sabato 29 aprile 2017

Le etnie del Nepal, V parte

Cartina del Nepal con la distribuzione etnica
Terminando la nostra panoramica sulle più importanti etnie del Nepal, accenneremo agli ultimi gruppi la cui percentuale supera l’1% della popolazione, cui abbiamo aggiunto due etnie minori ma molto caratteristiche, gli sherpa ed i thakali.

I teli, i chamar ed i kushwaha sono tre caste i cui membri costituiscono rispettivamente l’1.4, l’1.3 e l’1.2% della popolazione nepalese.
Facenti parte del grande gruppo dei madhesi, popolazioni di origini indiana che abitano le pianure del Terai, sono dediti a specifiche occupazioni: i teli si occupano della produzione di olio, da tel che in molte lingue indiane significa appunto olio, i chamar sono lavoratori di pelli ed i kushwaha sono prevalentemente contadini.
Nella gerarchica divisione castale nepalese, i teli ed i chamar fanno parte dei gruppi dediti ai servizi, un tempo chiamati intoccabili, mentre i kushwaha sono considerati una casta pura, seppur un gradino sotto a bramini e guerrieri.
Data l’origine, le lingue più diffuse tra queste caste sono quelle tipiche del nord dell’India, come il maithili, il bhojpuri e l’awadhi.

L’etnia sherpa è originaria del Tibet, dove originariamente aveva abitudini nomadi, ed abita principalmente le regioni montuose della parte orientale del Nepal, tra cui l’area del Solukhumbu, dov’è situato il Monte Everest, dove iniziarono a stabilirsi circa 500 anni fa.
Il loro numero è piuttosto esiguo, comprendendo solo lo 0.4% della popolazione del paese, ma sono un’etnia molto particolare, con una notevole influenza nelle regioni dove vivono.
Note sono le loro capacità alpinistiche che fin dalle prime grandi spedizioni himalayane sono state di vitale importanza, come grandi conoscitori delle geografia e del clima di quei luoghi impervi.
Secondo studi scientifici, pare che la loro eccezionale resistenza sia dovuta ad adattamenti genetici, in particolare un’ottima ossigenazione del sangue, sviluppati vivendo da secoli ad altitudini superiori ai 3.000 metri, come avviene anche per altre popolazioni di montagna come gli andini e gli abitanti degli altipiani etiopici.
Culturalmente parlano una propria lingua e sono al 93% buddisti, con minoranze di induisti, cristiani e seguaci del bon, la religione tibetana pre-buddista.
Le loro case sono in pietra, con il tetto preferibilmente di ardesia (seppur oggigiorno siano sempre più comuni d’acciaio), e dotate di efficienti sistemi di areazione per eliminare il fumo dei fuochi sempre accesi.
I loro villaggi spesso si riconoscono per l’abitudine a costruire le abitazioni abbastanza distanti le une dalle altre per lasciare spazio a piccole coltivazioni, divise da curati muretti in pietra; anche la presenza di un tempio a pianta quadrata dai muri bianchi, circondato da bandiere della preghiera, è una forte indicazione della presenza dell’etnia sherpa.

I thakali sono ancora meno numerosi degli sherpa, essendo poche decine di migliaia e solo lo 0.1% dei nepalesi, ma anche loro hanno una notevole influenza culturale sul paese.
Originari della valle del fiume Kali Gandhaki, nella zona centro-settentrionale del Nepal, in un’area chiamata storicamente Thak Khola, nella regione del Mustang, da cui il nome dell’etnia, grazie alla posizione su un’importante rotta del sale con il Tibet, i thakali sono diventati ottimi commercianti, e negli ultimi decenni imprenditori di successo dei più frequentati percorsi di trekking attorno al massiccio dell’Annapurna facendone uno dei gruppi etnici più facoltosi del paese.
D’origine tibeto-birmana, parlano una propria lingua, mentre per quanto riguarda la religione sono principalmente buddisti, ma anche induisti, e molti praticano entrambe.
Il buddismo è maggiormente diffuso nelle più remote regioni del Mustang, mentre avvicinandosi alle colline aumenta l’influenza induista.
Probabilmente l’aspetto culturale thakali più noto ed apprezzato in Nepal, riguarda la cucina, che rappresenta un felice connubio tra quella himalayana e quella tipica delle colline.
In particolare gli ingredienti di montagna rendono la cucina più varia e consistente, con maggior uso di carne e di cereali, grano, mais e miglio, che crescono piuttosto bene al freddo delle montagne; grazie al fatto che molti thakali erano e sono tuttora mercanti, anche la disponibilità di prodotti importati dalle zone limitrofe è notevole, arricchendo ulteriormente la cucina.
Per maggiori informazioni rimandiamo ad un post dedicato al cibo etnico nepalese, essenzialmente newari e thakali http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/06/il-cibo-etnico-nepalese-cucina-newari-e.html.
Come per la precedente etnia sherpa, le abitazioni tradizionali thakali sono in pietra, come anche i tetti, seppur nei villaggi thakali la case sono molto vicine le une alle altre; quelle a due piani spesso al secondo presentano dei poggioli in legno.

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