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Il fiume Gandaki presso la cittadina montana di Beni |
Il Gandaki, chiamato anche Narayani, è uno dei più grandi
fiumi del Nepal, che nasce al confine con il Tibet e sfocia, dopo un percorso
di 630 km, nel fiume Gange, presso la città di Patna, capitale dello stato indiano
del Bihar.
Il suo bacino si trova nel centro-ovest del paese ed è composto,
oltre che dal fiume Gandaki da almeno altri 6 corsi d’acqua: il Rahughat Khola,
il Myagdi Khola, il Trishuli, il Marshyangdi, il Seti Gandaki ed il Rapti.
L’importanza del Gandaki in Nepal è principalmente
naturalistica, attraversando regioni montane di indubbia bellezza e quella che
viene considerata la gola più profonda del mondo, detta Kali Gandaki Gorge,
dove il fiume scorre tra la montagna del Dhaulagiri, alta 8.167 m, a ovest e l’Annapurna
I, alta 8.091 m, a est.
Questa prima parte del percorso è piuttosto nota
turisticamente per i trekking attorno al massiccio dell’Annapurna, mentre nelle
pianure il Gandaki forma il confine occidentale al grande Chitwan National
Park, che ospita alcune delle specie di animali più rare del subcontinente come
tigri, rinoceronti e gaviali.
Anche una volta entrato in India il Gandaki attraversa
alcune zone forestali di un certo interesse, come l’area del Valmiki National
Park in Bihar.
Culturalmente il Gandaki riveste una certa importanza per
l’induismo in quanto si ritiene che proprio sulle sponde di questo fiume il
saggio e poeta Valmiki scrisse il Ramayana, il poema epico che narra le gesta
del dio Rama, ed il cui ashram è stato individuato in Nepal all’interno del
Parco Nazionale di Chitwan.
Altra caratteristica naturalistica-cultural-religiosa del
fiume Gandaki è la presenza, nel tratto più settentrionale, di numerosi
shaligram, pietre tondeggianti di colore scuro che contengono fossili di
conchiglie marine, la cui forma viene considerata una rappresentazione
aniconica del dio Vishnu. (per ulteriori dettagli rimandiamo ad un post
specifico sull’argomento http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/09/breve-cenno-ai-shaligram.html.
Infine,
per quanto riguarda l’economia, il Gandaki ha una notevole importanza nella
produzione di energia elettrica, soprattutto la prima parte che scorre con
maggior ripidità, al momento solo parzialmente sfruttata, ma sono numerosi i
progetti al vaglio del governo nepalese; nelle pianure invece i progetti di
Nepal ed India sono rivolti a mitigare i danni delle frequenti innondazioni.
Il
bacino idrico del Gandaki, infatti, comprende almeno altri 6 corsi d’acqua di
una certa entità che contribuiscono ad aumentarne la portata.
Il Rahughat
Khola ed il Myagdi Khola sono due torrenti che sgorgano dai ghiacciai del monte
Dhaulagiri, che con 8.167 metri è il settimo più alto al mondo, e si uniscono
al Gandaki poco oltre le già citate Gole del Gandaki.
Altro
importante affluente è il fiume Trishuli, che ha origine in Tibet, quindi entra
in Nepal dove scorre grossomodo a metà strada tra Kathmandu e la città di
Pokhara, prima di immettersi nel Gandaki presso la cittadina sacra indù di Devghat.
Tra
le caratteristiche, il Trishuli è particolarmente apprezzato per il rafting,
grazie ad un corso favorevole per quasi tutto l’anno (escluso il periodo dei
monsoni) ed alla facile accessibilità.
Sempre
nella zona di Devghat, il Trishuli incontra due grandi affluenti: il Marshyangdi,
che nasce nel massiccio dell’Annapurna ed il Seti Gandaki, anch’esso originario
dell’area dell’Annapurna, ma con un percorso più occidentale.
Anche
il Seti Gandaki è piuttosto apprezzato per gli sport acquatici, attraversando
la turistica città di Pokhara.
Una
volta superate le colline pre-himalayane, il Gandaki entra nella pianura del
Terai, dove incontra il fiume Rapti, prima di attraversare il confine
indo-nepalese e scorrere in direzione ovest-est, fino a mergere nel Gange,
presso la cittadina di Sonepur, nello stato indiano del Bihar.
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