lunedì 25 luglio 2016

Luoghi sacri buddisti, II parte: Bodhgaya

Mahabodhi temple.JPGDopo Lumbini, luogo di nascita del Buddha, situato in Nepal pochi chilometri oltre il confine con l’India, la seconda località legata alla vita del Buddha è Bodhgaya dove, seduto a meditare sotto un albero di pipal, raggiunse l’illuminazione.
Grazie alla notevole importanza religiosa ed altri favorevoli fattori, Bodhgaya è uno dei luoghi turistici più visitati ed apprezzati nel nord dell’India.
Intanto è aiutata dalla posizione geografica, a circa 200 chilometri da Varanasi e sulla strada tra questa e Calcutta (distante circa 500 km), che fa di Bodhgaya anche una comoda tappa per interrompere il lungo viaggio tra queste due città.
Secondo, essendo il luogo dove il Buddha si illuminò, è da tempo riverito come il più importante per i buddisti dal punto di vista spirituale e sono presenti numerosi istituti religiosi di vario tipo.
Il terzo motivo per cui Bodhgaya è piuttosto frequentata ed attiva, è che nei mesi invernali da Gennaio a Marzo, per sfuggire al freddo intenso del suo acquartieramento sui monti indiani, il Dalai Lama trascorre qui un po’ di tempo, cogliendo anche l’occasione di organizzare degli apprezzatissimi discorsi pubblici che attirano fedeli buddisti da tutto il mondo.
Quarto ed ultimo motivo del successo turistico di Bodhgaya è lo stupendo Tempio Mahabodhi e l’affascinante zona sacra sviluppatasi ai suoi piedi.

Costruito intorno al V-VI sec. d.C. sul luogo dove si trovava un piccolo santuario edificato nel III sec. a.C. dall’imperatore Ashoka, subì numerosi saccheggi e distruzioni da parte dei mussulmani, e cadde in rovina (anche a causa della decadenza del buddismo in India), finché non venne riportato alla luce da parte degli inglesi verso la metà del 1800 e definitivamente ristrutturato secondo le forme originali negli anni ’50.
Con una forma piramidale piuttosto slanciata e ricoperto di sculture, domina la zona sacra, costituita da un giardino quadrato pieno di santuari e luoghi di preghiera attivamente frequentati.

Il luogo più importante e riverito è sicuramente il punto preciso dove il Buddha si sedette in meditazione, oggi rappresentato da un piccolo trono protetto da un baldacchino, sotto ad un grande albero di fico bengalese.
L’albero presente attualmente è un discendente di quello originale, che fu più volte distrutto ed abbandonato, ed è stato ripiantato da un seme proveniente dal sud dell’India, che a sua volta era stato piantato da un ramo dell’originale, portato lì nel II-III secolo a.C. dai primi “missionari” buddisti.
Caratteristica particolare che aiuta a creare una certa atmosfera di raccoglimento, il giardino si trova qualche metro sotto il livello del terreno ed è circondato da un’ampia passerella situata sopra alle scalinate per accedervi, ricordando un po’ la struttura di una piccola arena.
Questo oltretutto permette anche ai semplici turisti di apprezzare il luogo passeggiando lungo la passerella senza intralciare le attività dei religiosi, che in quest’area sono particolarmente indaffarati con i loro rituali.

Oltre al Mahabodhi Temple, essendo Bodhgaya il luogo sacro buddista più importante, sono presenti templi e monasteri di tutti i paesi con forte presenza buddista e trovandosi spesso gli uni accanto agli altri è davvero semplice ed interessante poter confrontare i vari stili.
In particolare, poco lontano dal tempio di Mahabodhi, si trova una grande area, leggermente scostata dalla strada principale, dove, oltre ad alcuni alberghi discreti, si trovano: il tempio ed il monastero thailandesi, il monastero bhutanese, un tempio tibetano, due templi giapponesi, un monastero tibetano, nonché una grande statua del Buddha seduto in meditazione alta circa 25 metri.
Molto visitato è anche il coloratissimo tempio-monastero cinese, situato proprio sulla via principale.

Grazie alla presenza permamente di un’attiva comunità tibetana, il centro di Bodhgaya ospita anche colorati negozietti e bancarelle di articoli religiosi, artigianato, gioielli, vestiti, creando un’atmosfera particolarmente vivace.
Interessanti sono anche i ristorantini tipici tibetani che sorgono in una zona un po’ degradata e sono costituiti da grandi tende di plastica, quindi esteticamente sono poco invitanti, ma offrono pasti caldi piuttosto originali per poche rupie.

Oltre a questi, nei numerosi alberghi di varia categoria, Bodhgaya propone una discreta scelta in ambito culinario, anche considerando il fatto che ci si trova in una delle regioni dell’India più povere ed arretrate.

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