mercoledì 23 marzo 2016

Festività indiane, II parte

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Tipica festosa processione mussulmana per le strade indiane
Venerdì 29 Marzo 2013 cadde la prima delle due festività nazionali indiane di tradizione cristiana: Venerdì Santo, che viene festeggiato al posto di Pasqua ed il Lunedì dell’Angelo, secondo la protestante cultura anglosassone.
In realtà, al di fuori delle piccole enclavi e sparute comunità cristiane, questa festività è ben poco sentita, seppur, essendo ufficiale, gli uffici pubblici sono chiusi.

Il 19 Aprile era Ram Navami, una festività indù tra le più  importanti dal punto di vista religioso, in quanto rappresenta il giorno di nascita del dio Rama, settima incarnazione di Vishnu.
Chiaramente in questa data i templi di Rama sono presi d’assalto dai suoi devoti ed i luoghi sacri dedicati al dio, come Ayodhya sua città natale, diventano meta di sentiti pellegrinaggi.

Il 23 Aprile venne festeggiato Mahavir Jayanti, il giorno di nascita di Mahavir, il 24esimo ed ultimo tirthankar (profeta) della religione jaina.
Unica festività jaina riconosciuta a livello nazionale (seppur in realtà con l’elevato numero di profeti, il calendario jaina risulta particolarmente festoso), segue un insolito ed antichissimo calendario lunisolare quindi anche questa data tende a variare leggermente rispetto a quello gregoriano.
I festeggiamenti prevedono chiaramente visite ai templi a lui dedicati, nonché elaborate abhisheka, cerimonie tipiche anche di induismo e buddismo, durante le quali sulle statue vengono versate abbondanti offerte liquide, di solito latte.

Un altro importante giorno di nascita cadde circa un mese dopo, il 25 Maggio 2013 era infatti il compleanno di Buddha, chiamato nel subcontinente Buddha Purnima o Veshak.
Purnima significa luna piena, condizione imprescindibile per determinare la festa che rispetto al calendario gregoriano varia quindi ogni anno.
Veshak è invece il nome del mese lunare durante il quale la luna piena determina la festività.
L’importanza per le comunità buddiste è notevole visto che Buddha Purnima tecnicamente non rappresenta solo il giorno di nascita del Buddha ma anche il giorno dell’illuminazione e della morte, rendendolo quindi una data propizia per varie attività: da mondani festeggiamenti, a complicati rituali e serie meditazioni.
Oltre alla religione buddista, in India e Nepal Buddha Purnima viene festeggiata, seppur in maniera ridotta, anche dagli indù in quanto Buddha rappresenta per loro la nona incarnazione di Vishnu.

Verso la fine di Maggio termina la prima fase delle feste indiane, che dopo essersi susseguite più o meno ininterrotte per circa cinque mesi, spariscono dal calendario fino ad Agosto, a causa del clima particolarmente caldo di Giugno e l’arrivo delle piogge a Luglio.

Alla ripresa però il calendario indiano ricomincia ad essere costellato di festività che si succederanno con costanza fino a Dicembre.
In questi cinque mesi, dal 9 Agosto al 25 Dicembre 2013, erano ben 12 le ricorrenze previste dal calendario ufficiale dell’università di Varanasi, per un totale di 16 giorni di festa, essendovene due di ben 3 giorni.

Il 9 Agosto fu la fine del Ramadan, festeggiato in tutto il mondo mussulmano come Eid al-Fitr, la Festa della fine del digiuno.
Nel subcontinente indiano i festeggiamenti prevedono grandi processioni, importanti donazioni ai bisognosi ed il consumo di sivaiyan dei sottilissimi vermicelli di riso cucinati con latte, frutta secca e spezie.
Le donne invece colgono l’occasione per decorare mani e piedi con elaborati disegni a base di henné.

Il 15 Agosto di ogni anno l’India festeggia il Giorno dell’Indipendenza, con un sfoggio di patriottismo forse ancora maggiore, quindi ancora più inspiegabile, di quello del Giorno della Repubblica.
Curioso notare come, per un’atavica e mutevole antipatia e competizione, seppur il giorno delle definitiva resa britannica del subcontinente sia comune, il Pakistan festeggia l’Indipendenza il 14, l’India il 15.

Il 21 Agosto 2013 è stata festeggiata Raksha Bandhan, una festa molto sentita popolarmente che purtroppo all'università di Varanasi è stata sacrificata come festività pubblica per far posto al Sabato come giorno festivo settimanale.
Questo chiaramente a livello ufficiale, poiché in realtà, vista la popolarità della festa, i professori solitamente si mettono d’accordo con gli studenti per sospendere le lezioni.
La popolarità di questa festa è data dal fatto che si omaggia l’affetto fraterno tra fratelli e sorelle, e data l’elevata media dei componenti delle famiglie indiane, i festeggiamenti coinvolgono praticamente tutta la popolazione.
Il significato letterale potrebbe essere “La promessa della protezione”, da parte dei fratelli maschi verso le sorelle, rappresentata simbolicamente dall'offerta di doni e soldi da parte dei fratelli, ai quali le sorelle rispondono legando dei braccialetti colorati ai polsi dei fratelli.
È tradizione anche lo scambio di dolci che vengono consumati allegramente mettendoli gli uni in bocca agli altri.
Dal termine comune per braccialetti, rakhi, deriva un altro nome con cui è conosciuta la festa Rakhi Purnima, che cade quindi in un giorno di luna piena (purnima).
I braccialetti sono di solito di semplice fattura ma estremamente colorati, ed è simpatico osservare, i giorni successivi alla festa, come anche impeccabili e seri signori sfoggino, giustamente senza la minima vergogna, pacchiani cordini di varie forme e colori.
Le storie mitologiche ed i significati religiosi conseguenti sono numerosissimi comprendendo varie tradizioni indù che coinvolgono diverse divinità, altro importante motivo della popolarità della festa.

Passati appena sette giorni dai festeggiamenti di Raksha Bandhan, il 28 Agosto 2013 cadde un’altra importantissima festa indù: nientemeno che il giorno di nascita di Krishna, ottava avatar di Vishnu.
Chiamata comunemente Krishna Janmasthani o Krishna Jayanti (entrambi termini sanscriti che significano compleanno) viene celebrata dalla numerosa e rumorosa comunità dei devoti di Krishna, con digiuni e canti devozionali fino alla mezzanotte, l’ora precisa in cui pare nacque la divinità.

Religiosamente anche il giorno successivo è festa, chiamata Nanda Utsav, Festa di Nanda, in onore dei genitori adottivi di Krishna, il padre Nanda e la madre Yashoda.

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