giovedì 20 aprile 2017

I santuari di Binayak

Come accade per il dio Vishnu nella sua forma di Narayan (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2017/04/i-santuari-di-narayan.html) anche al dio Ganesha, noto in Nepal con il nome di Binayak, sono dedicati quattro importanti santuari sparsi nella Valle di Kathmandu.
Religiosamente si tratta di templi molto venerati, di leggero interesse artistico ed escluso uno sono situati in luoghi particolarmente piacevoli e suggestivi, neppure troppo scomodi da raggiungere.
Partendo dal più vicino a Kathmandu questi santuari sono chiamati: Ashok Binayak, Jal Binayak, Karya Binayak e Surya Binayak.

Il più frequentato di questi templi dedicati a Ganesha è sicuramente l’Ashok Binayak, grazie alla posizione nella centralissima Durbar Square di Kathmandu.
In realtà la posizione di questo piccolo tempio rappresenta un classico esempio del talvolta conflittuale rapporto tra religione e modernità.
Esso infatti si trova in un angolo della piazza piuttosto claustrofobico ed i devoti che si fermano davanti al tempio per salutare la divinità ostacolano completamente il traffico, creando una confusione spesso allucinante, con motociclisti che spintonano anziane signore e bambini che rischiano di essere investiti ad ogni istante, tra il suono incessante dei clacson misto a quello delle campanelle che adornano il tempio.
La costruzione, per fortuna, ha dimensioni molto ridotte ed ospita giusto un’immagine di pietra di Ganesha riccamente adornata e si distingue per avere il tetto piatto sprovvisto di gajur, l’elemento a punta che sovrasta i templi nepalesi.
Il piccolo edificio quadrato è protetto da una ringhiera in ottone, come anche il piccolo portale d’entrata.

Il tempio di Jal Binayak, tra questi quattro santuari dedicati a Ganesha, è probabilmente il più interessante dal punto di vista artistico ed è situato in un luogo particolarmente suggestivo, non troppo scomodo da raggiungere, trovandosi a circa 6 chilometri a sud di Kathmandu, lungo la strada che porta al famoso tempio di Dakshinkali (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/03/il-tempio-di-dakshinkali.html).
Il posto è conosciuto come la Gola di Chobar, dal nome di un paesino situato nei pressi, e rappresenta il punto in cui, in tempi preistorici, si creò la spaccatura, probabilmente causata da fenomeni sismici, che lentamente prosciugò il lago che occupava la Valle di Kathmandu.
Oggigiorno si può ammirare un piccolo canyon, percorso da un fiumiciattolo ed attraversato da un gradevole ponticello di metallo che pare si stata costruito ad Aberdeen nel 1903.
Lì nei pressi si trova il tempio di Jal Binayak, a tre tetti, costruito durante i primi anni del XVII secolo, seppur il luogo pare fosse venerato già precedentemente.
Le travi dei tetti sono particolarmente ben decorate, anche con qualche scena erotica, mentre la statua custodita all’interno è sempliemente un grande masso tondeggiante, quasi sempre ricoperto di polvere rossa ed altri articoli votivi.
Di fronte al tempio è situata una bella statua in ottone della cavalcatura di Ganesha, solitamente un topo, ma in questo caso un toporagno.
Il terremoto del 2015 pare abbia arrecato qualche danno, ma sostanzialmente il tempio si è salvato.

Il santuario di Karya Binayak si trova lungo la strada per Bungamati, un interessante paese newari situato 10 chilometri a sud di Kathmandu.
Come l’Ashok Binayak, anche questo tempio ha dimensioni piuttosto ridotte, ma possiede un tipico tetto a punta e soprattutto non si trova in un trafficato incrocio cittadino, ma in un piacevole cortile dal quale si ha un’ottima vista sulla campagna circostante.
Trovandosi a metà strada tra il paesino di Khokna ed il già citato Bungamati, uniti da una piacevole strada sterrata che passa tra i campi, la visita a Karya Binayak può essere abbinata a quella di questi due paesi.
Purtroppo Bungamati ha subito parecchi danni durante il recente terremoto ed anche a Khokna alcuni tempi sono stati danneggiati.

Surya Binayak è il nome di un antico tempio situato un paio di chilometri a sud della città di Bhaktapur.
Appena fuori dal centro abitato, superata la strada principale nei pressi del capolinea dei filobus, si procede in leggera salita per circa un chilometro, finché si incontra un piccolo complesso di costruzioni in mattoni da dove parte la ripida scalinata che porta al tempio.
La vista sulla città di Bhaktapur e sulla valle è particolarmente piacevole, mentre il tempio in sé è piuttosto semplice, costituito da un piccolo edificio quadrato sormontato da un tetto a shikara bianco, nello stile tipico del nord dell’India.
La sobrietà architettonica del Surya Binayak gli ha permesso di salvarsi dal terremoto che ha invece devastato la vicina Bhaktapur e gli unici danni sono stati causati all’elaborata tettoia in ottone situata davanti all’entrata.
L’immagine di Ganesha custodita all’interno è piuttosto gradevole, ma difficilmente si riesce ad apprezzarne il valore artistico essendo costantemente ricoperta di polvere rossa.

Esclusi i giorni di festa, il luogo è particolarmente tranquillo e suggestivo, raramente visitato da turisti.

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