mercoledì 30 novembre 2016

Gli uccelli più comuni nel nord dell'India, famiglie psittaculide e cuculidae

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Il parrocchetto alessandrino (psittacula eupatria)
In questo post tratteremo di uccelli prettamente arboricoli, di piccola-media taglia, facenti parte delle famiglie psittaculidae e cuculidae.

Psittaculidae
I pappagalli sono uccelli dell’ordine psittaciformes, del quale fanno parte una novantina di generi e quasi 400 specie, divisi in 3 superfamiglie, 5 famiglie e 12 sottofamigle.
Tra le caratteristiche comuni si segnalano: il forte becco adunco, utilizzato per nutrirsi (prevalentemente di semi, noci e frutta), per manipolare oggetti e talvolta per arrampicarsi, e la zigodattilia, cioè due dita avanti e due dietro, anche questa per migliorare la presa e la manipolazione, piuttosto evoluta tanto che, seguendo la preferenza, singoli individui possono essere destrorsi o mancini.
I pappagalli presenti in India sono una dozzina e fanno tutti parti della famiglia dei psittaculidae: 11 del genere psittacula ed 1 loriculus.

Il più diffuso pappagallo indiano è di gran lunga il parrocchetto dal collare (psittacula krameri), lungo 42 centimetri, completamente verde a parte il collare rosa (presente solo nei maschi) e la coda azzurra.
Gregario, vive pressoché ovunque vi siano alberi, comprese le grandi città e data la sua adattabilità da alcuni anni si è stabilito anche in Italia, con vivaci popolazioni segnalate a Bolzano, Milano, Pavia, Genova, Roma, Palermo ed in Toscana.
Solitamente nidificano in cavità dei tronchi degli alberi, mentre in India sfruttano buchi e spaccature dei muri degli edifici.

Molto simile al parrocchetto dal collare è il parrocchetto alessandrino (psittacula eupatria) distinguibile per le maggiori dimensioni, intorno ai 53 centimetri e per una vistosa macchia amaranto sulle spalle; anche il muso dell’alessandrino è distintivo con il grande becco e totalmente verde, privo della striscia nera sugli occhi di quello dal collare.
Femmina di koel comune (eudynamys scolopacea)
Nonostante sia distribuito su tutto il subcontinente indiano, in varie tipologie di vegetazione sotto i 1.500 metri, purtroppo il parrocchetto alessandrino non lo si avvista facilmente in natura, ma spesso se ne possono osservare alcuni esemplari “domestici”, imprigionati crudelmente dentro a piccole gabbie.

Già più comune è il parrocchetto testaprugna (psittacula cyanocephala), lungo 36 centimetri, di colore verde brillante e con il caratteristico capo di colore viola-prugna dei maschi, mentre nelle femmine è grigio lavanda.
Abita foreste aperte, piantagioni ed i loro dintorni, dove vaga tra gli alberi, in cerca di frutta, noci, fiori e germogli, con frequenti puntate sul terreno per le sementi.
A nord del suo areale, salendo sulle colline pre-himalayane, il parrocchetto testaprugna viene sostituito dal parrocchetto testardesia (psittacula himalayana), leggermente più grande e facilmente riconoscibile dal capo di colore scuro che contrasta con il corpo verde, lungo 41 centimetri, con una macchia marrone sulle spalle (nei maschi) e la lunga coda gialla.

Cuculidae
I cuculi (famiglia cuculidae, ordine cuculiformes) sono uccelli di piccole-medie dimensioni, insettivori, solitari e timidi, spesso noti per il loro forte e peculiare richiamo.
Una caratteristica di molte specie di cuculi è di essere parassiti di covata, sfruttando il nido di altri uccelli invece di costuirne uno proprio.
Per questo motivo alcuni hanno anche sviluppato un piumaggio che ricorda quello dei falchi, per mettere in allarme le specie da parassitare ed accedere più facilmente ai loro nidi.
Tra i cuculi più comuni da avvistare, od ascoltare, nel nord dell’India, il più diffuso è sicuramente il cuculo indiano (cuculus micropterus), la versione asiatica del similissimo cuculo eurasiatico (cuculus canorus), raro visitatore estivo nel subcontinente.
Il cuculo sparviero comune, o cuculastore comune (hierococcyx varius) è diffuso in tutta l’India, escluso il deserto rajasthano e le montagne sopra i 1.000 metri, e si distingue abbastanza chiaramente dai due precedenti per il sottocollo arancione e le strisce dello stesso colore sul ventre.
Anche il richiamo è distintivo, ripetuto in lunghe sequenze ad intervalli sempre più brevi e salendo di tono.
In India il suono del suo verso viene trascritto come “brain fe-ver” (febbre celebrale), essendo spesso udibile d’estate dalle allucinate vittime di malaria e colpi di sole.

Il koel comune (eudynamys scolopacea) è forse il cuculidae più diffuso in India, anche nelle città, e come il precedente possiede un potente richiamo che tende a salire di tono.
Il maschio è interamente nero, ricordando un magro corvo, ma possiede un becco più sottile di colore verde chiaro e gli occhi rosso vivo.
Il piumaggio della femmina è invece marrone punteggiato di bianco.
Nelle campagne molto diffuso è il cucal maggiore (centropus sinensis), facile da avvistare, quasi sempre a terra nei pressi di coltivazioni, grazie al corpo interamente nero e le ali d’un vistoso arancione.

Sempre della famiglia dei cuculidae, in India sono presenti 4 delle 6 specie del genere phoenicophaeus, distribuite su quasi tutto il subcontinente, i cui membri vengono chiamati malcoa.
Il più diffuso nel nord dell’India è il malcoa beccoverde (phaenicophaeus tristis), un uccello di  circa 50 cm, dal corpo grigio, la lunga coda nera con bande bianche, il becco verde ed il contorno degli occhi rosso; abita le pianure del Terai, le foreste del nord-est e quelle dell’Orissa.

Caprimulgidae
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Il succiacapre indiano (caprimulgus asiaticus)
La famiglia dei caprimulgidae, ordine caprimulgiformes, comprende quasi un centinaio di specie di uccelli di medio-piccole dimensioni, prettamente notturni, dotati di un ottimo piumaggio mimetico.
In India se ne possono incontrare 8 specie, 7 del genere caprimulgus ed 1 del genere eurostopodus o licornis.
Purtroppo, nonostante alcune specie siano piuttosto comuni e distribuite su tutto il subcontinente, i loro avvistamenti sono molto rari a causa delle loro già citate caratteristiche, di essere attivo in piena notte (in cerca di falene ed altri insetti) e per il piumaggio mimetico, grazie al quale si confonde perfettamente con i tronchi, i rami degli alberi e le foglie secche.
Nidifica al suolo, producendo due uova e pare sia uno dei rari uccelli che quando sente pericolo accoglie uova o i pulcini nella sua bocca per portarli al sicuro.
La specie più diffuse in India dovrebbero essere il succiacapre indiano (caprimulgus asiaticus), il succiacapre dalla coda larga (caprimulgus macrurus) ed il succiacapre grigio (caprimulgus indicus).

Quest’ultimo ebbimo modo di osservarlo alcuni anni fa presso il Keoladeo Ghana National Park di Bharatpur (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/bharatpur.html), grazie alle segnalazioni di altri birdwatcher, dato che, posato su un ramo, il suo piumaggio mimetico lo rendeva pressoché invisibile.

martedì 29 novembre 2016

Gli uccelli più comuni nel nord dell'India, famiglia picidae

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Alcune specie di picidae
La famiglia dei picidae comprende più di duecento specie di uccelli chiamati in italiano picchi, picchioli e torcicollo.
Più di una trentina di questi sono presenti nel subcontinente indiano, dove abitano varie tipologie di foreste, in cui trovano il loro habitat arboricolo favorevole.
Purtroppo a causa della sempre minor presenza di aree verdeggianti, nelle città indiane i picchi ed i loro parenti non sono più molto diffusi, mentre nelle campagne, o ancor di più nei boschi di montagna, la loro presenza è alquanto cospicua.
Caratteristica peculiare di questi uccelli è di possedere un forte becco a cesoia, con il quale picchettano ripetutamente i tronchi degli alberi, sia in cerca di insetti, che catturano anche grazie ad una lingua particolarmente lunga, che per creare buchi dove dimorare e nidificare.
Oltre a questo, i diversi ritmi del picchettare hanno anche funzioni territoriali.
Per migliorare la presa, i picidae hanno sviluppato altre caratteristiche fisiche, come la zigodattilia, cioè zampe munite di due dita rivolte in avanti e due all’indietro (mentre nella maggior parte degli altri uccelli sono tre avanti ed una dietro) ed una coda molto robusta, usata come base di appoggio.

Il genere di picidae più diffuso in India è il dendrocopos, con ben 12 specie di cui alcune piuttosto comuni.
Le dimensioni vanno dai soli 13 centimetri del picchio capobruno (dendrocopos nanus) ai 25 del picchio dell’Himalaya (dendrocopos himalayensis).
I più facilmente avvistabili sono: il picchio frontebruna (dendrocopos auriceps), il picchio pettofulvo (dendrocopos macei) ed il picchio capogiallo (dendrocopos mahrattensis), tutti molto simili, esclusi i particolari da cui prendono il nome, con dimensioni attorno ai 20 centimetri e il dorso e le ali nere striate di bianco.
La loro identificazione è ulteriormente complicata dal dimorfismo sessuale, con i maschi dotati di piccole macchie rosso-arancioni su capo e sottocoda, ma sul campo possono essere facilmente distinti grazie alla diversa distribuzione geografica.
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Altre specie di picidae
Il picchio frontebruna è il più montano e lo si incontra nelle foreste di pini, querce e cedri himalayani, tra i 1.000 ed i 3.000 metri di altitudine; il picchio pettofulvo frequenta le foreste sotto i 2.000 metri; il picchio capogiallo abita le pianure tendenzialmente asciutte e semi-desertiche, ma anche parchi e giardini delle città, ed è quindi il più facilmente avvistabile.

I cosiddetti picchi dorso di fiamma sono caratterizzati dalla colorazione del dorso, tendenzialmente arancione vivo, ma in alcuni maschi proprio rosso fuoco.
Questo colore, sempre nei maschi ed in alcune femmine, è presente anche sul capo, sulla parte posteriore leggermente appuntita, mentre nelle maggior parte delle femmine il capo è nero con macchioline bianche; muso e collo di entrambi i sessi sono invece bianchi con bande nere.
Il dorso di fiamma groppa nera (dinopium benghalense) è il più comune nel subcontinente e lo si può incontrare in tutte le zone alberate, escluse le foreste più fitte.
Il dorso di fiamma maggiore (chrysocolaptes lucidus) assomiglia molto al groppa nera, dal quale si distingue per le dimensioni leggermente superiori (33 centimetri contro 29) e per essere l’unico dorso di fiamma con gli occhi chiari, seppur sia un particolare molto difficile da osservare.
Frequentatore di vari tipi di foreste e vecchie piantagioni, il dorso di fiamma nel subcontinente indiano è diffuso lungo la zona del Terai (le pianure che precedono le colline pre-himalayane), le grandi foreste del nord-est, dell’Orissa e quelle a ridosso della costa occidentale, dal Gujarat fino alla punta più meridionale della penisola, compresa anche la parte meridionale dello Sri Lanka.

Distribuzione simile ai dorso di fiamma è anche quella dei picchi nucagialla, presenti in India con il minore (picus chlorolophus) ed il maggiore (chrysophlegma flavinucha), seppur il secondo sia assente nel sud del paese.
Il nucagialla minore, come dal nome, ha la parte posteriore del capo di colore giallo ed il dorso verde, con i maschi riconoscibili grazie a due bande rosse, sopra agli occhi e dietro al becco.
Il nucagialla maggiore, oltre ad essere leggermente più grande (33 centimetri contro 27) è sostanzialmente marroncino, ma nel maschio il giallo della nuca si trova anche abbondantemente sul collo, dal becco fino al petto.
Del genere picus, in India si possono incontrare altre quattro specie, tutte molto simili, con dorso verdognolo, capo rosso nei maschi e nero nelle femmine, tra cui i più diffusi, ma non comunissimi: il picchio cenerino (picus canus), il picchio golastriata (picus xanthopygaeus) ed il picchio pancia squamata (picus squamatus).

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Il torcicollo (jinx torquilla)
Il vasto genere dei picumnus, detti picchioli, in India è rappresentato da un’unica specie, il picchiolo marezzato (picumnus innominatus) che ha una distribuzione simile ai precedenti picchi, quindi la zona del Terai (le pianure che precedono le colline pre-himalayane), le grandi foreste del nord-est, dell’Orissa e quelle a ridosso della costa sud-occidentale.
La caratteristica principale del picchiolo marezzato sono le dimensioni estremamente ridotte, appena 10 centimetri (minori dei passeri che sono attorno ai 15) e spesso lo si può incontrare nei cosiddetti “mix hunting flocks”, piccoli stormi di cacciatori misti, dove si mischia insieme a cince, yuhine ed altri uccelli di piccole dimensioni.
Frequentatore di foreste decidue umide e semi-sempreverdi, pare abbia una predilizione per il bambù.

Un ultimo rappresentante della famiglia dei picidae in India è il torcicollo eurasiatico (jynx torquilla), frequentatore invernale di tutto il nord del subcontinente, ma difficile da individuare per le sue note capacità mimetiche, visto che, contrariamente agli altri picidae, il torcicollo ha abitudini terricole e si nutre al suolo.
Possiede una lingua particolarmente lunga, con la quale è solito setacciare formicai e termitai, anche grazie al collo molto mobile che gli permette di girare la testa di 180 gradi.

Oltre che per il mimetismo, il torcicollo non è facilmente avvistabile anche perché essendo sprovvisto di richiamo, è un uccello sostanzialmente silenzioso.

lunedì 28 novembre 2016

Gli uccelli più comuni nel nord dell'India, famiglie columbidae e pteroclidae

Il piccione delle nevi (columba leuconota)
I columbidae sono l’unica famiglia dell’ordine columbiformes che comprende oltre 300 specie di uccelli caratterizzati da testa piccola, becco corto, corpo robusto, zampe corte munite di quattro dita e grandi ali robuste, che gli permettono un volo particolarmente veloce ed agile.
La famiglia pteroclidae, unica nell’ordine pteroclidiformes, è composta da 16 specie di uccelli simili per dimensioni e corporatura ai columbidae, ma con abitudini terricole.

Columbidae
In India vivono circa 30 specie di columbidae, chiamati piccioni e tortore, che vanno da specie comunissime, come il piccione domestico (columba livia) , presente pressoché ovunque, ad altre estremamente rare, come il colombaccio (columba palumbus), il più diffuso in Europa, ma piuttosto scarso nel subcontinente dove frequenta sparsamente pendii cespugliosi himalayani.
Tra gli altri esemplari del genere columba, molto distintivo è il piccione delle nevi (columba leuconota), con testa e becco neri, corpo bianco, dorso marroncino ed ali grigie.
Vivendo tra i 3.000 ed i 5.000 metri di altitudine, il suo areale non è molto ampio, ma nelle zone adatte è piuttosto diffuso, in India soprattutto negli stati dell’Uttarkhand, dell’Himachal Pradesh e del Jammu-Kashmir.
Un genere di columbidae molto diffusi, con ben 6 specie, e piuttosto caratteristici è il treron, dotati di un gradevole piumaggio tendenzialmente verde.
Il piccione verde piedigialli (treron phoenicoptera) è il più comune, con un areale che comprende quasi tutto il subcontinente indiano, mentre nelle foreste dell’Himalaya il più diffuso è il piccione verde cuneato (treron sphenura).

Come i piccioni anche le tortore sono molto comuni in India in prossimità dell’uomo, sia nelle grandi città che nei piccoli paesi.
La più diffusa è probabilmente la graziosa tortora delle palme (streptopelia senegalensis), riconoscibile per le modeste dimensioni, la macchia marrone maculata di nero sul collo ed il bordo delle ali di un tenue azzurro pastello.
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La tortora smeraldina comune (chalcophaps indica)
Anche la tortora dal collare orientale (steptopelia decaocto), molto comune in Italia, è diffusa su tutto il subcontinente indiano, come pure la tortora macchiata (streptopelia chinensis) e la tortora orientale (streptopelia orientalis).
Queste ultime due tortore si assomigliano molto e posso essere distinte grazie alla macchia nera sul collo, con puntini bianchi nel tortora macchiata e strisce bianche in quella orientale.
Tra i columbidae, un’ultima citazione merita la meravigliosa tortora smeraldina comune (chalcophaps indica), che abita foreste sempreverdi e decidue, dove setaccia il terreno in cerca di semi e piccoli insetti, mimetizzandosi tra la vegetazione grazie al brillante colore verde del dorso.

Pteroclidae
Avendo abitudini terricole, i pteroclidae si distinguono dai columbidi per un piumaggio mimetico di colore marrone, che rende però piuttosto difficile riconoscerli tra loro.
In India ne sono presenti 9 specie, ma non sono facilmente avvistabili a causa della loro timidezza.

La più comune è il grandule ventrecastano  (pterocles exustus), con una vasta distribuzione su tutta la penisola indiana, dove abita aperte campagne prive di alberi, savana ed aree semi-desertiche.

domenica 27 novembre 2016

Gli ucceli più comuni nel nord dell'India, famiglie accipitridae, pandionidae, falconidae, strigidae e tytonidae

Il falco di palude (circus aeruginosus)
Gli uccelli rapaci presenti in India fanno parte di 5 famiglie: accipitridae, pandionidae, falconidae, strigidae e tytonidae.
La famiglia accipitridae comprende aquile, sparvieri, astori, nibbi, albanelle ed avvoltoi, che si distinguono dai falconidae, falchi, falchetti, gheppi e lodolai, per uccidere le loro prede con gli artigli, al contrario dei falconidae che usano il becco; la famiglia dei pandionidae comprende invece solo il falco pescatore.
Strigidae e tytonidae fanno parte dell’ordine strigiformes e comprendono gli uccelli che vengono volgarmente chiamati gufi e barbagianni.

Accipitridae
Gli accipitridae sono una famiglia di uccelli predatori di medie e grandi dimensioni, divisi in più di 250 specie.
I più grandi esemplari sono gli avvoltoi con ben 9 specie presenti in India, ed ai quali abbiamo già dedicato un post, riguardo al loro drastico declino nel subcontinente negli ultimi 30-40 anni (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/09/il-declino-degli-avvoltoi-indiani.html).
Anche le vere aquile, del genere aquila, raggiungono notevoli dimensioni e tra le 4 specie presenti in India la più comune è sicuramente l’aquila delle steppe (aquila nipalensis) che frequenta il nord della penisola durante l’inverno.
Ben 4 specie di aquila serpentario abitano il subcontinente indiano, con il serpentario crestato (spilornis cheela) piuttosto diffuso e facilmente distinguibile dalle altre aquile di simili dimensioni (74 cm), grazie alla parte superiore della testa e del collo di colore nero, chiazzato di bianco, che contrasta con il dorso marroncino ed il ventre crema-arancione opaco.
Delle 5 specie del genere circus, che comprende una quindicina di albanelle, la più diffusa nel subcontinente è sicuramente la circus aeruginosus, in italiano falco di palude, che come dal nome è facilmente individuabile, durante la migrazione invernale in India, nelle aree paludose.
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Il nibbio bruno (milvus migrans)
Probabilmente l’uccello rapace di medio-grandi dimensioni più diffuso in India è il nibbio bruno (milvus migrans), che date le abitudini saprofaghe ha recentemente sostituito gli avvoltoi nelle funzioni di spazzini urbani ed ha ormai invaso anche le più grandi città: a Delhi e Kolkata, ad esempio, i nibbi bruni sono particolarmente numerosi.
Nelle campagne capita spesso di incontrare, soprattutto appollaiato sui fili della corrente, il piccolo nibbio bianco (elanus caeruleus), distinguibile da ogni altro rapace per le ridotte dimensioni, appena 33 centimetri, ed il corpo bianco con la parte superiore delle ali nere, da cui il nome inglese black-shouldered kite.
Leggermente più grande (35 cm) è la diffusissima shikra (accipiter badius), un astore molto comune anche nelle città, dove trova abbondanti prede, soprattutto tortore delle palme (spinopelia senegalensis).
Il suo tipico fischio spesso ne annuncia la presenza, appollaiato sui tetti delle case, pronto per scendere in picchiata sulle inconsapevoli vittime.

Pandionidae
La famiglia pandionidae, come la precedente parte dell’ordine accipitriformes, comprende un unico genere pandion, di cui facevano parte, fino a poco tempo fa, quattro sottospecie della nominale pandion haliaetus, ridotte a tre con l’elevazione del pandion cristatus a specie.
Si tratta del cosiddetto falco pescatore, che oltre ad aver sviluppato delle caratteristiche peculiari per sopperire alla sua dieta quasi esclusivamente a base di pesci, è presente in tutto il mondo con forme talmente simili, che appunto solo la popolazione oceanica (il già citato pandion cristatus) può essere con attenzione distinta dalle altre, particolare piuttosto raro negli uccelli, soprattutto i predatori.
In India è un migratore invernale su tutta la penisola, esclusa l’area centrale, ed è facilmente distinguibile per la testa bianca con una banda marrone sugli occhi, mentre in volo sono peculiari le grandi ali bianche striate di nero.

Falconidae
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Il nibbio bianco (elanus caeruleus)
Delle 62 specie di falconidae al mondo, circa una dozzina si possono incontrare nel subcontinente indiano, ma sono decisamente più rari degli accipitridae.
L’unica specie abbastanza diffusa è il gheppio comune (falco tinnunculus), che abita ampie praterie, zone coltivate e semidesertiche, e si distingue da altri falchi e falchetti, per una particolare predilizione per prede terricole piuttosto che volatili.
Per questo motivo capita spesso di osservarlo mentre si esibisce nel cosiddetto “spirito santo”, durante il quale con veloci battiti d’ali e tenendo la coda a ventaglio, rimane sospeso in aria per osservare il suolo in cerca di prede.

Tytonidae e Strigidae
La famiglia dei tytonidae comprende 19 specie di uccelli noti in italiano con il nome di barbagianni.
In India ne sono presenti due specie, con il barbagianni comune (tyto alba) piuttosto diffuso anche nelle città, dove di notte si può notare mentre solca il cielo con il suo piumaggio chiaro, in cerca di piccoli mammiferi, rettili e anfibi.
Gli strigidae sono una grande famiglia (più di 200 specie) di uccelli rapaci di varie dimensioni, prevalentemente notturni.
In India ne sono presenti una trentina di specie, di cui alcune piuttosto comuni e, nonostante le abitudini, facilmente avvistabili.
Di gran lunga la più diffusa è la piccola civetta macchiata (athene brama), presente in città e riconoscibile per le modeste dimensioni (appena 21 cm) e per i tipici forti sghignazzi che echeggiano spesso nella notte, soprattutto durante le fruttuose battute di caccia della stagione calda.
Nei villaggi di campagna la civetta macchiata viene spesso sostituita dalla civetta della giungla (glaucidium radiatus), di dimensioni ancora minori (20 cm), ma distinguibile facilmente per il piumaggio d’un marrone più scuro e striato di bianco.
Il barbagianni (tyto alba)
La sua presenza può essere più facilmente notata grazie ad abitudini parzialmente diurne.
I gufi di maggiori dimensioni sono difficili da avvistare, non solo per essere attivi principalmente di notte ma anche per il loro numero ridotto.
Le specie più comuni appartengono al genere otus, chiamati in italiano assiolo.
Il loro piumaggio mimetico, utile durante le lunghe ore in cui stanno appollaiati a riposarsi, rende il loro riconoscimento piuttosto difficile e le 7 specie presenti in India si distinguono principalmente in base alla distribuzione geografica.
Il più largamente distribuito, in quasi tutto il subcontinente, è l’assiolo indiano (otus bakkamoena), mentre localmente è l’assiolo orientale (otus sunia) ad essere più facilmente avvistabile.

Un ottimo posto dove osservare questi due assioli è la riserva ornitologica di Bharatpur in Rajasthan (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/bharatpur.html.

sabato 26 novembre 2016

Gli uccelli più comuni nel nord dell'India, famiglie scolopacidae, chadriidae, recurvirostridae e jacanidae

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La pittima reale (limosa limosa)
I cosiddetti limicoli, o trampolieri, sono un variegato gruppo di uccelli di piccole-medie dimensioni che vivono sulle rive di fiumi e specchi d’acqua, dove muniti di lunghe zampe, da cui il nome trampolieri, setacciano il fango ed il limo, da cui il nome limicoli.
In inglese vengono invece chiamati waders per la loro abitudine a “guadare” i corsi d’acqua, seppur non posseggano piedi palmati, bensì lunghe dita sottili.
Le dieci famiglie che fanno parte di questo gruppo e sono presenti in India, appartengono tutte all’ordine charadriiformes.
Tra le più numerose, i cui esemplari si possono osservare con una certa frequenza nel nord dell’India sono:  scolopacidae, charadriide, recuvirostridae e jacanidae.

Scolopacidae
La famiglia di limicoli più numerosa è quella degli scolopacidae, con 89 specie al mondo di cui ben 43 presenti nel subcontinente indiano.
Seppur non siano ormai molto diffusi nei centri urbani, si possono osservare spesso sulle rive di piccoli e grandi specchi d’acqua e nei fiumi con scarsa corrente.
La maggior parte degli scolopacidae si nutrono di piccoli invertebrati che trovano nel fango o sottoterra ed avendo la lunghezza di zampe e becco molto variabile, spesso più specie vivono a stretto contatto senza che si crei competizione per il cibo.
Il loro riconoscimento tassonomico è spesso molto difficile, a causa di colorazioni molto simili, sul marroncino-grigio, ma se si riesce ad avvicinarsi, con dei buoni binocoli dovrebbe essere possibile distinguere almeno le più evidenti caratteristiche.
Tra le specie di maggiori dimensioni, piuttosto diffuse sono: la pittima reale (limosa limosa), con il lungo becco dalla punta scura, e il combattente (philomachus pugnax), entrambi visitatori invernali delle aree occidentali della penisola indiana, mentre sono piuttosto rari i chiurli, genere numenius, a parte quello maggiore (numenius arquata), dal caratteristico lungo becco sottile leggermente curvato in giù.
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Il combattente (philomachus pugnax)
Molto rappresentato fra gli scolopacidae è il genere tringa, con 5-6 specie tra cui: la pettegola (tringa totanus), la pantana comune (tringa nebularia) ed il piro-piro boschereccio (tringa glareola), mentre il simile piro-piro piccolo, sempre abbastanza diffuso, appartiene al genere actitis, con nome completo actitis hypoleucos.
La distinzione sul campo tra questi limicoli risulta comunque alquanto difficile e richiede una notevole pazienza, ma è almeno possibile distinguerli dai beccaccini, genere gallinago, simili per dimensioni, ma con un becco più lungo e soprattutto un piumaggio d’un marrone più scuro e striato di bianco.
Il beccaccino comune (gallinago gallinago) ed il beccaccino strenuo (gallinago stenura) sono piuttosto comuni.
Gli scolopacidae di minori dimensioni fanno parte del genere calidris, di cui una dozzina di specie si possono incontrare in India, soprattutto il diffusissimo gambecchio comune (calidris minuta), facilmente confondibile con l’altrettanto comune gambecchio nano (calidris temminckii).

Charadriidae
Un’altra famiglia di limicoli molto numerosa in India è quella dei charadriidae, con 20 specie di cui alcune piuttosto diffuse.
La pavoncella dalle caruncole rosse (vanellus indicus) è molto comune nella grandi distese di sabbia e pietre dei letti di fiumi e sulle sponde dei laghi, ed è facilmente distinguibile per le escrescenze carnose di colore rosso tra il becco e gli occhi.
La pavoncella di fiume (vanellus duvaucelii) è leggermente meno comune, ma sempre abbastanza facile da avvistare e da distinguere, grazie all’assenza delle caruncole, al testa, muso e collo neri, con una piccolo ciuffo più lungo dietro al capo.
La pavoncella dalle carencule gialle (vanellus malabaricus) è più piccola delle precedenti ed oltre alle macchi gialle sul muso, può essere riconoscibile anche dall’avere solo la parte superiore del capo di colore nero.
La pavoncella dalla coda bianca (vanellus leucurus) si distingue, più che per la difficile individuazione del sottocoda bianco, per il corpo quasi completamente grigio.
Il piro-piro boschereccio (tringa glareola)
Tra i charadriidae, piuttosto diffusi sono anche pivieri e corrieri del genere charadrius, seppur le loro ridotte dimensioni ed i piumaggi molto simili rendano il loro preciso riconoscimento tassonomico piuttosto difficile.
Il corriere piccolo (charadrius dubius) frequenta le rive pietrose e fangose di laghi, fiumi e pozze, e si distingue dalle altre specie simili grazie alle dimensioni ridotte (solo 17 cm) ed alla banda nera sopra la testa durante il periodo degli accoppiamenti.

Recurvirostridae
La famiglia recurvirostridae comprende 6 specie di cavalieri e 4 di avocette, rappresentati in India da un esemplare ciascuno.
L’elegante cavaliere d’Italia (himantopus himantopus) è estremamente diffuso in tutto il subcontinente, nei pressi di grandi specchi d’acqua, dove se ne possono trovare gruppi anche numerosi.
L’altrettanto elegante avocetta (recurvirostra avosetta), col suo distintivo becco curvato in su, vive negli stessi ambienti del cavaliere, ma è decisamente più raro da avvistare in India, frequentando principalmente le zone più occidentali (Gujarat e Rajasthan) solo in inverno.

Jacanidae
I jacanidae sono limicoli di medie dimensioni, caratterizzati da grandi zampe e dita lunghe, con le quali camminano sulla vegetazione acquatica senza affondare, in cerca di insetti e piccoli invertebrati.
Delle 8 specie presenti al mondo, due vivono nel subcontinente indiano dove si incontrano piuttosto spesso presso laghi, stagni e pozze muniti di vegetazione superficiale.
La jacana alibronzate (metopidius indicus) è molto comune e facile da riconoscere grazie ad una banda bianca sopra gli occhi che contrasta con testa, collo e ventre neri.
La jacana codalunga (hydrophasianus chirurgus) è leggermente meno comune ma possiede una maggior distribuzione, frequentando altitudini più elevate.

La caratteristica lunga coda nera durante il periodo degli accoppiamenti la rende una specie inconfondibile, mentre il resto dell’anno si distingue dalla jacana alibronzate grazie a colori più chiari e ad una grande macchia gialla ai lati di testa e collo.

venerdì 25 novembre 2016

Gli uccelli più comuni nel nord dell'India, famiglie rallidae, phalacrocoracidae, podicipedidae, laridae e sternidae

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Rallo acquaiolo pettobianco (amaurornis phoenicurus)
Continuando la panoramica dei più diffusi uccelli indiani tra quelli legati ad ambienti acquatici, accenneremo alle famiglie: rallidae, phalacrocoracidae, podicipedidae, laridae e sternidae.

Rallidae
I rallidi sono una famiglia di uccelli di piccole-medie dimensioni, legati quasi sempre ad ambienti umidi, di cui fanno parte ralli, gallinelle, schiribille e folaghe.
Delle 18 specie presenti in India, alcune sono piuttosto comuni e caratteristiche, come ad esempio il rallo acquaiolo pettobianco (amaurornis phoenicurus), col dorso nero ed il sottocoda rossastro, che si incontra facilmente nei pressi di piccoli specchi d’acqua, coperti di vegetazione, anche nei parchi delle città (ad esempio, per alcuni anni ne abbiamo osservato un esemplare che stazionava in un canale d’acqua appena all’interno del campus dell’università di Varanasi).
Gallinella d'acqua (gallinula chloropus) con pulcino
La gallinella d’acqua (gallinula chloropus) ha le stesse dimensioni del rallo acquaiolo pettobianco (32 cm), ma si distingue per essere quasi totalmente nera, per il vistoso becco rosso con la punta gialla e per le abitudini più acquatiche: se il rallo acquaiolo pettobianco si può notare soprattutto mentre zampetta tra la vegetazione nei pressi dell’acqua, la gallinella la si osserva maggiormente mentre nuota sulla superficie.
La folaga comune (fulica atra) assomiglia alla gallinella d’acqua, ma si distingue per le maggiori dimensioni, 42 cm, e per il becco bianco, mentre, sempre tra la vegetazione degli specchi d’acqua, piuttosto comune in India è il pollo sultano (porphyrio porphyrio), la cui sottospecie indiana esibisce un vivace colore violaceo, oltre un grosso becco arancione munito di placca frontale.

Phalacrocoracidae
I cormorani, famiglia phalacrocoracidae, ordine suliformes, sono presenti in India con tre specie: indiano, maggiore e minore, cui aggiungere la simile aninga indiana (anhinga melanogaster), della famiglia anhingidae, ma sempre ordine suliformes.
Accidentali sono invece eventuali osservazioni di marangone minore (mycrocarbo o phalacrocorax pygmeus), registrate in passato nell’area degli stati occidentali di Haryana e Punjab.
Le differenze tra il cormorano indiano (phalacrocorax fuscicollis) e quello minore sono minime (phalacrocorax niger), con l’indiano leggermente più grande (63 cm contro 51) e più chiaro, ed è piuttosto difficile distinguerli tra loro.
L’indiano possiede dei caratteristici occhi blu, ma anche muniti di buoni binocoli è raro riuscire ad avvicinarsi fino a scorgere questo piccolo particolare.
Quello minore è più diffuso, quindi a lui andrebbero ascritti la maggior parte degli avvistamenti, ma sono entrambi piuttosto comuni nei pressi di grandi e piccoli fiumi, dove spesso stazionano, in piccoli gruppi, con le ali aperte per asciugarle dopo essersi tuffati in acqua per pescare piccoli pesci.
Il cormorano maggiore (phalacrocorax carbo) si distingue chiaramente dai precedenti per le dimensioni, che arrivano a circa 80 cm, mentre per quanto riguarda piumaggio e comportamenti, assomiglia in tutto alle altre due specie.
L’aninga indiana, detta anche uccello seprente, è simile al cormorano maggiore, ma possiede un corpo più slanciato, collo e becco più lunghi, con i quali si immerge agilmente nell’acqua in cerca di pesci.
Quando nuota il corpo rimane sommerso, lasciando spuntare solo il sinuoso collo, da cui il nome comune uccello serpente.

Podicipedidae
Il tuffetto comune (tachybaptus ruficollis)
La famiglia dei podicipedidae, unica dell’ordine podicipediformes, è composta da 22 specie di uccelli, chiamati in italiano svassi e tuffetti, di cui 5 si possono osservare in India.
In realtà, di queste ben 3 sono piuttosto rare, tra cui due invero solo accidentali, 1 è migratoria e presente in India solo in inverno, ma meritano una citazione grazie alla notevole diffusione del tuffetto comune (tachybaptus ruficollis) , facilmente avvistabile mentre nuota e si immerge in fiumi e laghi, anche di ridotte dimensioni.
Con soli 27 cm il tuffetto è il più piccolo dei podicipedidae, e possiede un piumaggio marroncino sul dorso e bianco sul ventre, mentre durante la stagione degli accoppiamenti il collo e la parte inferiore del muso diventano arancioni scuro.
Caratteristica è anche una piccola macchia gialla alla base del becco, difficile comunque da distinguere data la prontezza del tuffetto di immergersi nell’acqua e sparire al minimo segnale di pericolo.

Laridae e Sternidae
Larus ridibundus Oulu 20130506 03.JPG
Primo piano di un gabbiano testanera (chroicocephalus ridibundus)
Dell’ordine suliformes, di cui abbiamo poco fa visto i cormorani, fanno parte anche altre due famiglie con tre specie presenti in India, sulidae e fregatidae, ma si tratta di uccelli costieri ed oceanici, che non frequentano il nord del paese.
Discorso simile si può fare anche per molte altre famiglie di uccelli legati ad ambienti marini, ad esempio i procellaridae, seppur occasionalmente, in zoo, minizoo o piccoli giardini ornitologici, si possono ammirare dei grandi esemplari di pellicani, presenti in India con tre specie diverse, che frequentano le coste del Gujarat ed i grandi specchi d’acqua del Rajasthan, ma nessuna è molto diffusa.
Le uniche due famiglie di uccelli tendenzialmente marini ma riscontrabili con frequenza anche nell’entroterra del nord dell’India sono i laridae e gli sternidae, e l’unica specie della simile famiglia rynchophidae, tutte appartenenti all’ordine charadriiformes.
I gabbiani (laridae), partendo dalle coste, risalgono spesso i corsi dei fiumi e sul Gange, ad esempio, si possono incontrare a Varanasi, Allahabad e perfino Haridwar, ai piedi delle colline che precedono l’Himalaya.
Tra la dozzina di specie che frequentano il subcontinente indiano, la più diffusa è il gabbiano comune o testa nera (chroicocephalus ridibundus).
Primo piano di una sterna indiana di fiume (sterna aurantia)
Le terne (sternidae) sono uccelli molto simili ai gabbiani, ma di minor dimensioni e più aerodinamici.
Ottimi volatori, afferrano i pesci o gli insetti che stanno sulla superficie tuffandosi nell’acqua di grandi fiumi con poca corrente.
In India ne sono presenti 23 specie, tra cui la più diffusa è probabilmente la sterna indiana di fiume (sterna aurantia).
Ma il volatile maggiormente specializzato tra questi è l’indian skimmer (rynchops albicollis), dotato di un apposito becco con la parte inferiore decisamente più lunga (da cui il nome italiano becco a cesoie indiano), col quale riesce a setacciare la superficie dell’acqua continuando a volare velocemente.

Purtroppo il loro numero sta lentamente diminuendo, ma si possono talvolta osservare nei grandi corsi d’acqua privi di corrente, in particolare i fiumi Gange e Yamuna.

giovedì 24 novembre 2016

Gli uccelli più comuni nel nord dell'India, famiglie ardeidae, threskiornithidae, ciconiidae, gruidae e phoenicopteridae

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L'airone guardiabuoi (bubulcus ibis)
In questa II parte dedicata agli uccelli più comuni del nord dell’India, descriveremo brevemente alcune famiglie di volatili di medie e grandi dimensioni, legati ad ambienti acquatici: ardeidae, threskiornithidae, ciconiidae, gruidae e phoenicopteridae.

Ardeidae
La famiglia degli ardeidae, dell’ordine pelecaniformes, comprende varie specie di tarabusini, aironi ed egrette, di cui più di una ventina sono presenti nel subcontinente indiano.
Le egrette sono molto comuni in tutti gli specchi d’acqua dell’India, con il loro distintivo colore bianco, caratteristico di ben 6 specie, che rende comunque il loro riconoscimento tassonomico spesso difficile.
Il più comune è sicuramente l’airone guardiabuoi (bubulcus ibis), il più piccolo con un’altezza di circa 50 centimetri, e distinguibile durante il periodo dell’accoppiamento dal colore arancione chiaro che assumono la testa, il collo, le zampe ed un lungo ciuffo dietro alla testa.
Anche l’egretta minore o garzetta (egretta garzetta) è estremamente diffusa e si distingue dalla precedente per essere leggermente più grande (circa 63 cm di altezza), per il becco nero invece che bianco e per i piedi gialli, che contrastano con le zampe nere, facilmente riconoscibili quando in volo.
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L'airone bianco maggiore (ardea alba)
La garzetta intermedia (mesophoyx intermedia) e l’airone bianco maggiore (casmerodius albus o ardea alba) sono leggermente più rari e quasi sempre solitari.
Tra loro si distinguono solo per una decina di centimetri di differenza, con la prima intorno agli 80 e la seconda i 90.
La sgarza indiana (ardeola grayii) è pressoché onnipresente vicino ad ogni stagno, pozza ed acquitrino dove staziona in attesa di prede, mimitizzandosi piuttosto bene con un colore marroncino striato di bianco piuttosto anonimo.
In compenso, una volta in volo, rivela delle distintive ali d’un bianco immacolato, mentre durante la stagione degli accoppiamenti il dorso assume un colore violaceo e sviluppa un ciuffo bianco dietro la testa.
In estate, quando molti specchi d’acqua delle campagne si prosciugano, anche presso i fiumi che scorrono nelle grandi città, al crepuscolo, si possono osservare le nitticore (nycticorax nycticorax) che stazionano sugli argini, iniziando la loro nottata di caccia.
Tra gli altri aironi, piuttosto diffusi, soprattutto nelle campagne e all’interno di riserve e parchi, sono l’airone cenerino (ardea cinerea) e l’airone rosso (ardea purpurea), il primo abbastanza comune anche in Europa.

Threskiornithidae
Nycticorax nycticorax1.jpg
La nitticora (nycticorax nycticorax)
Molto simili a quella degli ardeidae, ed infatti appartenente allo stesso ordine dei pelecaniformes, è la famiglia degli threskiornithidae, della quale solo quattro specie si trovano in India, ma due abbastanza diffusamente, specialmente nel Kheoladeo Ghana National Park di Bharatpur (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/bharatpur.html).
La spatola eurasiatica (platalea leucorodia) è molto simile ad un’egretta bianca di medie dimensioni, ma si distingue chiaramente per il becco nero, molto lungo ed appiattito, col quale setaccia l’acqua in cerca di pesci e insetti acquatici.
L’ibis testanera (threskiornis melanocephalus) è invece un elegante uccello con il corpo bianco, testa, collo e zampe nere, ed un lungo becco scuro curvato verso il basso, che infila nel fango, in piccoli buchi e tra la vegetazione, alla ricerca di varie tipologie di prede: pesci, anfibi, crostacei e insetti.

Ciconidae
I ciconiidae, ordine ciconiiformes, sono una famiglia di grandi uccelli e seppur in India se ne possano incontrare ben 8 specie, raramente si avvicinano ai centri urbani ed i luoghi migliori per avvistarli sono le campagne nei pressi di fiumi o laghi, meglio ancora se protetti all’interno di uno dei tanti parchi naturali.
In aperta campagna è talvolta possibile notare qualche tantalo varipinto (mycteria leuococephala), un grande uccello alto circa 90 cm, dal lungo becco giallo, muso glabro rosa, corpo bianco ed ali striate di nero.
L’anastomo asiatico (anastomus oscitanus), dal caratteristico becco aperto, da cui il nome inglese openbill, e la cicogna collonero (ephippiorhynchus asiaticus), alta fino a 135 cm, sono decisamente più rare, ma spesso avvistabili nella riserva ornitologica di Bharatpur.

Gruidae
La spatola eurasiatica (platalea leuocorodia)
La famiglia dei gruidae, ordine gruiformes, è rappresentata in India da ben 4 specie, con una quinta, la gru siberiana (grus leucogeranus), che ha smesso di frequentare il subcontinente indiano, sempre nel parco nazionale di Bharatpur, dal non lontano 2002.
La gru di sarus (grus antigone), arrivando a raggiungere i 180 cm, è l’uccello volante più alto al mondo, tipico di vasti terreni umidi.
Nonostante la riduzione dell’habitat ed una leggera caccia, soprattutto alle grandi uova, da parte delle popolazioni rurali, la gru di Sarus in certe aree, come la zona settentrionale della pianura gangetica, è molto diffusa e, grazie anche alle notevoli dimensioni, alla mattina presto si può spesso osservare dai finestrini di macchine, autobus e treni.
Distintivi, oltre alla notevole altezza, sono il muso rosso ed il corpo grigio chiaro.
La damigella di Numidia (gru virgo) è la più diffusa e più piccola tra le 14 specie viventi di gru ed è piuttosto comune negli specchi d’acqua indiani, soprattutto in Rajasthan, mentre più rare sono le simili ma più grandi gru cenerina e gru dal collonero.

Phoenicopteridae
Delle 6 specie di fenicotteri presenti al mondo, 2 possono essere osservate in India, il fenicottero maggiore (o rosa) ed fenicottero il minore.
Il maggiore misura 110 cm, mentre il minore circa 90, e si distinguono per il colore rosa chiaro del becco del primo, mentre nel secondo è rosso scuro.

Al mondo è più diffuso il maggiore, presente sulle coste e le aree occidentali dell’India, mentre il fenicottero minore è tipico dell’Africa subsahariana, con una grande popolazione nel deserto salmastro del Rann in Gujarat.

mercoledì 23 novembre 2016

Gli uccelli più comuni nel nord dell'India, famiglie phasianidae e anatidae

Wasgamuwa Peacock.JPGGrazie alle notevoli estensioni del territorio, alla presenza di numerosi ecosistemi ed alla nota pacificità delle religioni locali, l’India ospita quasi 1.300 specie diverse di uccelli di cui ben 61 endemiche.
Oltre al notevole numero, quello che colpisce è la confidenza, spesso quasi la sfrontatezza, degli uccelli indiani nel vivere a più o meno stretto contatto con gli esseri umani.
Per questo motivo, in India gli uccelli sono presenti pressoché ovunque, non solo nelle giungle più sperdute o nelle sterminate campagne, ma anche nelle più popolose metropoli.
Dato l’elevato numero, abbiamo suddiviso l’argomento seguendo la tassonomia delle famiglie e degli ordini alle quali appartengono gli uccelli indiani più comuni e caratteristici.
In questo post accenneremo brevemente ai phasianidae e agli anatidae: i primi tipici delle campagne, umide e  asciutte, i secondi legati a medio-grandi specchi d’acqua.

Phasianidae
I phasianidae sono una famiglia dell’ordine galliformes e comprendono uccelli di terra come quaglie, pernici e fagiani.
Al mondo ne esistono 156 specie, di cui ben 46 si possono incontrare sul territorio indiano.
Il più noto e caratteristico esemplare è il pavone indiano (pavo cristatus), talmente diffuso ed importante culturalmente da essere stato eletto l’uccello nazionale dell’India.
Ancora oggi sono molto comuni, nelle campagne ma anche nei parchi dei centri urbani, donando colore alle grigie giungle d’asfalto.
Nell’induismo il pavone è legato al culto del dio Krishna, che viene sempre rappresentato con una sua piuma tra i capelli.
Oltre a questo, gli elaborati disegni delle piume e gli sgargianti colori hanno spesso ispirato numerosi artisti, ed il pavone è spesso rappresentato sia in pittura che in scultura.

Flying Beauty Peacock.JPGSe i pavoni sono piuttosto diffusi e facilmente avvistabili, le altre specie di uccelli appartenenti alla famiglia dei phasinidae non sono molto comuni e quasi sempre risultano molto schivi in vicinanza dell’uomo, a causa delle loro abitudini terrestri che da sempre ne hanno fatto una facile preda.
Molto diffuso, ed in certi casi piuttosto confidente, è il francolino grigio (francolinus pondicerianus) che frequenta zone semidesertiche e cespugliose, molto comuni nel subcontinente indiano.
Il suo colore marroncino-grigio lo mimitizza molto bene nella vegetazione e tende a fuggire rapidamente correndo dietro i cespugli al primo segnale di pericolo, ma la sua presenza è spesso facilmente intuibile dai ripetuti richiami che echeggiano nelle vaste campagne.
Dove vive a stretto ma pacifico contatto con l’uomo, può comunque dimostrare una certa confidenza.

Un’altra specie di phasianidae che merita sicuramente una menzione è il fagiano kalij (lophura leucomelanus), un meraviglioso fagiano di colore nero, talvolta macchiato di bianco, con il muso glabro rosso, che vive sull’Himalaya.
Seppur l’areale del fagiano kalij sia quindi alquanto circoscritto, in certe zone è piuttosto comune, e lo si può incontrare talvolta, specialmente alla mattina o al tramonto, ai lati delle strade.
Un luogo piuttosto comodo dove è facile avvistare questo splendido uccello, specialmente in primavera, è la collina sopra al paesino di Bhagsu, nei pressi di McLeodganj e Dharamsala (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/09/luoghi-sacri-buddisti-xi-parte.html), nello stato montano dell’Himachal Pradesh.
Anche in Nepal il fagiano di Kali è piuttosto diffuso e abbastanza comune, e lo si può incontrare, senza andare troppo lontano, già nelle colline attorno alla Valle di Kathmandu.

Anatidae
La famiglia degli anatidae, dell’ordine degli anseriformes, comprende 131 specie al mondo di uccelli adattati ad una vita acquatica, ad esempio le zampe palmate, note comunemente con i nomi di oche e anatre.
Come i phasianidae, anche gli anatidae sono stati a lungo preda dell’appetito umano ed oggigiorno non sono molto comuni nei centri urbani, seppur le loro abitudini legate all’acqua lo rendano facilmente individuabile nei grandi laghi e fiumi del subcontinente indiano, che ne ospita ben 42 specie.
Molte comunque sono specie migratorie e tendono a visitare l’India in inverno, per poi risalire a nord quando le temperature del subcontinente iniziano a salire e gli specchi d’acqua a prosciugarsi.
Probabilmente il posto migliore per osservare gli anatidae è il Keoladeo Ghana National Park, situato, piuttosto comodamente, nei pressi della città di Bharatpur (per ulteriori dettagli http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/bharatpur.html), vicino ad Agra, e non molto lontano dalla capitale Delhi.

Tra le specie più comuni citiamo l’oca indiana (anser indicus), o bar-headed goose in inglese, un anatidae di medie dimensioni che in estate nidifica in grandi colonie presso i laghi d’alta montagna del centro Asia, mentre in inverno scende nel subcontinente indiano.
Come dal nome inglese, la caratteristica fisica principale dell’oca indiana sono le due barre nere sulla testa, molto evidenti anche per i colori bianco e grigio chiaro del resto del corpo.
Peculiarità di quest’oca è di essere ritenuta una delle specie di uccelli che vola alle maggiori altitudini, superando l’Himalaya spesso in zone sopra ai 7.000 metri e talvolta forse anche gli 8.000.
Queste straordinarie performance dell’oca indiana sono dovute principalmente a due fattori: le grandi ali, di dimensioni maggiori a tutti gli altri anatidi, ed un’alta concentrazione di emoglobina nel sangue, che permette di ossigenare meglio i tessuti muscolari.


Oltre all’oca indiana, piuttosto comuni e riconoscibili sono anche: il mestolone comune (anas clypeata), l’alzavola (anas crecca), il codone comune (anas acuta), l’oca selvatica (anser anser), la casarca comune (tadorna ferruginea) e il moriglione (aythya ferina).