mercoledì 2 marzo 2016

Kabaddi e Carrom

File:Game-asia-kabadi.jpgNonostante in India l’attività sportiva non sia molto diffusa, nel subcontinente indiano, noto per l’originalità della sua cultura, si sono sviluppati alcuni giochi caratteristici che col tempo hanno assunto lo status di veri e propri sport, in particolare ci riferiamo al kabaddi ed al carrom.

Il kabaddi è uno sport di squadra nato come allenamento militare e può essere vagamente definito come una versione professionale del gioco del “Ce l’hai”.
Le due squadre occupano ciascuna una metà del campo, di forma rettangolare con misure di 10 metri per 13, seppur talvolta nel kabaddi outdoor possa essere anche di forma circolare.
A turno un giocatore di una squadra si reca nella metà campo avversaria per cercare di segnare un punto, operazione per la quale ha diverse opzioni.
La principale sarebbe quella di arrivare a toccare con qualunque parte del corpo l’area situata oltre la linea di fondo della metà campo avversaria e tornare indietro nella propria, ma essendo molto difficile, la maggior parte dei punti vengono segnati in un altro modo.
Il più comune è avvicinarsi agli avversari, i quali si tengono per mano in un gruppo di 3 o 4, e cercare di toccare fugacemente una qualunque parte del corpo di un avversario, per poi tornare di corsa nella propria metà campo.
Il difensore che viene toccato a quel punto si stacca dai compagni per inseguire l’attaccante, chiamato runner, e tentare di fermarlo.
Anche nel caso in cui la formazione difensiva venga spezzata, grazie ad agili finte del runner, questi può correre indisturbato nella sua parte di campo per segnare un punto.
Quando il runner non riesce a segnare il punto, questo viene assegnato alla squadra che difende.
Anticamente il tempo di durata di un attacco veniva contato obbligando l’attaccante a ripetere continuamente la parola kabaddi e in caso di interruzione l’attacco veniva considerato perso.
Successivamente questa pratica venne sostituita obbligando il runner a trattenere il fiato, mentre oggigiorno viene utilizzato un più moderno ed affidabile timer ed il runner ha 30 secondi per portare l’attacco ed altri 30 per rientrare nella propria metà campo.
Le tecniche difensive per bloccare un attaccante sono riprese dalla lotta libera, sport che nel subcontinente indiano ha una buona tradizione, rendendo quindi il kabaddi uno sport fisicamente molto impegnativo, che richiede due qualità quasi antitetiche come agilità e potenza.
Nel kabaddi professionistico in genere viene dato maggior risalto alla potenza e gli atleti sono di solito molto muscolosi, particolare evidenziato anche dal fatto che il kabaddi outdoor viene giocato a torso nudo.
Le nazioni più forti sono l’India (che ha vinto le prime cinque edizioni dei campionati mondiali maschili e l’unica femminile), il Pakistan, l’Iran, il Bangladesh e in generale tutti i paesi che ospitano grandi comunità di emigranti dal subcontinente (l’Italia può vantare ben due quarti posti ai mondiali maschili).
Nel 2014 in India è stata fondata una lega professionistica, sul modello della più nota Indian Premier League di cricket, che sta avendo un buon successo di pubblico ed aiutando a rendere il kabaddi leggermente più conosciuto.

Il carrom è un gioco da tavolo praticato su una tavola quadrata, con lati di circa 75cm e munita di buche agli angoli.
Altri elementi sono 19 pedine di legno, molto simili a quelle della dama solo un po’ più grandi, di cui 9 bianche e 9 nere e 1 di colore rosso, chiamata regina, più una o due pedine bianche, di plastica e di maggiori dimensioni, chiamate striker.
Dopo aver stabilito via sorteggio il colore dei due giocatori, il gruppo di pedine posizionato al centro della tavola, con la regina nel mezzo, viene “spaccato”, in maniera simile al biliardo americano Palla 8.
Il gioco consiste nell’imbucare, con semplici bicellate, tutte le pedine di un colore (valenti 1 punto ciascuna), più la regina (del valore di 3 punti), che può essere imbucata solo dopo averne infilata una del proprio colore, e “confermandola” imbucandone un’altra successivamente.
Nel caso il tiro di conferma fallisca, la regina verrà nuovamente rimessa in gioco.
Come nel biliardo, finché un giocatore ottiene punti mantiene il comando del gioco, mentre dopo tiri che non producono risultato, il turno passa all’aversario.
E sempre in maniera simile al biliardo, col quale il carrom condivide alcune similitudini, per avere successo bisogna essere particolarmente abili nel gioco di sponda, visto che spesso le traiettorie non possono essere dirette per la presenza di altre pedine, che non possono essere colpite direttamente.
Giocato a livello professionale è piuttosto interessante, ma anche a livello amatoriale, grazie alla semplicità delle regole.
In particolare è molto divertente il fatto di essere obbligati ad imbucare un’altra pedina dopo la regina, situazioni durante le quali si crea spesso una simpatica suspense.
Nel subcontinente indiano capita piuttosto spesso di notare bambini che giocano seduti per terra, oppure ragazzi e adulti in piedi, con la tavola posizionata a poco più di un metro dal terreno.
Nel secondo caso è possibile assistere a match particolarmente interessanti, visto che spesso sulle partite vengono fatte piccole scommesse, quel tanto per rendere il gioco un pochino più serio ed avvincente.
Nel nord dell’India il carrom è molto diffuso nei villaggi di montagna, ma anche in Nepal è facile notare gruppi di persone attorno ad una tavola.
La popolarità è data dal fatto che l’equpaggiamento richiesto e lo spazio necessario sono minimi, e con l’alta disoccupazione trovare 2 o 4 persone che non abbiano nulla da fare estremamente facile.

Come per il kabaddi, per chi fosse interessato o incuriosito, su youtube sono presenti numerosi video che permettono di capire, meglio di questo articolo, le dinamiche di questi due inusuali sport.

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