martedì 13 giugno 2017

Il trekking dell'Helambu, VI tappa Melamchigaon-Tarkeghyang

Scorcio del paese di Tarkeghyang
Il paesino di Tarkeghyang si trova sul versante opposto della vallata rispetto a Melamchigaon, dal quale si può facilmente scorgere trovandosi a poche centinaia di metri in linea d’area ed a circa la stessa altitudine, 2.530 m Melamchigaon e 2.740 Tarkeghyang.
Il sentiero quindi scende ripido fino al fondo valle per circa 2-3 ore, quindi attraversa il torrente Melamchi Khola ad un’altitudine di appena 1.890 metri e risale, sempre molto ripido, per circa 4-6 ore.

Come la tratta precedente da Tharepati a Melamchigaon, la lunga parte in discesa può essere leggermente scivolosa e richiedere un minimo di attenzione, ma a parte questo, visto il relativo sforzo fisico, ci si può dedicare anche ad interessanti osservazioni naturalistiche.
Il ponte che attraversa il torrente Melamchi Khola è tutto in metallo, compresa quindi anche la base sulla quale si cammina che nel precedente ponte era di legno, ed all’apparenza sembra decisamente più resistente, seppur tenda ad oscillare notevolmente anche procedendo a passo lento.
Oltre a questo, la lunghezza, circa una trentina di metri, e l’altezza sul torrente sottostante, almeno 15-20 metri, potrebbero dare un sensazione, non sempre gradita, di essere sospesi nel vuoto.

Il ponte sul torrente Melamchi Khola
La salita verso Tarkeghyang è molto lunga e faticosa, con un dislivello di circa 800 metri, e poco interessante, visto che il panorama rimane alle spalle e nella prima parte attraversa anonimi terrazzamenti coltivati a mais e patate.
Nella seconda parte si incontra qualche chorten e poco prima di arrivare alla meta il sentiero rientra in un bel bosco, la cui notevole ripidità può essere facilmente sopportata al pensiero di essere quasi arrivati.

Come Melamchigaon ed un po’ tutta la regione dell’Helambu, anche Tarkeghyang è abitato prevalentemente dall’etnia yolmo, che per semplicità viene spesso considerata un sottogruppo sherpa, al quale somiglia molto per costumi e tradizioni, ma dalla quale differisce principalmente per la posizione geografica e la lingua, simile ma non completamente intellegibile con quella sherpa.
Al contrario di Melamchigaon però, Tarkeghyang, pur trovandosi anch’esso in una radura del bosco, non è formato da case sparse tra i campi, ma sono attaccate le une alle altre, creando un piccolo dedalo di stretti vicoli.

Purtroppo questa disposizione non è servita a contrastare il terremoto del 2015 che ha distrutto gran parte del paese, come testimoniato dai numerosi cumuli di pietre ancora presenti in giro.
Al momento le uniche costruzioni restaurate sono i due chorten bianchi nella zona bassa ed il lodge situato lì nei pressi che è già operativo.
Alcuni abitanti, per facilitare i lavori di ricostruzione, si sono temporaneamente traferiti in alcune casette di lamiera situate in un’altra piccola radura poco lontano, che già da prima del terremoto ospitava un lodge, che si è in parte salvato, ed alcune abitazioni.
Anche la presenza di una strada sterrata che collega il paese con i centri abitati della valle, dovrebbe essere d’aiuto per velocizzare i lavori e si può ragionevolmente sperare che con l’inizio della prossima stagione di trekking, a Ottobre e Novembre, Tarkeghyang potrebbe avere un aspetto decisamente migliore.

Altra nota positiva, il paese è raggiunto dalla corrente elettrica, presente quasi tutto il giorno, ma bisogna dire che in generale negli ultimi anni l’approvvigionamento dell’elettricità è migliorato parecchio lungo tutto il percorso.

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