giovedì 28 luglio 2016

Sguardo generale e contemporaneo alla regione del Mustang

Kali-gandaki.jpgOggigiorno con il nome Mustang viene indicato uno dei quattro distretti che formano la Zona del Dhaulagiri, una remota area di montagna del Nepal centro-settentrionale, al confine con il Tibet.
Circa i due terzi della parte nord del distretto vengono chiamati Upper Mustang e coincidono con i territori che fino al non lontano 2008 facevano parte del Regno del Mustang (detto localmente Kingdom of Lo), mentre la parte meridionale si chiama Thak, dal nome della diffusa etnia Thakali, originaria di questa zona.
Storicamente, il Regno del Mustang, fondato nel lontano 1380, fu in seguito un regno vassallo di religione buddista all’interno del più grande Regno del Nepal, ma con la caduta della monarchia nepalese nell’Aprile 2008 e la successiva instaurazione della repubblica, il Mustang ha perso la sua indipendenza (in maniera simile a quello accaduto circa 60 anni fa in India con la proclamazione della Repubblica Indiana e la fine delle dinastie di Maharajà, Sultani e Nababbi).

Data la posizione geografica, unita ad una stretta politica protettiva (il permesso per visitare queste zone costa ben 50 dollari al giorno), non sono molte le informazioni che trapelano riguardo questa regione, ma alcune interessanti notizie apparse alcuni anni fa sui giornali nepalesi ci hanno permesso di dare uno sguardo al suo interno leggermente più approfondito.
In particolare sono state due le questioni che hanno riguardato il Mustang: una di carattere interno, sugli sviluppi di complicati intrighi all’interno della famiglia reale, che tratteremo qui di seguito; la seconda è invece d’importanza antropologica internazionale e si riferisce alla scoperta di numerosi scheletri (circa una sessantina) molto antichi, ritrovati in alcune grotte della regione, e delle quali parleremo in un successivo post.

Come riportato in un esteso ed interessante articolo del “The Kathmandu Post” del 24 Dicembre 2011, intitolato “Unrest in the walled city”, Agitazione nella città murata (facendo riferimento alla capitale del Mustang, Lo Manthang, unica città nepalese protetta da mura), gli intrighi di palazzo, per altro molto comuni in Nepal, sono cominciati molti anni fa con la scelta del successore dell’attuale Re, Jhigmi Palbar Bista, e sono stati creati dalla signora Diki Dolkar, moglie del fratello maggiore del Re, che morì prima di poter essere incoronato.
Siccome Re Jhigmi Palbar Bista non ha eredi maschi, e non avendo scelto un successore, la signora Dolkar propose che venisse quindi nominato il figlio di sua sorella.
Il Mustang però si regola secondo una società patriarcale ed il re rifiutò la proposta preparandosi invece ad annunciare come successore il figlio del suo secondo fratello (il quale aveva abbandonato ogni diritto ereditario personale dedicandosi ad una vita religiosa), che secondo la legge locale era il legittimo erede.
La signora Dolkar allora, elaborò un astutissimo piano: nel 1992 il nipote che lei voleva eletto re, organizzò il proprio matrimonio a Kathmandu e in vista delle celebrazioni, la signora chiese al re di dargli i suoi vestiti ufficiali che lei avrebbe preparato per la grande cerimonia.
Re Jhigmi Palbar Bista, senza sospettare nulla, acconsentì, ma la maliarda aveva in mente altri piani: fece infatti indossare i vestiti dal nipote, e dopo aver fatto scattare alcune fotografie, le inviò al Re del Nepal Birendra, affermando che la successione era stata definita e la persona ritratta era il nuovo Re del Mustang.
Purtroppo per lei però, per rendere effettiva la successione, era necessaria l’approvazione del presente re, cioè Jhigmi Palbar Bista, il quale invece, appena venne a sapere del raggiro della signora Dolkar, decretò immediatamente successore suo nipote.
Vedendo il proprio piano fallire, la signora Dolkar decise quindi di creare altri problemi recandosi presso la Corte Suprema nepalese per chiedere la divisione del Palazzo Reale come bene di famiglia, e qui sono nati altri problemi per il Mustang.

Intanto bisogna notare che questo è stato il primo procedimento penale nella storia del Regno, in quanto fino ad allora le questioni erano sempre state risolte localmente tramite l’imparziale giudizio del re.
I circa 15.000 abitanti del Mustang sono rimasti quindi scandalizzati nell’apprendere la notizia che addirittura il loro amato re era la persona affetta dall’ordine della Corte.
Infatti i giudici hanno dato ragione alla Signora Dolkar, stabilendo che il Palazzo Reale (chiamato Lomangthang) venga diviso tra i membri della famiglia, in quanto proprietà privata.
Questa decisione viene contestata per numerosi motivi: innanzitutto, in realtà, la Signora Dolkar già nel 1980, prima di stabilirsi a Kathmandu, aveva ottenuto la divisione dei beni, comprendenti terreni, gioielli e utensili, che lei vendette; e riguardo a questo esistono documenti per provarlo.
Come ulteriore aggravante, dal punto di vista dei protettivi abitanti del Mustang, fallito il tentativo di far eleggere il proprio nipote, la Signora Dolkar emigrò negli Stati Uniti insieme alla famiglia, rinunciando così alla cittadinanza nepalese e dopo la sua morte, la causa è stata portata avanti dalla figlia, considerata a tutti gli effetti un’estranea.

Ma il problema forse più grande che deriverebbe da un’eventuale divisione del Palazzo Reale di Lo Manthang è dovuto all’imminente introduzione dello stesso nella lista dei monumenti protetti dall’UNESCO, che però ha fatto subito sapere che una divisione del Palazzo e degli oggetti al suo interno farebbe rescindere automaticamente la candidatura.

Al momento all’anziano (79 anni) e malfermo ex-Re Jhigmi Palbar Bista non resta che organizzare una delegazione da inviare a Kathmandu per chiedere alla Corte Suprema una revisione della sentenza, invitando i giudici a recarsi in Mustang a raccogliere tutte le evidenze.

Oggigiorno il Mustang sembra essere nuovamente sparito dai radar dei media locali e solo grazie ad una specifica ricerca internet siamo riusciti a trovare un paio d’articoli in qualche modo legati alle questioni sopracitate.

Riguardo alle intricate vicende di palazzo e della dinastia, l’unica breve notizia, dell’Aprile del 2016, si riferiva alle cattive condizioni di salute dell’ormai 84enne ex-Re Jhigmi Palbar Bista, che da tempo risiede stabilmente a Kathmandu presso l’area sacra buddista di Bodhnath (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/07/lo-stupa-di-bodhnath.html).
Un innalzamento della pressione e la presenza di acido urico nel sangue sono state le cause del recente ricovero dal quale probabilmente si è ripreso visto che ad oggi non sono stati ancora divulgate notizie su un suo eventuale decesso.

La seconda recente notizia sul Mustang trattava invece dei problemi che sembra stia già creando una eventuale iscrizione dell’antica capitale Lo Manthang tra i siti protetti dall’UNESCO.
Seppur la candidatura sia al momento ancora in fase di studio, la popolazione locale è giustamente preoccupata di dover rinunciare ad alcune delle già scarse risorse finanziarie della zona.

Per fortuna sembra che la questione sia stata sollevata abbastanza presto e soprattutto che i responsabili UNESCO siano perfettamente consci di tenere in considerazione anche lo sviluppo locale.

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