mercoledì 25 maggio 2016

Il film Sholay

Sholay (letteralmente “Fiamme”) è un film indiano del 1975, considerato da molti critici la miglior pellicola bollywoodiana di tutti i tempi, rappresentando a lungo il modello per i successivi film d’azione indiani.
I tre attori principali, Amitabh Bachchan, Dharmendra ed Hemma Malini, non solo ma anche grazie a questo film, sono diventati tra le più grandi star del cinema indiano.
Amitabh Bachchan è ancora oggi considerato l’attore più carismatico ed amato di Bollywood, nonostante abbia ormai passato i 70 anni (per ulteriori dettagli rimandiamo ad un post a lui dedicato http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/05/lattore-indiano-amitabh-bachchan.html).
Dharmendra, come Bachchan anche lui noto per il suo piacevole aspetto, dopo essere stato il primattore in decine di film “super-hit”, si sta ora dedicando, con buoni risultati, a lanciare figli, figlie e nipoti con una propria casa di produzione, ed è anche attivo in politica tanto che nel 2004 è stato eletto in Parlamento.
Hemma Malini, grazie al suo ruolo in Sholay della ragazza di paese tutta curve e carattere, è diventata una specie di madrina di tutte le successive eroine.
Viene anche considerata un’ottima ballerina di danza tradizionale Bharatanatyam, che ha spesso eseguito nei film e che ancora oggi recita saltuariamente insieme alle figlie per promuovere campagne di beneficienza. Anche lei ha avuto alcuni ruoli politici.

Quando si parla di attori è naturale fare un po’ di gossip e bisogna notare che durante la realizzazione di Sholay, Dharmendra ed Hemma Malini iniziarono una relazione che li portò a sposarsi nel 1980.
Questo nonostante Dharmendra fosse già sposato e siccome la prima moglie non concesse il divorzio, l’attore ed Hemma Malini si convertirono all’Islam per legalizzare la bigamia.
Secondo le rigide tradizioni culturali indiane, un comportamento del genere sarebbe a dir poco deprecabile, perfino al giorno d’oggi, ma, trattandosi di due superstar, la vicenda non creò eccessivi scalpori.
Ultimo particolare romantico, la ragazza per la quale si invaghisce platonicamente Jai, il personaggio interpretato da Amitabh Bachchan, è la vera moglie dell’attore, essendosi sposati due anni prima delle riprese di questo film.

La trama di Sholay è semplice ma ben architettata, le vicende avvincenti e l’atmosfera generale molto azzeccata, chiaramente ispirata a quella dei classici western, tanto da essere considerato il capostipite del sottogenere chiamato “Curry Western”, dal più noto “Spaghetti Western” italiano.
Ovviamente un confronto con i film di Sergio Leone sarebbe quasi impietoso ma lo svolgimento del tema western in un contesto indiano è piuttosto interessante, come pure la scenografia, ambientata nell’aspra regione collinare di Ramanagara nello stato del Karnataka, particolarmente consona con il genere del film.
Infine, per quanto riguarda la musica, tutti i brani hanno avuto un ottimo successo e molti sono ancora oggi oggetto di continui remake.
I testi sono stati scritti da Anand Bakshi e le musiche composte da R.D. Burman, il quale ha anche interpretato due brani, mentre gli altri sono stati eseguiti dal noto cantante Kishore Kumar e dall’ancor più famosa Lata Mangeshkar.
Segue un breve riassunto.

Nel piccolo villaggio di Ramgarh, l’ex-poliziotto Thakur Singh (Sanjay Kumar) ingaggia due piccoli ma coraggiosi ladri, Jai e Veeru (Amitabh Bachchan e Dharmendra), per cercare di catturare il noto criminale Gabbar Singh (Amjad Khan).
Per rivincita personale e convincere i due ladri, Thakur Singh offre a Jai e Veeru, oltre alla ricompensa ufficiale, una grossa somma di denaro chiedendogli però di consegnarglielo vivo.
Quando la banda di Gabbar Singh piomba sul paese per le consuete estorsioni, Jai e Veeru riescono a respingerli e addirittura mettono in un angolo il capo, ma Thakur Singh, che avrebbe la possibilità di aiutarli raccogliendo da terra un fucile, inaspettatamente non interviene permettendo a Gabbar Singh di scappare.
Delusi dall’attegiamento del loro mandante, Jai e Veeru decidono di lasciare il paese, cambiando idea solo quando Thakur Singh gli mostra il motivo per cui non li aveva aiutati: facendo cadere dalle spalle il grande scialle che aveva vestito fino a quel momento, si scopre che è senza braccia, amputate selvaggiamente alcuni anni prima da Gabbar Singh.

Convinti quindi a vendicare l’onta subita dall’ex-poliziotto, Jai e Veeru decidono di rimanere, spinti anche da alcuni interessi personali: Jai verso Radha (Jaya Bhaduri), la schiva figlia vedova di Thakur Singh e Veeru verso la straripante ed avvenente Basanti (Hemma Malini), guidatrice di tonga (tradizionale carro trainato da cavalli) del paese.
Dopo varie schermaglie tra i due coraggiosi ladri e la banda di banditi, Veeru e Basanti vengono catturati e torturati da Gabbar Singh, finché Jai interviene ed i tre riescono a scappare dal rifugio dei criminali.
Nella successiva sparatoria però, Jai e Veeru terminano le munizioni, quindi Jai, scoprendo di essere ferito, convince Veeru a tornare in paese a prenderle, mentre lui utilizza l’ultimo proiettile per detonare una carica di dinamite situata presso il ponte su quale si stava svolgendo la sparatoria.
Purtroppo così facendo Jai si ferisce ulteriormente per morire poco dopo tra le braccia di Veeru rientrato per portargli soccorso.
Molto toccante e ben congegnata è la scena in cui Veeru si accorge che Jai si era volutamente sacrificato.
Durante tutto il film, quando i due amici si trovano in dubbio su che decisione prendere risolvono la questione lanciando una moneta e lo stesso fanno quando devono decidere chi dei due rimane a combattere e rallentare i banditi e chi torna in paese a fare rifornimento di munizioni: Jai sceglie testa, lancia la moneta e viene appunto testa.
Ma poco dopo che questi muore, Veeru si accorge che la moneta di Jai aveva due teste.
Inferocito, Veeru attacca da solo i banditi rimasti, riducendo lo stesso Gabbar Singh in fin di vita, e proprio mentre gli sta per dare il colpo di grazia, all’improvviso compare Thakur Singh che gli ricorda il patto di consegnarglielo vivo.
Quindi, utilizzando degli spuntoni costruiti sulla suola delle scarpe, l’ex-poliziotto amputa le mani di Gabbar Singh e sarebbe quasi sul punto di ucciderlo se non fosse per l’intervento della polizia che arresta il bandito.

Dopo i funerali di Jai, Thakur Singh e la figlia Radha riprendono la loro semplice e triste vita, mentre Veeru lascia Ramgarh e trova Basanti ad aspettarlo sul treno.

Nessun commento:

Posta un commento