domenica 18 giugno 2017

I fiumi del Nepal, I parte Introduzione e Bacino del Mahananda

Grazie alla presenza di vasti ghiacciai perenni e ad un clima montano decisamente piovoso, il Nepal è attraversato da numerosi corsi d’acqua.
Nonostante l’elevato numero, a scopo descrittivo possono essere facilmente divisi in cinque grandi bacini idrici, che prendono il nome del fiume più importante nel quale confluiscono quelli minori.
Partendo da est sono: il Mahananda, il Sapta Koshi, il Bagmati, il Narayani (o Gandaki) ed il Karnali (o Ghaghara)
Un’esposizione seguendo invece come ordine la lunghezza risulta più complessa a causa del fatto che i principali fiumi nepalesi sono trans-nazionali, scorrendo da nord a sud per entrare in India e diventare affluenti del Gange, obbligando quindi ad una difficile distinzione tra la lunghezza complessiva e quella invece relativa al territorio nepalese.

In generale, contrariamente a quanto accade in India (per ulteriori dettagli sui fiumi indiani http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/search/label/Geografia%20e%20clima), i corsi d’acqua del Nepal non hanno particolari significati storici e culturali, ed anche l’importanza religiosa non è neppure paragonabile a quella dei più noti fiumi indiani come ad esempio il Gange, lo Yamuna ed il Godavari.
La caratteristica principale dei fiumi nepalesi è la varietà naturalistica e paesaggistica, scorrendo spesso in territori incontaminati, dalle alte montagne himalayane, lungo verdeggianti colline, fino alle pianure del Terai, attraversando quindi numerose zone climatiche ed ecosistemi.
Da alcuni decenni, i corsi d’acqua del Nepal stanno iniziando ad avere anche una notevole importanza economica, soprattutto nella produzione di energia elettrica.
Purtroppo a causa delle ancora arretrate infrastrutture e limitate risorse finanziarie, al momento il suo enorme potenziale è solo parzialmente sfruttato, ma con il tempo, e magari anche i giusti investimenti, grazie a stabilimenti idroelettrici, il Nepal dovrebbe riuscire a coprire il fabbisogno nazionale ed addirittura esportare elettricità in India.

Bacino del Mahananda
Il fiume Mahananda ha origine nelle colline himalayane, nei pressi della cittadina di Darjeeling nello stato indiano del  Bengala Occidentale, a circa 2.100 metri di altitudine, ed in alcuni punti costituisce il confine tra l’India ed il Bangladesh.
Il suo corso non interessa quindi direttamente il Nepal, che è invece bagnato dai tre fiumi che formano il bacino idrico del Mahananda: il Mechi, il Kankai ed il Ratua Khola.

Il Mechi nasce in Nepal nella catena collinare del Mahabharat e forma per un lungo tratto il confine orientale  tra Nepal ed India, prima di entrare nello stato indiano del Bihar e mergere nel Mahananda.
Di notevole importanza, da secoli, per l’irrigazione di una vasta e popolosa area, da alcuni anni India e Nepal stanno studiando un ambizioso progetto di costruzione di un canale per collegare il Mechi con il fiume Koshi, con il doppio scopo di conservare e distribuire acqua per le coltivazioni, e ridurre i danni delle innondazioni.

Anche il fiume Kankai ha origine nelle colline Mahabharat del Nepal e scorre in direzione sud verso lo stato indiano del Bihar dove merge nel Mahananda.
Come il Mechi il Kankai ha una notevole importanza per l’irrigazione e sono in fase di studio progetti di costruzione di ulteriori canali per unire anche questo corso d’acqua con il già citato collegamento tra il Mechi ed il Koshi.

Il Ratua Khola ha un corso più modesto, in mezzo ai due precedenti, scendendo dalle colline Churia per entrare in Bihar ed unirsi al Kankai.

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