mercoledì 3 agosto 2016

La città di Delhi, II parte

Dopo un breve cenno su Old Delhi ed i suoi siti di maggior interesse (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/07/la-citta-di-delhi-i-parte.html), in questo post descriviamo New Delhi, in particolare Rajpath, la sua arteria principale.
Rajpath (La strada del Re) è infatti un ampio e lungo viale che collega il Rashtrapati Bhavan (Palazzo del Presidente) con lo Stadio Nazionale, passando attraverso la Vijay Chowk (Piazza della Vittoria) e l’arco dell’India Gate.
The India Gate (US Department of State flickr).jpg
L'India Gate
Costruito appositamente con scopi cerimoniali, su Rajpath si tiene la grande parata del Giorno della Repubblica, il 26 Gennaio, e vi sono collocati gli edifici che ospitano le più importanti cariche politiche del paese.
Parte fondamentale, fin dall’inizio, dell’urbanistica studiata dall’architetto inglese Edwin Lutyens, questi decise di costruire la residenza del Vicerè, la massima carica britannica in India, sulla Raisina Hill, una bassa e dolce collina, dalla quale far partire in discesa Rajpath ed offrire, dall’alto, una vista panoramica sulla città.

Questo grande e bel palazzo, iniziato a costruire nel 1912 venne nominato quindi inizialmente Viceroy’s House e cambiò il suo nome nell’attuale Rashtrapati Bhavan (cioè palazzo, bhavan, del presidente, rashrtrapati) il 26 Gennaio 1950, quando Rajendra Prasad divenne il primo Presidente dell’India e venne alloggiato al suo interno.
Lo stile può essere definito barocco edoardiano, con soli piccoli tocchi indiani, visto che il rigido Lutyens non era propenso a valorizzare l’arte locale ed accettò solo qualche piccolo aggiustamento con una certa reticenza.
La grande cupola pare sia stata ispirata al suo autore dal Pantheon di Roma, seppur vennero fatte aggiunte successive includenti elementi sia europei che indiani e venne completata solo nel 1929.
Dietro al palazzo si trova un vasto e curatissimo giardino che mescola di nuovo lo stile inglese con quello moghul ed ospita numerosissime varietà di fiori; purtroppo è aperto al pubblico solo in Febbraio-Marzo durante la fiera botanica Udyanotsav.
Pochi anni fa, nel 2014, il Presidente della Repubblica Pranab Mukherjee, ha inaugurato un piccolo museo all’interno del Rashtrapati Bhavan, grazie al quale, oltre ad ottenere interessanti notizie riguardo al palazzo, è finalmente possibile poterlo apprezzare da vicino anche da parte del pubblico.

Davanti al Rashtrapati Bhavan, dal 1912 è stato costruito il Secretariat Building, un edificio in stile revival dell’indo-saraceno, composto da due grandi blocchi separati (nord e sud) che ospitano i ministeri più importanti nonché l’ufficio del primo ministro.
Dal Secretariat Building, iniziando a percorrere l’ampissimo Rajpath, si passa attraverso l’ampia Vijay Chowk, sulla quale, durante la già citata grande parata del giorno della repubblica, avviene la Beating Reatreat, una cerimonia militare inglese risalente al XVI secolo, molto spettacolare per l’elevato numero di strumenti orchestrali suonati dalle bande dei tre corpi delle forze armate indiane: l’esercito, la marina e l’aeronautica.

Alla sinistra di Viajy Chowk, quasi nascosto tra gli alberi, si può notare il Sansad Bhavan, un grande edificio circolare, protetto da un colonnato, sede del parlamento indiano.
Nonostante sia oggi il luogo di potere più importante del governo indiano, la sua posizione urbanistica è di secondo piano a causa del fatto che, quando venne edificata New Delhi, il parlamento non aveva molto peso politico, ed il centro del potere era la residenza del vicerè, l’attuale Rashtrapati Bhavan (Palazzo del Presidente), che, come visto nel paragrafo precedente, domina dalla collina di Raisina Hill tutta Rajpath.

L’India Gate è un grande arco in pietra, costruito tra il 1921 ed il 1931 per onorare i soldati indiani morti durante i conflitti dal 1914 al 1921 (cioè nei vari fronti della I Guerra Mondiale e nella Terza Guerra Anglo-Afghana).
Seppur architettonicamente possa ricordare l’Arco di Costantino a Roma o l’Arc de Triomphe di Parigi, l’India Gate non è un arco di trionfo, bensì un memoriale di guerra, al quale, nel 1971, al termine della Guerra di Liberazione del Bangladesh, venne aggiunto un santuario dedicato al milite ignoto.
Questi particolari avvicinano quindi l’India Gate ad un simile monumento italiano, l’Arco della Vittoria di Genova, anch’esso eretto in memoria dei caduti di guerra (in particolare i genovesi morti durante la I Guerra Mondiale), più o meno negli stessi anni: l’India Gate venne aperto al pubblico a Febbraio del 1931, l’Arco della Vittoria di Genova nel Maggio dello stesso anno.
 L’artefice, ancora una volta, fu l’architetto inglese Lutyens che fu un esperto designer di memoriali di guerra e cenotafi, tanto che ne disegnò più diuna sessantina nella sola Europa.

Dietro al grande piazzale esagonale dove sorge l’India Gate, è stituato lo stadio nazionale intitolato a Dhyan Chand (1905-1979) un giocatore di hockey su prato che vinse per ben tre volte l’oro alle Olimpiadi.
Sovvenzionato dal Maharajà di Bhavnagar nello stato del Gujarat, venne aperto nel 1933 e da allora ospita gli incontri casalinghi della nazionale indiana di hockey e delle squadre di Delhi.

Dopo l’ampia ristrutturazione del 2010 per ospitare il campionato mondiale di hockey, possiede tre campi, di cui due conformi agli standard internazionali ed un terzo per gli allenamenti, e può ospitare circa 20.000 spettatori.

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