giovedì 3 novembre 2016

L'Islam in India, lo stile architettonico indo-islamico detto revival indo-saraceno

Victoria Public Hall, Chennai.JPG
Il Victoria Public Hall di Chennai
Con il declino della dinastia Moghul, iniziato alla morte dell’imperatore Aurangzeb nel 1707, ed il lento affermarsi dei colonizzatori britannici, per molti anni la produzione architettonica del subcontinente indiano venne limitata a piccole e grandi fortezze, molto utili in un periodo storico alquanto bellicoso.
Quando infine gli inglesi riuscirono a tenere sotto stretto controllo l’intero subcontinente, grossomodo dopo la rivolta indiana del 1857, ricominciarono le grandi opere di architettura, con l’affermazione di un originale stile chiamato revival indo-saraceno.
Alternativamente viene detto Moghul-gotico o indo-gotico, per indicare la commistione tra elementi locali ed europei, in particolare gli stili gotico e neoclassico, che erano i più diffusi a quel tempo.
Essendo opere costruite dagli inglesi non si può parlare propriamente di architettura indo-islamica, ma ne rappresentano artisticamente l’evoluzione.

Grazie alle notevoli estensioni dell’Impero Britannico nel subcontinente indiano, ottimi esempi di revival indo-saraceno si possono trovare in tutta l’India, ma anche in Pakistan, Bangladesh, Malaysia e perfino l’Inghilterra stessa.
La maggior parte di questi grandi ed elaborati palazzi avevano funzioni amministrative e pubbliche, ad esempio ospitare ministeri, tribunali, stazioni ferroviarie o uffici postali, altri invece avevano funzione di rappresentanza.

Kolkata
Probabilmente il miglior esempio di revival indo-saraceno (e forse di architettura britannica in India) è il Victoria Memorial di Kolkata, che non a caso venne fondata dagli inglesi e fu a lungo la capitale dell’India Britannica.
Questo enorme edificio di marmo bianco è collocato all’interno di un vasto e ben curato giardino ed aveva lo scopo, riuscito, di esaltare il potere e le capacità dei colonizzatori.
Secondo alcuni lo stile è un connubio tra la St. Paul Cathedral di Londra ed il Taj Mahal di Agra, e seppur in realtà non assomigli molto a nessuno dei due, è comunque indicativo del pregevole sforzo nel mescolare stili alquanto diversi.

Delhi
Anche Delhi fu per lungo tempo capitale dell’India Britannica ma gli architetti inglesi che si prodigarono nella costruzione di New Delhi non erano molto propensi ad utlizzare elementi locali e sono pochi gli edifici che possono essere considerati revival indo-saraceno
Uno di questi è il Secretariat Building di Rajpath, costruito nel 1912, composto da due blocchi separati (nord e sud) che ospitano i ministeri indiani più importanti nonché l’ufficio del primo ministro, ed è caraterizzato dalle piccole e graziose cupole di chiara origine indo-islamica.

Un altro ottimo esempio di revival indo-saraceno a Delhi è l’Hyderabad Palace, fatto costruire nel 1928 dall’architetto Edward Luytens per l’ultimo Nizam di Hyderabad, Osman Ali Khan.
Questi però non apprezzò lo stile, troppo occidentale per i suoi gusti, e raramente lo utilizzò, mentre invece il Governo Indiano, a cui passò nel 1948 con l’abolizione dei titoli nobiliari, sfrutta i suoi ampi ed eleganti saloni per i banchetti ufficiali con i dignitari stranieri.

Mumbai
Grazie all’importanza commerciale, seppur non sia mai stata capitale dell’India Britannica, anche Mumbai ha sempre attirato le attenzioni degli inglesi, che vi costruirono numerosi edifici in perfetto stile revival indo-saraceno.
L’esempio più caratteristico è la stazione ferroviaria Chhatrapati Shivaji Terminus (precedentemente Victoria Terminus) di tale importanza storico-artistica che dal 2004 fa parte dei monumenti protetti dall’UNESCO.
Costruita nel 1887 per commerorare il giubileo della regina Vittoria, questa magnifica costruzione è influenzata da vari stili: gotico vittoriano, gotico italiano e moghul.


Molto noto come simbolo della città di Mumbai, purtroppo anche per essere stato al centro dell’attentato terroristico del 2008, è il grande edificio che ospita il Taj Hotel, affacciato sul mare, nei pressi dell’altrettanto famosa Gateway of India, altro ottimo esempio di revival indo-saraceno.

Sempre a Mumbai non si può dimenticare anche il pregevole palazzo che ospita l’Ufficio Postale Centrale, ispirato al Gol Gumbaz di Bijapur (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/10/lislam-in-india-lo-stile-architettonico_31.html) e dotato di un gigantesco salone, posto sotto alla grande cupola centrale.

Chennai
Ripon Building Chennai.JPG
Il Ripon Building di Chennai
Scendendo a sud, un’altra città che vanta un ricco passato britannico è Chennai, al tempo Madras, dove oggi si possono ammirare ottimi esempi di architettura indo-islamica.

La Senate House dell’Università di Madras, costruita tra il 1874 ed il 1879, è uno dei primi edifici in stile indo-saraceno d’un colore rosso sbiadito, ricco di caratteristici archi e cupole, e dotato di un grande salone centrale dall’altissimo soffitto.

Il Victoria Public Hall, costruito per il giubileo della regina Vittoria e terminato nel 1890, è un grande palazzo rettangolare in mattoni, dotato di una inusuale, quanto pregevole, torre “all’italiana” e di un colonnato in stile corinzio.

Il Palazzo del Tribunale (Madras High Court), inaugurato nel 1892, è caratterizzato dal colore rosso della muratura ed il bianco del marmo di cupole, colonne e cornicioni che lo abbelliscono.

La Galleria d’Arte Nazionale è ospitata in un magnifico edificio, in perfetto stile indo-saraceno, costruito nel 1906, ma purtroppo chiuso dal 2004 a causa delle precarie condizioni della struttura.

Il grande palazzo bianco chiamato Ripon Building è forse l’esempio più maturo di revival indo-saraceno, essendo stato completato nel 1913, e come tale mostra tutte le maggiori influenze tipiche di questo originale stile.
Di base si tratta di architettura neoclassica, con combinazioni di gotico, ionico e corinzio, senza dimenticare tocchi tipici indo-islamici.

Sempre nel sud dell’India, merita un’ultima citazione il Palazzo di Mysore, completato nel 1912 come residenza della dinastia Wodeyar sovrani di Mysore.

Costruito in pietra, con cupole di marmo, questo palazzo a tre piani è il risultato, ben riuscito, del connubio tra architettura indù, islamica, rajput e gotica.

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