sabato 2 aprile 2016

Breve cenno alla musica folk nepalese

Sebbene oggigiorno i giovani nepalesi siano attratti da ritmi più “occidentali”, la musica folk continua ad essere presente ovunque, dalle tv alle radio, e a riscuotere un notevole apprezzamento; anzi forse, proprio grazie ai moderni mezzi di diffusione, sta vivendo un periodo di rinnovato interesse.
Gli strumenti più importanti sono il flauto (detto bansuri, in genere di bambù), il sarangi (un rustico violino di legno a 4 corde), il bhusya e il ta (delle specie di nacchere), e numerosi tipi di percussioni quali il dhimay (grande tamburo suonato appeso al collo), il madal (simile al dhimay ma di dimensioni ridotte), il dholak (un altro grande tamburo suonato da entrambi i lati), il khin (un tamburo più piccolo suonato a coppie come le tabla) ed altri ancora che si distinguono per i diversi materiali e dimensioni.
Il tema è solitamente quello amoroso, ambientato nel contesto dei villaggi nepalesi, e viene in genere svolto attraverso due voci, una maschile ed una femminile, accompagnate da rispettivi cori, che riproducono allegri o appassionati dialoghi.
Il più classico esempio della musica folk nepalese è la nota e piacevole canzone Resham firiri, che si sente spesso echeggiare nei locali turistici e crea indiscutibilmente un’ottima atmosfera nepalese.
Visto il successo, oltre a quella originale sono state prodotte anche altre godibili versioni come ad esempio quella esclusivamente musicale, o quella più lenta, quasi malinconica, senza contare numerose interpretazioni moderne pop-rock.
La fama di tale canzone è tale che fa la sua comparsa anche sul libro per imparare la lingua nepalese della nota collana internazionale Teach Yourself, e grazie al quale siamo in grado di avere un’idea anche del testo.
All’interno di una delle ultime lezioni, viene descritto l’incontro tra due portatori nepalesi i quali, realizzando di andare nella stessa direzione, decidono di proseguire il cammino insieme; e quando uno dei due si addormenta durante una pausa, l’altro cerca di risvegliarlo cantandogli alcuni versi della canzone.
Resham firiri vuol dire Fazzoletto di seta (resham) svolazzante alla vento (firiri, dal verbo firnu, girare e tutte le sue accezioni), e si riferisce al fazzoletto che tradizionalmente veniva scambiato tra uomini e donne come pegno d’amore.
La traduzione del testo, a causa di evidenti distanze culturali e linguistiche (dal nepalese, all’inglese, all’italiano), risulta piuttosto difficile, quasi incomprensibile, ma grossomodo il verso descritto recita quanto segue:
Fazzoletto svolazzante, fazzoletto svolazzante,
dovrei volare sopra le colline e i passi?
Fazzoletto svolazzante,
dire “kuti kuti” a un pollo, e dire “suri” a un gatto,
il tuo amore e il mio amore si aspettano all’incrocio.
Fazzoletto svolazzante...
Fucile a una canna, fucile a due canne, mirando al cervo,
io non sto mirando al cervo, è l’amore che sto chiamando.
Fazzoletto svolazzante...

Sebbene parte del senso si perda, non è difficile notare l’aspetto bucolico, nonché quello tragico di un amore che sembra vivere momenti di difficoltà.

Per chi volesse farsi un’idea più precisa, sia di questa canzone che della musica folk nepalese in generale, su youtube sono presenti numerosi interessanti esempi.

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