Come
accade per il dio Vishnu nella sua forma di Narayan (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2017/04/i-santuari-di-narayan.html)
anche al dio Ganesha, noto in Nepal con il nome di Binayak, sono dedicati
quattro importanti santuari sparsi nella Valle di Kathmandu.
Religiosamente
si tratta di templi molto venerati, di leggero interesse artistico ed escluso
uno sono situati in luoghi particolarmente piacevoli e suggestivi, neppure
troppo scomodi da raggiungere.
Partendo
dal più vicino a Kathmandu questi santuari sono chiamati: Ashok Binayak, Jal
Binayak, Karya Binayak e Surya Binayak.
Il
più frequentato di questi templi dedicati a Ganesha è sicuramente l’Ashok
Binayak, grazie alla posizione nella centralissima Durbar Square di Kathmandu.
In
realtà la posizione di questo piccolo tempio rappresenta un classico esempio
del talvolta conflittuale rapporto tra religione e modernità.
Esso
infatti si trova in un angolo della piazza piuttosto claustrofobico ed i devoti
che si fermano davanti al tempio per salutare la divinità ostacolano
completamente il traffico, creando una confusione spesso allucinante, con
motociclisti che spintonano anziane signore e bambini che rischiano di essere
investiti ad ogni istante, tra il suono incessante dei clacson misto a quello
delle campanelle che adornano il tempio.
La
costruzione, per fortuna, ha dimensioni molto ridotte ed ospita giusto
un’immagine di pietra di Ganesha riccamente adornata e si distingue per avere
il tetto piatto sprovvisto di gajur, l’elemento a punta che sovrasta i templi
nepalesi.
Il
piccolo edificio quadrato è protetto da una ringhiera in ottone, come anche il
piccolo portale d’entrata.
Il
tempio di Jal Binayak, tra questi quattro santuari dedicati a Ganesha, è
probabilmente il più interessante dal punto di vista artistico ed è situato in
un luogo particolarmente suggestivo, non troppo scomodo da raggiungere,
trovandosi a circa 6 chilometri a sud di Kathmandu, lungo la strada che porta al
famoso tempio di Dakshinkali (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/03/il-tempio-di-dakshinkali.html).
Il
posto è conosciuto come la Gola di Chobar, dal nome di un paesino situato nei
pressi, e rappresenta il punto in cui, in tempi preistorici, si creò la
spaccatura, probabilmente causata da fenomeni sismici, che lentamente prosciugò
il lago che occupava la Valle di Kathmandu.
Oggigiorno
si può ammirare un piccolo canyon, percorso da un fiumiciattolo ed attraversato
da un gradevole ponticello di metallo che pare si stata costruito ad Aberdeen
nel 1903.
Lì
nei pressi si trova il tempio di Jal Binayak, a tre tetti, costruito durante i
primi anni del XVII secolo, seppur il luogo pare fosse venerato già
precedentemente.
Le
travi dei tetti sono particolarmente ben decorate, anche con qualche scena
erotica, mentre la statua custodita all’interno è sempliemente un grande masso
tondeggiante, quasi sempre ricoperto di polvere rossa ed altri articoli votivi.
Di
fronte al tempio è situata una bella statua in ottone della cavalcatura di
Ganesha, solitamente un topo, ma in questo caso un toporagno.
Il
terremoto del 2015 pare abbia arrecato qualche danno, ma sostanzialmente il
tempio si è salvato.
Il
santuario di Karya Binayak si trova lungo la strada per Bungamati, un
interessante paese newari situato 10 chilometri a sud di Kathmandu.
Come
l’Ashok Binayak, anche questo tempio ha dimensioni piuttosto ridotte, ma
possiede un tipico tetto a punta e soprattutto non si trova in un trafficato
incrocio cittadino, ma in un piacevole cortile dal quale si ha un’ottima vista
sulla campagna circostante.
Trovandosi
a metà strada tra il paesino di Khokna ed il già citato Bungamati, uniti da una
piacevole strada sterrata che passa tra i campi, la visita a Karya Binayak può
essere abbinata a quella di questi due paesi.
Purtroppo
Bungamati ha subito parecchi danni durante il recente terremoto ed anche a
Khokna alcuni tempi sono stati danneggiati.
Surya
Binayak è il nome di un antico tempio situato un paio di chilometri a sud della
città di Bhaktapur.
Appena
fuori dal centro abitato, superata la strada principale nei pressi del
capolinea dei filobus, si procede in leggera salita per circa un chilometro,
finché si incontra un piccolo complesso di costruzioni in mattoni da dove parte
la ripida scalinata che porta al tempio.
La
vista sulla città di Bhaktapur e sulla valle è particolarmente piacevole,
mentre il tempio in sé è piuttosto semplice, costituito da un piccolo edificio
quadrato sormontato da un tetto a shikara bianco, nello stile tipico del nord
dell’India.
La
sobrietà architettonica del Surya Binayak gli ha permesso di salvarsi dal
terremoto che ha invece devastato la vicina Bhaktapur e gli unici danni sono
stati causati all’elaborata tettoia in ottone situata davanti all’entrata.
L’immagine
di Ganesha custodita all’interno è piuttosto gradevole, ma difficilmente si
riesce ad apprezzarne il valore artistico essendo costantemente ricoperta di
polvere rossa.
Esclusi
i giorni di festa, il luogo è particolarmente tranquillo e suggestivo,
raramente visitato da turisti.
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