giovedì 17 marzo 2016

La cittadina sacra di Chitrakoot

Chitrakoot è una cittadina sacra indiana, di circa 22 mila abitanti, situata nello stato del Madhya Pradesh, poche centinaia di metri oltre il confine settentrionale con l’Uttar Pradesh.
L’importanza religiosa le è data dal fatto che il dio Rama trascorse in questa zona gran parte del suo esilio di 14 anni prima di diventare re della vicina città di Ayodhya.
Nonostante oggiogiorno l’area sia ancora fortemente depressa, la cittadina ed i suoi dintorni ospitano numerosi siti interessanti e caratteristici.
In questo articolo verranno descritti in breve: il Ram Ghat, la Kamadgiri, l’Hanuman Dhara, l’Anasuya Ashram e le Gupta Godavari.

Il Ram Ghat consiste in una serie di gradini costruiti sulle sponde del piccolo fiume sacro Mandakini ed è il fulcro della vita religiosa di Chitrakoot, che si è sviluppata attorno ad esso.
Il luogo è noto per essere stato uno dei posti preferiti da Rama, sua moglie Sita e suo fratello Lakshman per compiere abluzioni, rituali e sedere in meditazione.
Un altro noto episodio avvenuto in questo luogo riguarda il poeta e santo Tulsidas, il quale, dopo molti anni di ricerche, seduto sui gradini del Ram Ghat, finalmente ricevette il darshan (la visione) del dio Rama.
Secondo la leggenda, un giorno Tulsidas, appena finito le abluzioni, stava iniziando i suoi rituali quando all’improvviso due bambini gli si avvicinarono, uno di loro gli rubò la pasta di sandalo e con questa gli fece una tika (segno) sulla fronte, quindi scapparono via.
Tulsidas fu così sorpreso che non ebbe tempo di reagire e solo successivamente realizzò che quei due bambini non erano altri che Rama e suo fratello Lakshman.
Nel punto dove pare avvenne questo episodio, al giorno d’oggi si trova una piccola statua, purtroppo di nessun pregio artistico, protetta da una cupola-baldacchino e situata sopra un tozzo piedistallo sul quale sono incisi i due versi del poema epico Ramcharitmanas, scritto da Tulsidas stesso, dove viene citato l’episodio.
“Chitrakoot ke ghat par, bhai santan ki bhir,
Tulsidas chandan ghise, tilak dete Raghuvir”
Sui ghat di Chitrakoot, tra la folla di asceti, mentre Tulsidas impastava il sandalo, Rama gli fece la tika.
Nei pressi si trovano un paio di templi molto frequentati, visto che i pellegrini che si recano a Chitrakoot come prima cosa si dirigono al Ram Ghat a compiere il bagno purificatore rituale.
Sulla sponda opposta del piccolo corso d’acqua, sono situati altri gradini per le abluzioni frequentati sparsamente dagli abitanti del luogo, ma sono comunque presenti alcuni templi, nonché una grande statua del dio scimmia Hanuman, principale devoto ed aiutante di Rama.

Tra i luoghi sparsi nella campagna circostante Chitrakoot, il sito più importante è sicuramente la Kamadgiri, la collina sulla quale Rama costruì la capanna dove visse insieme alla moglie ed al fratello per gran parte del suo esilio.
Contrariamente a quello che accade in quasi tutte le colline sacre indù, il pellegrinaggio non consiste nel raggiungere la cima dove sono situati templi e santuari, bensì nel percorrere un sentiero lastricato situato alla sua base, lungo circa 4 chilometri, per compiere il parikrama (deambulazione rituale) attorno alla collina, considerata vera e propria personificazione di Rama.
Ovviamente il percorso è costellato da numerosi luoghi di culto tra cui spicca il Bharat Milap, un tempio costruito nel luogo dove avvenne un importante episodio della vita di Rama, quando, poco dopo l’inizio dell’esilio, suo fratello Bharat venne a riferirgli la morte del loro amato padre ed a chiedergli, purtroppo invano, di tornare ad Ayodhya e diventare re, come gli spettava di diritto.

L’Hanuman Dhara, situata presso la cima di una ripida collina, è una sorgente d’acqua intorno alla quale è stato costruito un tempio in onore del dio scimmia Hanuman.
Secondo la letteratura legata alle vicende di Rama (in particolare i due poemi epici Ramayana e Ramcharitmanas), in questo posto Hanuman venne a rinfrescarsi una volta tornato dalla città dei demoni Lanka ed aver individuato il luogo di prigionia di Sita, la moglie di Rama.
Oltre al tempio principale, che conserva una scultura di Hanuman sulla quale sgorga l’acqua della sorgente, la scalinata che sale sulla collina passa anche attraverso un altro tempio ed una piccola vasca naturale che ospita una colorata scultura di Narasingha, il dio metà uomo e metà leone, quarta avatar di Vishnu.
La leggera fatica nel salire la ripida scalinata, oltre che per la piacevole atmosfera sacra dei templi, è ripagata dal bucolico panorama sulla campagna sottostante.

L’Anasuya Ashram è una costruzione situata nella foresta, nei pressi del già citato fiume sacro Mandakini, e pare essere il luogo dove avvenne un importante incontro tra Sita ed Anasuya, la moglie di un rishi (antico saggio), che la istruì sui doveri di una moglie ideale.
L’edificio, che ospita un tempio, è molto colorato, soprattutto di rosa, ed abbellito da alcune sculture leggermente kitsch, per non dire pacchiane, ma tutto sommato si inserisce piuttosto bene nell’ambiente circostante.

Le Gupta Godavari sono due grotte situate sul fianco di una collina, la cui sacralità è chiaramente dovuta all’essere state frequentate da Rama e Lakshman.
La prima grotta, alla quale si accede attraverso una spaccatura nella roccia, è composta da una grande stanza centrale ed altre più piccole ai lati, dove sono situati dei santuari dedicati ai due fratelli, in particolare due rocce simili a dei troni naturali, sulle quali pare sedessero per conversare e meditare.
La seconda grotta, situata qualche metro più in basso, è costituita da un lungo corridoio, sul cui pavimento scorre una sorgente d’acqua, che porta ad una stanza dove è conservata una statua di Rama.

Tra la scarsa illuminazione, il pavimento scivoloso, l’alta possibilità di cadere nell’acqua e la probabile folla, la visita a questa grotta potrebbe rivelarsi più simpaticamente avventurosa di quanto possa sembrare.

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