giovedì 1 settembre 2016

I baoli (pozzi a gradini), II parte

In questa seconda parte del post sui baoli, i pozzi a gradini indiani (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/i-baoli-pozzi-gradini.html), tratteremo brevemente dei tre più caratteristici dello stato del Gujarat, dove iniziò questa interessante tradizione, cioè il Rani ki vav, il Dada Hari Stepwell e l’Adalaj Stepwell.

Ranikivav1.jpg
Entrata del Rani ki vav
Il Rani ki vav, letteralmente “Il pozzo a gradini (vav in gujarati) della Regina (Rani)”, è un’intricato e decoratissimo baoli situato nella città di Patan.
Date l’antichità e la pregevolezza, nel 2014 venne inserito nella lista dei monumenti protetti dall’UNESCO, grazie anche al relativamente buono stato di conservazione.
Sebbene infatti fu utilizzato per almeno 300-400 anni fin dalla costruzione nel lontano XI secolo, successivamente venne sommerso dal vicino fiume Saraswati e ricoperto di fango fino agli anni ’80, quando iniziarono le operazioni di salvataggio di questo straordinario monumento.
Purtroppo la parte più profonda non è accessibile, ma quelle rimaste sono ancora piuttosto ben conservate.
Anche le dimensioni del Rani ki vav sono notevoli: circa 64 metri di lunghezza, 20 di larghezza e 27 di profondità.
I padiglioni dei vari livelli sono adornati da numerose colonne scolpite con motivi religiosi, in particolare le dieci avatar  (incarnazioni) del dio Vishnu, oppure yogini ed apsara, divinità femminili e danzatrici celesti.
La struttura generale è a forma rettangolare, ma il pozzo vero e proprio è circolare.

Dada Harir Stepwell Ahmedabad Plan.jpg
Pianta e sezione del Dada Hari Stepwell
Ahmedabad, storica ed attuale capitale del Gujarat, è una grande e popolosa città che ospita al suo interno e nei suoi pressi un discreto numero di baoli, tra cui i meglio conservati e di maggior pregio artistico sono il Dada Hari Stepwell e l’Adalaj Stepwell.
Il primo venne fatto costruire nel 1485 da Dhai Harir, una delle mogli di Mahmud Begada (Sultano del Gujarat dal 1458 al 1511) nonché sovrintendente dell’harem reale.
La grande struttura di questo baoli è composta da cinque piani che ospitano delle grandi stanze ricche di elaborate colonne, che terminano presso il pozzo vero e proprio, di forma ottagonale, ed oltre il quale si trova un altro pozzo rotondo più semplice, riservato all’irrigazione dei campi.
Lo stile è chiaramente islamico, data la religione della creatrice, ma arricchito con motivi classici floreali che si mescolano molto bene con quelli dei simboli delle divinità indù e jaina.
Dhai Harir era infatti nota per la tolleranza religiosa, tanto che il baoli stesso possiede due iscrizioni originali: una a nord in arabo ed una a sud in sanscrito.
Nel giardino che ospita questo pozzo a gradini, si trovano anche una piccola moschea ed il mausoleo di Dhai Harir, fatti edificare da lei stessa.

L’Adalaj Stepwell si trova a circa 18 chilometri a nord della città di Ahmedabad e venne costruito nel 1499 dal sultano del Gujarat Mahmud Begada (1458-1511) ed è un ottimo esempio di architettura indo-islamica.
Infatti, sebbene la religione dei sovrani fosse l’islam, il regnante locale che si occupò della sua costruzione era un indù (della dinastia Vaghela, al tempo vassalla di Mahmud Begada), come si può notare anche dall’inscrizione in lingua sancrita, trovata in una stanza al primo piano, che inizia con un’invocazione al dio Ganesha.
La struttura è orientata lungo l’asse nord-sud, con entrata principale a sud e tre scalinate che da sud, est ed ovest, scendono i cinque piani e si dirigono verso la zona di raccolta dell’acqua a nord.
Le ampie sale sono rette da robuste colonne sulle quali gli artigiani del tempo ebbero modo di sfogare la propria fantasia con minuziose e graziosissime decorazioni, sia con motivi astratti ma anche di animali, in particolare gli elefanti.

Come nel caso del Dada Hari , il pozzo Adalaj non è cilindrico ma ha un’elegante forma ottagonale.

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