosto bassa, ma se si
ha del tempo da perdere per contrattare, lo sono anche i prezzi.
I thangka sono dei colorati dipinti buddisti tibetani eseguiti su tele
di cotone o seta, che rappresentano solitamente divinità buddiste, scene
mitologiche e mandala.
Questi ultimi sono delle rappresentazioni simboliche dell’universo
composte solitamente da un quadrato situato dentro ad un cerchio e sono noti
per i colori ed i dettagliati particolari.
Spesso vengono anche dipinti su carta di riso e come i thangka sono articoli
molto apprezzati sia per l’aspetto artistico che per la leggerezza ed il comodo
trasporto.
La versione nepalese dei thangka tibetani, prodotti dall’etnia newari,
viene chiamata paubha e si distinguono per la presenza di alcuni motivi
religiosi induisti, mentre solitamente si tratta di divinità e temi buddisti.
Un tipico coltello khukuri |
Tra gli altri articoli vari, molto popolari sono i tipici coltelli khukuri,
simbolo dei Gurkha (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/10/breve-cenno-ai-gurkha.html), che vengono venduti spesso in
negozi specializzati ed in confezioni munite di pratico espositore dove posare
il coltello e la custodia, in modo da poter apprezzare sia i dettagli della
lama che della fodera.
Nella città di Pokhara, molti negozi vendono saligram, delle pietre
tondeggianti nere che contengono dei piccoli fossili e vengono ritrovate nel
letto del fiume Gandaki.
Per gli induisti rappresentano il dio Vishnu, mentre per i turisti si
tratta di originali souvenir (per ulteriori dettagli http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/09/breve-cenno-ai-shaligram.html).
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