sabato 12 novembre 2016

La colonizzazione dell'India, i portoghesi, II parte, lo Stato di Goa

La Basilica del Buon Gesù
Lo Stato di Goa fu per circa 400 anni il centro della colonizzazione portoghese, la cui influenza rimane ancora oggi molto evidente.
Innanzitutto la percentuale di cristiani raggiunge circa il 26%, piuttosto elevata tenendo presente che solo il 2,3% del totale degli indiani è di fede cristiana, ed è un fattore che contribuisce alla diversità culturale della zona, che rimane a maggioranza induista (66%, con il restante 8% di mussulmani).
Questo nonotante i portoghesi ebbero anche la pessima idea di portare l’inquisizione anche nel subcontinente indiano, tra gli anni 1560 e 1812, proprio per cercare di cristianizzare l’area.
Le influenze portoghesi più evidenti sono riscontrabili: nella cucina, con vari piatti non-vegetariani che possono comprendere, oltre al pesce, anche maiale e manzo; nel consumo di bevande alcoliche, regolato da leggi meno rigide che nel resto del paese; e chiaramente nell’architettura, con la costruzione di un numero particolarmente elevato di chiese.
Linguisticamente invece, nonostante il portoghese sia stato la lingua ufficiale durante tutto il periodo coloniale, oggigiorno viene parlato solo da anziani di cultura elevata.

Tra le città più grandi dello stato, i centri urbani che conservano i migliori esempi di architettura portoghese sono Panjim e Old Goa, la nuova e la vecchia capitale.
Panjim, oggigiorno chiamata Panaji, prima dell’arrivo dei portoghesi era un piccolo villaggio sul fiume, sviluppato poi in città come alternativa ad Old Goa, al tempo afflitta da epidemie di malaria e colera (forse anche peste), diventando residenza del Vicerè nel 1759 e capitale dell’India Portoghese nel 1843
Oltre a poter quindi vantare di essere il primo esempio di città pianificata del subcontinente indiano, Panaji ospita alcuni pregevoli edifici in stile portoghese, da grandi chiese barocche a palazzi privati dotati di balconi e tetti in tegole rosse, senza dimenticare l’ampia promenade sul lungofiume.
Gli esempi architettonici più notevoli sono: la Chiesa di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione, costruita nel 1541 in stile barocco portoghese; il grande Adhil Shahi Palace, in tipico stile coloniale; ed il Palazzo dell’Istituto Menez Braganza (precedentemente Istituto Vasco da Gama), fondato nel 1871 con lo scopo di promuovere a Goa attività legate alle lingue, la letteratura, l’arte e la cultura.
Infine, sempre a Panaji, si può ammirare il quartiere latino, un’area della città tipicamente portoghese, con strette vie lastricate, sulle quali si affacciano ville e palazzine, con balconi sporgenti dai colori pastello e tetti di tegole rosse.

Old Goa invece possiede un numero particolarmente elevato di grandi chiese (tanto da essere soprannominata la Roma d’Oriente), che per la loro importanza storico-artistica sono protette dall’UNESCO, sotto la denominazione Churches and Convents of Old Goa.
Dal 1510 furono infatti numerosi gli ordini cristiani cattolici che si stabilirono nella zona ed edificarono chiese e conventi, spesso di notevole valore artistico oltre che religioso.
Gli stili architettonici predominanti sono manuelismo (tardo barocco portoghese), manierismo e barocco, che proprio tramite i portoghesi fecero la loro apparizione in Asia.
I monumenti che fanno parte del sito protetto dall’UNESCO sono numerosi e chiaramente rappresentano i migliori esempi dell’architettura religiosa dello Stato Portoghese dell’India.

La Chiesa di Nostra Signora del Rosario è la più antica tra quelle rimeste ad Old Goa e venne costruita nel 1543.
Dalla struttura simile ad una piccola fortezza, è dotata di una tozza torre del campanile con agli angoli quattro piccole torri circolari e segue principalmente gli stili tardo gotico e manuelino.

La Se Cathedral venne iniziata nel 1562, ricostruendo una precedente cattedrale diventata troppo piccola, ma i lavori terminarono solo 1631.
Tra le cause, le enormi dimensioni, con una lunghezza di circa 90 metri, che ne fanno l’edificio più grande costruito in India dai portoghesi.
La facciata possiede tre grandi portali e una torre del campanile sulla sinistra, che faceva coppia con una sulla destra, purtroppo distrutta da un temporale nel 1766.
L’interno è costituito da tre navate, divise da colonnati ed è ancora oggi sede dell’Arcivescovato di Goa.

La costruzione della Basilica del Buon Gesù venne iniziata dai Gesuiti nel 1594 e consacrata nel 1605.
La facciata in stile manieristico possiede tre portali ed è divisa in tre piani mentre l’interno è composto da un’unica grande navata.
Qui, fin dal 1655, sono custoditi i resti di San Francesco Saverio, in un’urna d’argento costruita da artigiani locali, mentre il mausoleo è stato eseguito dall’artista fiorentino Giovanni Battista Foggini nel 1697.
Costruito in marmo bianco italiano, l’opera venne offerta dal Granduca di Toscana Cosimo III de Medici, e messa in sito dall’artista Francesco Ramponi, inviato appositamente a Goa nel 1698.
La cappella principale possiede un altare dorato del 1699 dedicato all’Infante Gesù e un’immagine di Sant’Ignazio di Loyola.
L’importanza religiosa ed artistica rendono la Basilica del Buon Gesù l’edificio portoghese più rinomato in India.

I Francescani furono il primo ordine ad arrivare a Goa e già nel 1517 ottennero il permesso di costruire un convento e nel 1521 la Chiesa di San Francesco d’Assisi, che verrà ricostruita nel 1661.
Gli Agostiniani costruirono un convento ed una chiesa nel 1597, ma purtroppo oggi sono in rovina a causa del collasso della volta principale nel 1842 e della facciata nel 1936.
Infine, i Chierici Teatini giunsero a Goa nel 1639 e tra il 1656 ed il 1661 fecero edificare la grande Chiesa della Divina Provvidenza o di Sao Caetano, essendo consacrata sia a Nostra Signore della Divina Provvidenza che a San Gaetano.

Disegnata da due architetti italiani, ha una forma a croce greca ed una facciata ispirata alla Basilica di San Pietro a Roma.

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