mercoledì 26 aprile 2017

Le etnie del Nepal, II parte

Il tempio Nyatapola di Bhaktapur, uno dei migliori esempi d'arte newari
Continuando la nostra panoramica delle etnie nepalesi, in questo post accenneremo brevemente ai tharu, i tamang ed i newar.

L’etnia più caratteristica e numerosa delle pianure del Terai, situate al confine con l’India, è sicuramente quella tharu, i primi abitanti della zona.
Questo grazie ad una delle loro peculiarità più notevoli, cioè una resistenza genetica alla malaria, che in passato gli aveva concesso quasi un monopolio sullo sfruttamento agricolo di queste aree.
Successivamente però i tharu iniziarono a subire sempre di più l’invasione di altri gruppi etnici, provenienti dalle colline e dalla vicina India, ed a causa dello scarso peso politico, dovuto ad una certa arretratezza culturale, col tempo sono finiti per diventare in molti casi poveri agricoltori al servizio di ricchi possidenti.
Originariamente pare che fossero dei clan di Rajput che migrarono dal deserto del Rajasthan e che successivamente si mischiarono a popolazioni locali, da cui derivano i tratti mongolidi di molti suoi membri, che oggigiorno sono circa il 6,6% della popolazione del Nepal.
Le loro credenze sono animiste, ma sempre più influenzate dall’induismo, ed in quanto abitanti e profondi conoscitori delle foreste sono ottimi cacciatori e pescatori.
Le case caratteristiche tharu sono di fango con tetti di paglia, dotate di poche finestre per cercare di isolare l’interno dalle elevate temperature esterne.

I tamang sono genti tibeto-birmane che abitano principalmente le alte colline e la zona centrale dell’Himalaya.
Nonostante siano tra i più antichi abitanti di queste terre e siano piuttosto numerosi, costituendo il 5.8% della popolazione totale del Nepal, i tamang sono una delle etnie che più ha risentito del progressivo affermarsi delle genti khas che spesso confiscarono le loro proprietà per ridistribuirle a potenti chhetri e bahun (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2017/04/le-etnie-del-nepal.html), che li indussero in uno stato di semi schiavitù ed ancora oggi i tamang spesso svolgono i lavori più umili.
In realtà, grazie alle loro pronfonde origini buddiste, i tamang sono i maggiori produttori di artigianato in stile tibetano, soprattutto di thangka e tappeti, ma anche altri souvenir.
Tra le caratteristiche tipiche, nei territori abitati prevalentemente da Tamang, in particolare le aree di montagna del Langtang e dell’Helambu a nord di Kathmandu, si possono incontrare chorten, piccoli altari buddisti, e muri di pietre mani, grandi sassi sui quali sono incisi mantra (preghiere) in eleganti caratteri tibetani.
Le abitazioni tamang, come quelle delle altre etnie, sono in pietra o mattoni, intonacate di fango e con il tetto di paglia, ma si distinguono spesso per la presenza di un porticato davanti all’entrata.

I membri dell’etnia newari sono considerati i primi abitanti della Valle di Kathmandu, seppur la loro origine non sia ben definita, presentando caratteristiche molto originali che sembrano spesso una mescolanza di tradizioni buddiste tibeto-birmane ed induiste indoeuropee.
Questo è evidente sia nella lingua newari, che appartiene alla famiglia delle lingue tibetane ma usa i caratteri devanagari della famiglia indoeuropea tipica del sucontinente indiano, sia nella religione praticata dai suoi membri, che presenta molte caratteristiche comuni sia all’induismo che al buddismo, seppur le percentuali vedano circa l’84% praticante l’induismo ed il 16% il buddismo.
Anche i tratti somatici sono poco indicativi essendo presenti nella maggior parte dei casi tratti mongoloidi, ma talvolta anche australoidi e caucasico-negroidi.
Storicamente, dopo aver governato sulla Valle di Kathmandu per circa 500 anni, con la dinastia Malla che dotò la valle delle più importanti opere artistiche, furono sconfitti nel 1769 dalla dinastia Shah proveniente da Gorkha, che determinò il lento declino dell’etnia newari.
Anche più recentemente i newari divennero vittima di gravi discriminazioni politiche, soprattutto quella di fare del khas-gorkhali la lingua ufficiale del Nepal, con il motto Ek desh ek bhasha, Una nazione una lingua, rendendo il newari un idioma non ufficiale.
Nonostante queste difficoltà, grazie al prestigio accomulato nei secoli, l’aristocrazia newari ha sempre avuto un buon rapporto con gli organi del potere, grazie alla quale hanno sempre potuto esercitare una discreta influenza ed ancora oggi occupano vari posti di rilievo nell’amministrazione del paese.
Con la recente fine della monarchia della dinastia Shah e l’appoggio politico dei maoisti che hanno sempre difeso la pluralità etnica del Nepal, la cultura newari sta vivendo un nuovo periodo di relativa prosperità e riconoscimento per le capacità commerciali, loro principale occupazione, ed artistica.
Grazie a risorse economiche spesso superiori alla media, i ricchi newari erano soliti farsi costruire abitazioni molto grandi ed eleganti, in mattoni e con i tetti di tegole, dove in città il primo piano era spesso occupato da negozi ed attività commerciali, mentre nelle campagne fungeva da stalla per gli animali domestici.

Seppur oggiogiorno questi stili stiano scomparendo, nella Valle di Kathmandu sono ancora numerosi i vecchi edifici con queste tipiche caratteristiche.

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