Seppur poco noto al di fuori dei confini nazionali dell’India,
Bhimrao Ramji Ambedkar (1891-1956) è stato un giurista e politico indiano, la
cui figura ha influito in maniera decisiva, e positiva, nella formazione
dell’India moderna.
In particolare viene ricordato per essere stato a capo del
comitato che compilò la costituzione indiana e per le battaglie politiche e
sociali contro l’intoccabilità e la divisione castale.
Dr. Ambedkar stesso nacque in una famiglia dalit
(cosiddetti intoccabili o fuori casta) ed ebbe modo di provare in prima persona
i vari livelli di discriminazione presenti all’interno della società indiana.
Nonostante questo, grazie al lavoro del padre che, come da
tradizione familiare, apparteneva all’esercito, il giovane Ambedkar ebbe modo
di studiare, dimostrando una spiccata intelligenza che lo porterà a diventare
il primo studente universitario indiano fuoricasta.
Nel 1912 ottenne la laurea in economia e scienze politiche
presso l’Università di Bombay, ricevendo anche una borsa di studio promossa dal
maharajà di Baroda, grazie alla quale ebbe modo di andare a studiare per tre
anni alla Columbia University di New-York, quindi a Londra presso la London
School of Economics and Political Science.
Dal 1922 al 1947, Dr. Ambedkar, tornato in India, svolse il
lavoro di avvocato, dedicandosi il particolar modo a processi contro la
discriminazione castale portata avanti dai bramini.
Con l’indipendenza dell’India, il Governo Indiano offrì a
Dr. Ambedkar la carica di Ministro di Giustizia, con l’implicito incarico di
redigere la nuova costituzione del paese.
Compito che Dr. Ambedkar, grazie alla vasta cultura
socio-economica, svolse con particolare cura ed ingegno, garantendo grandi
libertà civili ed individuali, ed avversando ogni tipo di discriminazione, concetti
che ancora oggi, nonostante complicate dinamiche locali, costituiscono la base
dello sviluppo della società indiana.
Un altro ruolo molto importante svolto da questa eminente
figura, fu quello di esponente del Movimento Buddista Dalit, che promuoveva la
conversione dei fuoricasta al buddismo, per sfuggire alle imposizioni castali.
Dr. Ambedkar stesso, già attento studioso del buddismo fin
dalla gioventù, si convertì pochi mesi prima di morire, redigendo un documento
dove prescriveva ai convertiti 22 voti, di cui molti consistono in un netto
rifiuto dell’induismo, come il duro voto 19 “Rinuncio all’induismo che
sfavorisce ed impedisce l’avanzamento e lo sviluppo dell’umanità perché basato
sull’ineguaglianza, e adotto il buddismo come mia religione”.
In realtà queste conversioni di massa, avvenute anche in
anni recenti, hanno più che altro valore politico e simbolico, e non offrono
una completa protezione contro le discriminazioni, ma servono a mostrare e dare
voce al livello di malcontento tra le classi più basse della società indiana.
Al giorno d’oggi Dr. Ambedkar è stimato e rispettato da
tutti gli strati sociali, le sue statue sono presenti nelle piazze di città,
villaggi e paesi, spesso nelle zone a maggioranza dalit, ed a lui sono dedicati
strade, istituti, associazioni ed una delle poche festività nazionali indiane laiche,
il 14 Aprile, giorno della sua nascita.
Nessun commento:
Posta un commento