lunedì 5 settembre 2016

Lo Zoroastrismo in India

A Tower of Silence in Bombay in the 1880s.JPG
Una delle tre torri del silenzio di Mumbai, in una foto del 1880
Lo Zoroastrismo, o Mazdeismo, è una religione fondata nell’antica Persia (attuale Iran), intorno al VI secolo a.C..
Il primo nome deriva dal suo profeta Zarathustra, o Zoroastro, mentre il secondo proviene dal nome del dio creatore Ahura Mazda.
Per molti secoli lo Zoroastrismo fu una delle religione più diffuse in Asia, grazie a due grandi dinastie dell’antica Persia che l’abbracciarono: gli Achemenidi prima e successivamente i Sasanidi.
Nel VII secolo però, quest’ultima dinastia venne abbattuta dai mussulmani ed i zoroastriani, per sfuggire alle persecuzioni, furono costretti a cambiare fede o paese.
Quindi nell’VIII secolo un numero considerevole di seguaci del Mazdeismo si trasferì in India, in Gujarat, dove trovarono rifugio presso Jadav Rana, un regnante indù, ma a condizione di astenersi da attività missionarie e di sposarsi solo tra loro (due costumi conservati tra gli zoroastriani indiani ancora oggi).
Durante questa prima ondata migratoria i seguaci del Zoroastrismo in India venivano chiamati Parsi (che vuol dire persiano in lingua persiana) ed al giorno d’oggi i loro discendenti vengono chiamati in questo modo per distinguerli da una seconda ondata nel XIX-XX secolo.
In questo periodo infatti la regione dell’attuale Iran fu governata dalla dinastia Qajar che aveva ripreso le persecuzioni degli zoroastriani, molti dei quali trovarono di nuovo rifugio in India e vennero chiamati Irani.

Queste due distinte comunità zoroastriane, parsi ed irani, posseggono quindi origini alquanto differenti, distinzione che si riscontra anche in alcune pratiche religiose, ma per ovvie ragioni culturali tendono a vivere nelle stesse zone, costituendo un unico gruppo religioso.
Secondo il censimento indiano del 2001, gli zoroastriani in India erano circa 69.000 (più o meno la metà del totale mondiale) distribuiti principalmente in Gujarat e nella città di Mumbai.
Purtroppo il loro numero è in declino a causa della già citata endogamia, per la quale solo i figli di due genitori zoroastriani vengono considerati tali, privilegio dal quale sono esclusi i figli di matrimoni misti.

Dal punto di vista religioso, il zoroastrismo viene considerato un culto monoteista, il cui dio è Ahura Mazda, e basato su un testo sacro chiamato Avesta, una raccolta di contenuti di varia origine, tra cui spiccano per importanza i gatha, 17 inni composti da Zarathustra stesso.
Tra le caratteristiche più originali dello zoroastrismo vi sono l’importanza data al fuoco e la disposizione dei cadaveri dei defunti
Il fuoco rappresenta l’energia creatrice di Ahura Mazda ed è sempre presente nei pur rari templi zoroastriani.
In quanto simbolo di Dio e non sua materiale manifestazione, il fuoco non è comunque oggetto di culto in sé, ma la sua presenza è essenziale durante rituali e preghiere.

Seconda caratteristica peculiare del mazdeismo riguarda la disposizione dei corpi dei defunti, che per non inquinare gli elementi acqua, terra, aria e fuoco, venivano per tradizione lasciati in edifici circolari di mattoni chiamati Torri del Silenzio, dove i cadaveri venivano consumati dagli avvoltoi.
Purtroppo questa tradizione, che in India veniva seguita senza problemi fino a poco più di vent’anni fa, sta perdendo campo per la cosiddetta crisi degli avvoltoi indiani iniziata negli anni ’90, che ha causato un declino di questi grandi rapaci saprofaghi che in alcune specie ha toccato addirittura il 97-98%.

Il motivo è stato l’uso del diclofenac un comune antinfiammatorio (usato anche dagli esseri umani), che veniva somministrato comunemente ai bovini, principale alimento degli avvoltoi, per i quali invece il diclofenac è velenosissimo.
Prima degli anni ’90 i cadaveri abbandonati sulle torri del silenzio venivano consumati in circa due giorni, rendendo la pratica quindi non eccessivamente pericolosa da un punto di vista igienico, successivamente invece i tempi sono arrivati a circa sei mesi, creando apprensione negli abitanti circostanti: tre di queste rare costruzioni ad esempio, si trovano sulla Malabar Hill, una collina di Mumbai in un quartiere benestante.
Alcuni zoroastriani sono stati costretti a cremare i propri defunti, altri invece stanno cercando varie soluzioni, come allevare alcuni avvoltoi in cattività per liberarli presso le torri nei momenti necessari.
La questione è piuttosto delicata e sta creando qualche controversia all’interno della non numerosa ma influente comunità zoroastriana in India: la speranza è che l’aver sostituito l’uso del diclofenac con un farmaco innocuo per gli avvoltoi nel 2006-2007, possa col tempo risolvere il problema in maniera naturale.

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