martedì 20 giugno 2017

I fiumi del Nepal, III parte Bacino del Bagmati

Il bacino idrico del fiume Bagmati si trova nella zona centrale del Nepal e seppur abbia un volume d’acqua abbastanza ridotto, riveste una notevole importanza socio-culturale.
Rispetto agli altri più grandi fiumi nepalesi, infatti, il Bagmati non trae la sua origine dai ghiacciai himalayani e la sua portata dipende essenzialmente dalle piogge monsoniche, ma attraversa la Valle di Kathmandu, da sempre centro nevralgico della storia del Nepal.
Lungo le sue sponde sorgono alcuni dei luoghi sacri più noti del paese e riveste notevole importanza sia per l’induismo che per il buddismo.

Formatosi dalla confluenza di tre ruscelli presso le colline Shivapuri, a circa una ventina di chilometri nord-est di Kathmandu, il fiume Bagmati incontra poco dopo il bel tempio di Gokarna Mahadev, costruito proprio sulle sue sponde, quindi entra nell’agglomerato urbano di Kathmandu, passando nei pressi del grande stupa di Bodhnath.
In città attraversa l’area sacra di Pashupatinath, della quale, insieme all’omonimo tempio principale, il Bagmati è una delle principali attrazioni, visto che è proprio sulla sua riva destra che avvengono le rituali cremazioni.

Proseguendo ancora verso sud, costituendo vagamente il confine orientale di Kathmandu, il Bagmati incontra il fiume Manohara e devia verso ovest, fungendo da divisione tra la capitale e la città di Patan.
Questa zona del fiume anticamente era molto frequentata per motivi religiosi ed ospitava numerosi santuari interessanti, che fino a pochi anni fa giacevano però in uno stato di quasi completo abbandono, diventato totale dopo i danni del terremoto del 2015.
Prima di uscire dal centro abitato e piegare verso sud, il Bagmati incontra un altro suo affluente, il Vishnumati, che forma il confine occidentale del centro storico di Kathmandu.
Proseguendo il suo corso, il Bagmati supera la periferia di Patan, quindi attraversa la Gola di Chobar, un piccolo canyon, formatosi alcune migliaia di anni fa, quando forti movimenti tellurici crearono questa spaccatura tra le colline, dalla quale defluì l’acqua che formava il gigantesco lago che occupava l’attuale Valle di Kathmandu.

Una volta uscito dalla valle, il Bagmati attraversa anonime zone di campagna, aumentando lentamente la sua portata che raggiunge il suo massimo una volta entrato in India, grazie all’immissione di almeno due grandi affluenti: il fiume Lakhandei ed il Kamala.
Originario delle colline Shivalik, il Lakhandei si unisce al Bagmati nello stato indiano del Bihar, nei pressi della cittadina di Sitamarhi, mentre il Kamala si immette nel Bagmati poco più avanti, nel distretto di Khagaria, dove, dopo non molto terminerà anche il corso del Bagmati che merge nel più grande fiume Koshi.

Purtroppo, a causa della presenza di numerosi corsi d’acqua, quest’area è soggetta a periodiche e devastanti innondazioni.

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