Il
trekking dell’Helambu è un percorso quasi circolare della durata di circa una
settimana che si snoda nella regione omonima, situata oltre il confine
nord-orientale della Valle di Kathmandu.
Sviluppandosi
a basse quote e relativamente lontano dalle più alte cime himalayane, il
trekking dell’Helambu offre panorami meno spettacolari di altri più noti percorsi
nepalesi, come ad esempio quelli presso il massiccio dell’Annapurna, ma
possiede numerosi aspetti positivi e di un certo interesse.
Innanzitutto,
il punto di partenza si trova a meno di un’ora di autobus da Kathmandu, o
mezz’ora di comodo taxi, permettendo agli escursionisti stranieri, spesso
dotati di poco tempo da spendere in Nepal, di trovarsi a camminare tra i boschi
dell’Himalaya già pochi giorni dopo il loro arrivo nel paese.
Le
quote modeste, con una punta massima di circa 3.700 metri di altitudine,
riducono al minimo le possibilità di nevicate, esclusi i mesi di Gennaio e
Febbraio, rendendo il trekking dell’Helambu percorribile quasi tutto l’anno con
un abbigliamento piuttosto leggero.
Con il
progressivo avanzare della strada carrabile e la relativa vicinanza a grandi
centri abitati, non è neppure necessario portare il sacco a pelo, articolo tanto
utile quanto ingombrante, e ci si può affidare alle grandi copertone reperibili
in ogni locanda.
Seppur,
come già accennato, il trekking dell’Helambu non sia particolarmente noto per
la vista sull’Himalaya, al contrario possiede una certa notorietà per la
presenza di tipici villaggi di etnia sherpa, che solitamente sono più diffusi a
quote maggiori.
Anche
dal punto di vista naturalistico questo percorso offre alcuni vantaggi,
sviluppandosi interamente al di sotto della linea degli alberi ed ospitando
flora e fauna particolarmente vari.
Per
quanto riguarda la difficoltà, fino ad un paio di anni fa il trekking
dell’Helambu veniva considerato di livello medio-facile, con gli unici problemi
presenti nelle prime lunghe e ripide tratte, dove, oltre alla fatica, a causa
della presenza di numerosi sentieri c’è il rischio di smarrirsi o allungare
inutilmente il percorso.
Purtroppo
però il terremoto del Nepal del 2015, le cui numerose scosse colpirono
duramente questa regione, oltre a danneggiare gravemente la maggior parte dei
villaggi, ha causato numerose valanghe che in alcuni casi hanno interessato il
sentiero del trekking.
In
particolare sono due le zone di un certo pericolo, situate poco prima e poco
dopo il punto più alto, il paese di Tharepati, dove il sentiero procede molto
stretto lungo un terreno friabile di ghiaia e sabbia, sul cui “lato valle” si
apre una ripida, e presumibilmente fatale, scarpata di alcune decine di metri.
In
condizioni climatiche ottimali e con una discreta attenzione, a parte qualche
apprensione per le probabili vertigini, entrambi i passaggi possono essere
superati senza eccessivi problemi, ma in caso di non improbabili piogge e
temporali, la situazione potrebbe essere decisamente rischiosa.
Nonostante
questo, grazie ad alcune delle caratteristiche che abbiamo appenza visto, il
trekking dell’Helambu può essere percorso indipendentemente, senza l’aiuto di
guide e portatori.
La
durata dipende essenzialmente dalle condizioni atletiche di chi lo percorre,
partendo da un minimo di sole 5 notti, ma per non affaticarsi troppo e godere
con calma la piacevole atmosfera di montagna, 6 o 7 tappe sarebbero l’ideale,
in base anche alla disponibilità di alloggio ed alla scelta del percorso degli
ultimi giorni che, come vedremo, propone alcune alternative.
Considerando
che sono passati un paio d’anni dal terremoto e che i lavori di ricostruzione
delle locande sono in alcuni casi terminati, nel prossimo futuro non dovrebbero
esserci problemi a trovare sistemazioni lungo tutto il trekking, seppur alcune
tratte bisognerà comunque dipendere dai radi insediamenti urbani.
Una
giornata tipica dovrebbe consistere in circa 6-8 ore di cammino, ma spesso si è
costretti ad accorciare o allungare proprio in funzione della disponibilità
degli alloggi, anche se solitamente, perfino durante la bassa stagione, una o
due locande aperte in ogni paese dovrebbero essere assicurate.
Bisogna
anche notare che il trekking dell’Helambu, già prima degli avvenimenti legati
al terremoto del 2015, è sempre stato poco frequentato e seppur oggigiorno il
turismo in Nepal sia di nuovo in crescita, la Valle di Kathmandu viene completamente
ignorata ed i turisti si dirigono direttamente a Pokhara, ad intasare i
sentieri di trekking attorno all’Annapurna.
Sull’Helambu
invece la presenza di trekker stranieri è molto limitata, in gran parte solo alla
prima tratta fino a Tharepati, dove si trova la deviazione che unisce questo
percorso con il trekking del Langtang, passando attraverso i laghi sacri di Gosainkund.
Come
ultima informazione generale, prima di partire bisogna recarsi all’ufficio
turistico situato presso il grande Thundikhel Park di Kathmandu per il permesso
del trekking, del costo di circa 25 euro, e del biglietto del Parco Nazionale
del Langtang, del costo di circa 30 euro.
Il
biglietto del Shivapuri Nagarjun National Park, del prezzo di circa 10 euro, si
paga invece all’inizio del trekking, all’ingresso di questa piccola riserva
forestale.
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