giovedì 24 marzo 2016

Festività indiane, III parte

Il 2 Ottobre di tutti gli anni, nazionalisti, patrioti e politici di tutta l’India, si riuniscono per festeggiare pomposamente il compleanno del Padre della Nazione, Mohandas Gandhi.
Tra le particolarità di questa festa, il 2 Ottobre in tutta l’India è un giorno “dry”, in cui è vietato il consumo di alcolici, sul quale evidentemente il Mahatma non era molto favorevole.
Non si può neppure escludere che dietro al divieto della vendita di alcolici vi siano anche ragioni di ordine pubblico visto che i numerosi sostenitori di Gandhi, in onore alla sua supposta non-violenza, sono noti per manifestazioni gigantesche in grado di tenere in scacco città intere.
Poco male, i bevitori devono solo ricordarsi di comprare una bottiglia più grande del solito i giorni precedenti...

Dopo una pletora di allegre festività in onore di nascite, verso Settembre-Ottobre cade il periodo di rituali dedicati ai morti ed agli spiriti degli avi.
In particolare il 4 di Ottobre 2013 è caduta Mahalaya, l’ultima giornata, di luna nuova (quindi senza luna), di un lungo ed inauspicioso periodo di ben 16 giorni, dedicati appunto al culto dei morti.
Data l’importanza della famiglia nella cultura e società indù questa festa è molto sentita anche dalle persone meno religiose, se non altro come occasione per omaggiare gli antenati che li hanno preceduti.
I complessi rituali che vengono svolti durante questi giorni, chiamati shraddha, seguono rigidissime regole, ma non mancano manifestazioni affettive molto semplici e naturali quali il tarpan, offerta di acqua sacra agli spiriti degli avi, come anche il pinda daan, l’offerta (daan) di particolari dolci (pinda).
Altra tradizione tipica è quella di rasarsi i capelli, sempre per rispetto verso gli spiriti, lasciando solo un ciuffo al centro del capo (rituale che viene compiuto di solito anche durante i funerali), rendendo questa giornata tradizionalmente dedicata al taglio dei capelli, non solo in funzione rituale.
Tutto questo riguarda però solo gli uomini, in particolare i primogeniti, sui quali ricadono gli oneri di compiere i rituali dedicati agli antenati.

Verso fine Settembre, prima metà di Ottobre, nel 2013 dal 5 al 15, l’India ed il Nepal sono di nuovo in tumulto per festeggiare la dea Durga, per il Sharad Navaratri, Le nove notti del mese di Sharad.
Come nel caso del giorno di nascita di Rama, Ram Navami, che cade l’ultimo giorno di Chaitra Navaratri (nove notti del mese di Chaitra), le notti dedicate ai festeggiamenti di Durga terminano con una ricorrenza dedicata a Rama, in quanto questo giorno ricorre l’uccisione del demone Ravana, chiamata Dussehra o Dashahara, altri due nomi con i quali è conosciuta questa auspiciosa giornata.
Inoltre, sempre questo giorno, la dea Durga sconfisse il potente demone Mahishashur, allungando quindi i festeggiamente dedicati alla dea a dieci giorni.
Nella vita pratica l’importanza di questa festa è ben dimostrata da tre giorni festivi ufficiali, Dussehra ed i due precedenti.
Tra le particolarità di Dussehra, in molti templi ed ashram dedicati al dio Rama, vengono eseguite letture pubbliche del Ramayana, senza dimenticare che proprio in questi giorni, nell’area attorno a Varanasi, viene inscenata la grandiosa Ram Lila, rappresentazione teatrale del Ramayana.
In Nepal, dove il culto per le dee femminili è ancora più importante, questa ricorrenza è chiamata Dasain e dura ben quindici giorni, dedicati in particolar modo a grandi sacrifici animali in onore della sanguinaria Durga e le sue varie terrifiche rappresentazioni.
Anche nello stato indiano del Bengala Occidentale, caratterizzato da una forte tradizione religiosa shakta, alla quale di rifà il culto di Durga, i festeggiamenti di Dussehra sono molto sentiti e spesso sanguinari, seppur non ai livelli del Nepal, dove pressoché tutto viene lavato nell’auspicioso sangue delle bestie sacrificate.
Nella maggior parte del nord dell’India è invece in voga la tradizione di costruire pandal, altarini improvvisati sui quali vengono collocate statue della divinità, che, dopo essere venerate per nove notti, vengono cerimoniosamente immerse nel Gange, come accade in primavera con Saraswati Pooja.

In pericolosa concomitanza con i lunghi festeggiamenti di Sharad Navaratri e Ram Navami, in questo periodo (nel 2013 proprio il 16, il giorno dopo) cade spesso la più importante festività mussulmana del subcontinente, Eid al-Adha o Bakrid, Festa del sacrificio o Festa dell’agnello.
Per commemomare il sacrificio del primo figlio da parte di Abramo, sostituito all’ultimo momento per intervento divino da un capretto, i mussulmani in questo giorno sacrificano appunto un capretto.
Oltre a questa tradizione sono previste chiaramente funzioni religiose, processioni, donazioni e vari tipi di festeggiamenti.

Verso fine Ottobre del 2013 iniziò il periodo di Diwali, la festa delle luci, che terminò con ben 3 giorni festivi dal 3 al 5 Novembre.
Come per Holy, per ulteriori dettagli rimandiamo ad un articolo specifico (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/03/la-festa-diwali.html).

Il 14 Novembre è caduta l’ultima festa mussulmana del 2013, Moharram.
In realtà il nome proprio della festa sarebbe Giorno dell’Ashura, o solo Ashura, mentre Moharram propriamente è il nome del primo mese dell’anno in cui cade, per l’esattezza nel decimo giorno.
In questa data viene commemorato il sacrificio di Alì, nipote di Maometto, nella battaglia di Karbala ed è una festa piuttosto seria.
In molte aree mussulmane vengono composte processioni di uomini che trasportano finte bare e si flagellano con catene e spade ma anche a mani nude, al ritmo di ipnotici canti.

Il 17 Novembre 2013 è caduta l’unica festa Sikh del calendario indiano, per celebrare la nascita di Guru Nanak fondatore e primo dei dieci maestri del sikhismo.
Chiaramente i templi sikh diventano il fulcro di colorati e allegri festeggiamenti che però, per fortuna, non sono così scriteriati come quelli delle maggiori feste indù: i sikh infatti sono noti per garbo e gentilezza.
Altra caratteristica molto importante del sikhismo è l’ospitalità e l’aiutare il prossimo che durante le feste si tramuta spesso in generose distribuzioni di dolci e lassi (yoghurt frullato), che avvengono presso i loro santuari più importanti, o anche semplicemente in mezzo alla strada.

Infine il 25 Dicembre viene festeggiato il Natale, che, come il Venerdì Santo, è sentito solo nelle piccole enclavi cristiane, Goa e Kolkata (Calcutta) su tutte.
Al di fuori di queste, anche le sparute comunità cristiane in giro per l’India festeggiano con entusiasmo la nascita di Gesù, mentre la maggior parte degli indiani di altre fedi si godono semplicemente il giorno di festa.

San Silvestro ed il primo dell’anno non sono vacanza e non vengono festeggiati in alcun modo, se non in alcuni luoghi dove la presenza di turisti occidentali è particolarmente spiccata; a Varanasi, ad esempio, si sente giusto  scoppiettare qualche fuoco d’artificio.

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