giovedì 22 giugno 2017

I fiumi del Nepal, IV parte Bacino del Gandaki

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Il fiume Gandaki presso la cittadina montana di Beni
Il Gandaki, chiamato anche Narayani, è uno dei più grandi fiumi del Nepal, che nasce al confine con il Tibet e sfocia, dopo un percorso di 630 km, nel fiume Gange, presso la città di Patna, capitale dello stato indiano del Bihar.
Il suo bacino si trova nel centro-ovest del paese ed è composto, oltre che dal fiume Gandaki da almeno altri 6 corsi d’acqua: il Rahughat Khola, il Myagdi Khola, il Trishuli, il Marshyangdi, il Seti Gandaki ed il Rapti.

L’importanza del Gandaki in Nepal è principalmente naturalistica, attraversando regioni montane di indubbia bellezza e quella che viene considerata la gola più profonda del mondo, detta Kali Gandaki Gorge, dove il fiume scorre tra la montagna del Dhaulagiri, alta 8.167 m, a ovest e l’Annapurna I, alta 8.091 m, a est.
Questa prima parte del percorso è piuttosto nota turisticamente per i trekking attorno al massiccio dell’Annapurna, mentre nelle pianure il Gandaki forma il confine occidentale al grande Chitwan National Park, che ospita alcune delle specie di animali più rare del subcontinente come tigri, rinoceronti e gaviali.
Anche una volta entrato in India il Gandaki attraversa alcune zone forestali di un certo interesse, come l’area del Valmiki National Park in Bihar.

Culturalmente il Gandaki riveste una certa importanza per l’induismo in quanto si ritiene che proprio sulle sponde di questo fiume il saggio e poeta Valmiki scrisse il Ramayana, il poema epico che narra le gesta del dio Rama, ed il cui ashram è stato individuato in Nepal all’interno del Parco Nazionale di Chitwan.
Altra caratteristica naturalistica-cultural-religiosa del fiume Gandaki è la presenza, nel tratto più settentrionale, di numerosi shaligram, pietre tondeggianti di colore scuro che contengono fossili di conchiglie marine, la cui forma viene considerata una rappresentazione aniconica del dio Vishnu. (per ulteriori dettagli rimandiamo ad un post specifico sull’argomento http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/09/breve-cenno-ai-shaligram.html.

Infine, per quanto riguarda l’economia, il Gandaki ha una notevole importanza nella produzione di energia elettrica, soprattutto la prima parte che scorre con maggior ripidità, al momento solo parzialmente sfruttata, ma sono numerosi i progetti al vaglio del governo nepalese; nelle pianure invece i progetti di Nepal ed India sono rivolti a mitigare i danni delle frequenti innondazioni.

Il bacino idrico del Gandaki, infatti, comprende almeno altri 6 corsi d’acqua di una certa entità che contribuiscono ad aumentarne la portata.
Il Rahughat Khola ed il Myagdi Khola sono due torrenti che sgorgano dai ghiacciai del monte Dhaulagiri, che con 8.167 metri è il settimo più alto al mondo, e si uniscono al Gandaki poco oltre le già citate Gole del Gandaki.

Altro importante affluente è il fiume Trishuli, che ha origine in Tibet, quindi entra in Nepal dove scorre grossomodo a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara, prima di immettersi nel Gandaki presso la cittadina sacra indù di Devghat.
Tra le caratteristiche, il Trishuli è particolarmente apprezzato per il rafting, grazie ad un corso favorevole per quasi tutto l’anno (escluso il periodo dei monsoni) ed alla facile accessibilità.
Sempre nella zona di Devghat, il Trishuli incontra due grandi affluenti: il Marshyangdi, che nasce nel massiccio dell’Annapurna ed il Seti Gandaki, anch’esso originario dell’area dell’Annapurna, ma con un percorso più occidentale.
Anche il Seti Gandaki è piuttosto apprezzato per gli sport acquatici, attraversando la turistica città di Pokhara.


Una volta superate le colline pre-himalayane, il Gandaki entra nella pianura del Terai, dove incontra il fiume Rapti, prima di attraversare il confine indo-nepalese e scorrere in direzione ovest-est, fino a mergere nel Gange, presso la cittadina di Sonepur, nello stato indiano del Bihar.

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