Tre esemplari di gaviali insieme ad un coccodrillo palustre sulla riva del Karnali |
Il bacino del fiume Karnali comprende numerosi corsi
d’acqua che bagnano le regioni più occidentali del Nepal.
Il Karnali, chiamato anche Ghaghara e Sarayu, nasce in
Tibet, attraversa longitudinalmente il Nepal (del quale è il fiume più lungo
con 507 km), quindi entra in India scorrendo verso sud-est per andare a
sfociare nel Gange, nello stato del Bihar.
Gran parte del percorso del Karnali in territorio nepalese
avviene attraverso zone ancora scarsamente abitate tra alte montagne e dense
foreste, dove il corso del fiume è protetto all’interno di parchi e riserve
naturali, che ospitano alcuni degli animali fluviali più rari del subcontinente
indiano, come i delfini del Gange ed i gaviali.
Dal confine con l’India fino al Gange invece, il Karnali
attraversa zone densamente abitate dove la sua maggior importanza è legata
all’agricoltura ed alla fondamentale irrigazione dei campi.
Culturalmente il Ghaghara è noto per attraversare la città
sacra indiana di Ayodhya (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/11/la-cittadina-di-ayodhya.html),
prendendo il nome di Sarayu.
Partendo dal ghiacciaio Mapchachungo a quasi 4.000 metri di
altitudine, il Karnali entra in Nepal passando nei pressi del Parco Nazionale
Rara, noto per ospitare l’omonimo lago che è il più esteso del paese.
Continuando in direzione sud, il primo grande tributario
destro del Karnali è il fiume Seti, lungo circa 200 km, che ha origine nelle
pendici meridionali dell’Himalaya.
Poco dopo, la portata del Karnali aumenta ulteriormente
grazie all’incontro con il fiume Bheri, tributario sinistro lungo circa 260 km,
originario dell’area del monte Dhaulagiri.
Giunto nelle colline Shivalik, che occupano la fascia
centrale del Nepal, il Karnali attraversa il Parco Nazionale Bardia noto per
trovarsi in un’area particolarmente indisturbata dell’altrimenti sovrappopolato
Terai, la parte settentrionale della pianura gangetica al confine tra Nepal e
India.
Entrato in territorio indiano, il Karnali incontra un altro
grande affluente destro, il fiume Mahakali, detto anche Sharda.
Originario delle impervie regioni di montagna tra Nepal e
Cina, il fiume Mahakali forma per vari tratti il confine tra Nepal ed India,
come stabilito dal Trattato di Sugauli, firmato nel 1816 dopo la Guerra
Anglo-Nepalese.
Purtroppo però, a causa della presenza di numerosi ruscelli
e torrenti che scendono dalle montagne, in alcuni punti è difficile stabilire con
precisione l’effettivo corso del Mahakali ed al momento la zona è occupata dall’India
ma reclamata dal Nepal.
L’India infatti ha occupato il territorio fino al braccio
più orientale del Mahakali, mentre secondo il governo nepalese dovrebbe
fermarsi nel punto più occidentale.
Oltre all’importanza politica, come altri corsi d’acqua
nepalesi, il Mahakali è interessato da vari progetti per la produzione di
energia elettrica, nella prima parte del percorso, e di sbarramenti e canali
una volta giunto in pianura, per migliorare l’irrigazione e diminuire i danni
delle innondazioni.
Nonostante questo, il Mahakali attraversa alcune delle
regioni più selvagge del subcontinente, protette dal Parco Nazionale di Shuklaphanta
in Nepal e dal Katarniaghat Wildlife Sanctuary in India.
Altra piccola curiosità naturalistica, le acque del
Mahakali, chiamato anche Kali, sono note per ospitare popolazioni di pesci
gatto (del genere bagarius, specie bagarius yarrelli), che raggiungono dimensioni
tali, oltre i due metri, da essere ritenuti responsabili di alcuni annegamenti
avvenuti tra il 1998 ed il 2007.
È possibile che questi pesci siano cresciuti a dismisura
nutrendosi dei resti delle pire funerarie e che da questo abbiano quindi sviluppato
una particolare preferenza per la carne umana.
Prima di mergere nel Gange, il Karnali viene raggiunto da
un ultimo affluente, il fiume Rapti Occidentale che scende dall’Himalaya e
forma il confine tra il bacino idrico del fiume Gandaki alla sua sinistra e
quello del Karnali a destra.
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