mercoledì 12 luglio 2017

I danni del terremoto 2015 e la ricostruzione

Dopo aver trascorso quasi due mesi a Kathmandu e nei suoi dintorni, ci siamo potuti fare un’idea abbastanza precisa di quelli che sono stati i danni del terremoto del 2015 e l’attuale stato dei lavori di ricostruzione.
Come accennato in un precedente post riguardo i danni al patrimonio artistico della città (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2017/05/danni-del-terremoto-2015-alla-piazza.html), le costruzioni più antiche sono quelle che sono state maggiormente danneggiate: nella zona vecchia di Kathmandu non c’è stradina o vicolo dove non siano presenti palazzine sorrette da pali di ferro o legno.
Numerosi sono anche i “buchi”, causati da completi crolli, seppur ci sembra che molti non siano stati distrutti direttamente dal terremoto, ma si tratta di abbattimenti di palazzi pericolanti che vengono ricostruiti.

Purtroppo se è comunque vero che nella capitale molti edifici pubblici ed abitazioni si sono salvati, lo stesso non si può dire dei numerosi piccoli paesi di cui è costellata la Valle di Kathmandu.
In particolare, come abbiamo avuto modo di raccontare nei post riguardanti il trekking dell’Helambu (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2017/06/il-trekking-dellhelambu-informazioni.html), la maggior parte dei paesi della regione dell’Helambu e del vicino Langtang , appena a nord della Valle e nei pressi delle zone interessate dalle numerosissime scosse d’assestamento, sono stati quasi rasi al suolo.

Riguardo l’avanzamento delle opere di ricostruzione dobbiamo dire che, se non proprio spedite, proseguono costanti e su ampio raggio.
Nonostante il terremoto infatti, l’economia nepalese da circa 4-5 anni, grazie ad una vaga stabilità politica, sta conoscendo una buona crescita, attorno al 5%, favorita anche dall’ancor maggior sviluppo che stanno avendo l’India e la Cina, da sempre i maggiori partner commerciali del Nepal.
Chiaramente non si possono vedere lati positivi in una tragedia come quella del terremoto nepalese, però ci siamo resi conto che in molti casi, usando il buon senso ed un minimo di risorse, può essere visto come un’opportunità per migliorare le cose.
Ad esempio, molti crolli hanno interessato costruzioni da tempo dilapidate, lasciando al momento dei grandi ed apprezzati spazi in zone cronicamente congestionate.

Come testimonianza personale possiamo portare la parte terminale della nota Freak Street, da sempre trafficata a causa di un piccolo incrocio dopo il quale la via principale si riduceva ad uno stretto budello tra alcuni negozi ed un muro di mattoni, che proteggeva un vecchio palazzone mezzo distrutto ed occupato dall’esercito.
Il terremoto ne ha fatto crollare definitivamente una grande porzione, oltre al muretto di mattoni, che è stato ricostruito allargando la strada e rendendo l’incrocio decisamente più scorrevole e quasi irriconoscibile.

Anche le frane, che hanno ostruito lunghi tratti di strade, hanno creato degli spazi prima inesistenti, che ora possono essere sfruttati per allargare le carreggiate e permettere in quei punti il comodo passaggio di due mezzi.
Perfino lo stadio cittadino, che oltre ad aver subito notevoli danni venne utilizzato a lungo come accampamento d’emergenza, sta iniziando ad essere interessato da vari lavori, tra cui l’apprezzabile costruzione di una copertura sopra alle gradinate che compongono circa i due/terzi degli spalti.

Oltre a questo, possiamo anche felicemente notare come molte delle opere di ricostruzione, seppur chiaramente, ed auspicatamente, seguendo tecniche e materiali migliori, stanno seguendo il semplice ma gradevole stile tradizionale, costituito da muri con mattoni a vista e finestre di legno riccamente scolpite.

Ovviamente c’è ancora molto da fare, ma sembra che ci siano tutti i presupposti per poter cancellare al più presto almeno alcune delle drammatiche testimonianze della grave tragedia.

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