Grazie
alla presenza di vasti ghiacciai perenni e ad un clima montano decisamente
piovoso, il Nepal è attraversato da numerosi corsi d’acqua.
Nonostante
l’elevato numero, a scopo descrittivo possono essere facilmente divisi in
cinque grandi bacini idrici, che prendono il nome del fiume più importante nel
quale confluiscono quelli minori.
Partendo
da est sono: il Mahananda, il Sapta Koshi, il Bagmati, il Narayani (o Gandaki)
ed il Karnali (o Ghaghara)
Un’esposizione
seguendo invece come ordine la lunghezza risulta più complessa a causa del
fatto che i principali fiumi nepalesi sono trans-nazionali, scorrendo da nord a
sud per entrare in India e diventare affluenti del Gange, obbligando quindi ad
una difficile distinzione tra la lunghezza complessiva e quella invece relativa
al territorio nepalese.
In
generale, contrariamente a quanto accade in India (per ulteriori dettagli sui
fiumi indiani http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/search/label/Geografia%20e%20clima),
i corsi d’acqua del Nepal non hanno particolari significati storici e
culturali, ed anche l’importanza religiosa non è neppure paragonabile a quella
dei più noti fiumi indiani come ad esempio il Gange, lo Yamuna ed il Godavari.
La
caratteristica principale dei fiumi nepalesi è la varietà naturalistica e
paesaggistica, scorrendo spesso in territori incontaminati, dalle alte montagne
himalayane, lungo verdeggianti colline, fino alle pianure del Terai, attraversando
quindi numerose zone climatiche ed ecosistemi.
Da
alcuni decenni, i corsi d’acqua del Nepal stanno iniziando ad avere anche una
notevole importanza economica, soprattutto nella produzione di energia
elettrica.
Purtroppo
a causa delle ancora arretrate infrastrutture e limitate risorse finanziarie,
al momento il suo enorme potenziale è solo parzialmente sfruttato, ma con il
tempo, e magari anche i giusti investimenti, grazie a stabilimenti
idroelettrici, il Nepal dovrebbe riuscire a coprire il fabbisogno nazionale ed
addirittura esportare elettricità in India.
Bacino del Mahananda
Il
fiume Mahananda ha origine nelle colline himalayane, nei pressi della cittadina
di Darjeeling nello stato indiano del
Bengala Occidentale, a circa 2.100 metri di altitudine, ed in alcuni
punti costituisce il confine tra l’India ed il Bangladesh.
Il
suo corso non interessa quindi direttamente il Nepal, che è invece bagnato dai
tre fiumi che formano il bacino idrico del Mahananda: il Mechi, il Kankai ed il
Ratua Khola.
Il
Mechi nasce in Nepal nella catena collinare del Mahabharat e forma per un lungo
tratto il confine orientale tra Nepal ed
India, prima di entrare nello stato indiano del Bihar e mergere nel Mahananda.
Di
notevole importanza, da secoli, per l’irrigazione di una vasta e popolosa area,
da alcuni anni India e Nepal stanno studiando un ambizioso progetto di
costruzione di un canale per collegare il Mechi con il fiume Koshi, con il
doppio scopo di conservare e distribuire acqua per le coltivazioni, e ridurre i
danni delle innondazioni.
Anche
il fiume Kankai ha origine nelle colline Mahabharat del Nepal e scorre in
direzione sud verso lo stato indiano del Bihar dove merge nel Mahananda.
Come
il Mechi il Kankai ha una notevole importanza per l’irrigazione e sono in fase
di studio progetti di costruzione di ulteriori canali per unire anche questo
corso d’acqua con il già citato collegamento tra il Mechi ed il Koshi.
Il
Ratua Khola ha un corso più modesto, in mezzo ai due precedenti, scendendo
dalle colline Churia per entrare in Bihar ed unirsi al Kankai.
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