sabato 19 novembre 2016

La colonizzazione dell'India, i britannici, II parte

Compagnia di soldati indiani a Bangalore nel 1804
In questi nostri post dedicati alla colonizzazione dell’India ci siamo soffermati principalmente sugli aspetti positivi, cioé le influenze culturali, soprattutto artistiche, ma non possiamo certo dimenticare che i coloni agivano quasi esclusivamente per interessi personali e guadagnare il più possibile dallo sfruttamento delle risorse locali.
Detto questo, le colonizzazioni, essendo avvenute spesso in luoghi piuttosto arretrati, hanno portato anche alcuni importanti contributi e innovazioni, che hanno favorito, seppur indirettamente, lo sviluppo dei paesi colonizzati.
In India, i britannici hanno effettivamente contribuito in numerosi campi, tenendo anche presente che essendo all’epoca il Regno Unito particolarmente all’avanguardia, molte innovazioni sono state portate nel subcontinente indiano in anticipo su molte parti del pianeta.

Esempio emblematico è la rete ferroviaria: la prima linea in Inghilterra venne stabilita nel 1825 e già nel 1853 venne inaugurata la Bombay-Thane, prima tratta indiana.
La costruzione di una capillare rete ferroviaria è probabilmente il più evidente testimone della lunga colonizzazione inglese e all’indomani dell’indipendenza nel 1947, l’India poteva vantare un ottimo sistema ferroviario, almeno per quei tempi, che è ancora oggi alla base delle mastodontiche ferrovie indiane, che, nonostante debbano affrontare varie problematiche, offrono un servizio più che accettabile, anche tenendo presente il buon rapporto qualità-prezzo (i treni indiani sono piuttosto lenti ma anche molto economici).

Giudici e ufficiali (induisti sopra, mussulmani sotto) a Bombay nel 1805
Oltre alle ferrovie, e chiaramente anche alle strade, i britannici in India dedicarono molto tempo e risorse a creare una vasta serie di canali per migliorare l’agricoltura in aree particolarmente aride e soggette a devastanti carestie.
Il problema dell’acqua in India (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/07/lacqua-in-india.html) è piuttosto grave ancora oggi e già da secoli erano iniziati interventi in merito, prima con il sultano di Delhi Firoz Shah Tuglaqh, intorno alla metà del XIV secolo, quindi con gli imperatori Moghul, in particolare Akbar e Shah Jahan, ma furono gli inglesi, grazie ad una migliore tecnologia, a creare una vera e propria rete di lunghissimi canali.

Anche i servizi di poste e telegrafo vennero istituiti dagli inglesi, già durante il periodo sotto la Compagnia Britannica delle Indie Orientali (dal 1757 al 1858).
Il servizio postale pubblico venne inaugurato nel 1837, successivamente revisionato nel 1850, e dopo il passaggio del potere alla Corona Reale, nel 1861 in India erano presenti 889 uffici postali.
I primi esperimenti per installare un servizio telegrafico vennero iniziati nel 1851 e nel 1854 venne emessa la prima serie di leggi per la sua regolamentazione.

Due campi dove l’influenza britannica è rimasta forte fino ai giorni nostri sono anche il sistema giudiziario e scolastico, basati sul modello inglese.
Seppur dal punto di vista socio-culturale lasciarono ampie libertà agli indiani, cercando di interferire il meno possibile con le complese tradizioni locali, i britannici comunque provarono a migliorare alcuni aspetti che venivano considerati umanamente intollerabili.
Grazie a loro, ad esempio, il rituale sacrificio delle vedove che si immolavano sulla pira del marito, detto sati (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/sati.html) venne reso illegale, mentre gli sforzi per bandire i matrimoni tra e con bambini raggiunsero solo parziali risultati.

I magazzini dell'oppio di Patna nel 1814
Un altro retaggio piuttosto importante lasciato in India dai britannici è linguistico, con l’inglese ancora oggi considerato lingua ufficiale del Governo Indiano insieme all’hindi e molto conosciuto dalle persone istruite (seppur purtroppo siano ancora una percentuale piuttosto bassa).
Indubbiamente una maggior dimestichezza nella lingua internazionale più diffusa ha aiutato gli indiani ad aprirsi al mondo, senza dimenticare che, a causa delle differenze linguistiche all’interno del paese, l’inglese serve anche per la comunicazione tra gli indiani stessi.
Olre a questo, il contatto tra l’inglese e gli idiomi locali ha portato alla creazione di linguaggi sincretici, (fenomeno linguisticamente aberrante ma culturalmente rilevante) come l’hinglish, che seppur non possa ancora essere considerato una vera e propria lingua, si sta diffondendo sempre più tra le crescenti classi medie (per ulteriori dettagli http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/02/lingua-inglese-in-india.html).


Infine, per quanto riguarda l’influenza britannica nell’arte, i migliori esempi provengono senz’altro dall’architettura, con la costruzione di edifici in perfetto stile inglese (soprattutto chiese, ma anche uffici pubblici ed  abitazioni private) e la creazione dell’intrigante stile Revival Indo-Saraceno, che prevede l’accostamento di più stili, europeo, indù, islamico e Moghul, ed al quale abbiamo dedicato un post specifico http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/11/lislam-in-india-lo-stile-architettonico_3.html.

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