lunedì 4 aprile 2016

La città di Haridwar

Haridwar (popolazione 310.000 circa) è un’antica città sacra, situata sulle rive del fiume Gange, nello stato indiano dell’Uttarkhand.
Grazie alla presenza del Gange, che qui abbandona le colline per iniziare il suo lungo percorso pianeggiante, Haridwar ospita un interessante lungofiume, nonché numerosi templi ed ashram (ostelli) di notevole importanza religiosa.
A questo bisogna aggiungere che si tratta anche di uno dei quattro luoghi dove caddero le gocce di nettare divino durante la lotta tra dei e demoni per impossessarsene (per ulteriori dettagli rimandiamo ad un precedente post http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/03/il-frullamento-delloceano.html).

Il fulcro della religiosità di Haridwar è l’Har Ki Pauri Ghat, la zona del lungofiume considerata particolarmente sacra e dove, tra piccoli e grandi santuari, avvengono le cerimonie in onore della dea Ganga e del dio Shiva, divinità tutelari della città.
Oltre all’aspetto prettamente religioso, ciò che rende l’area dell’Har Ki Pauri Ghat particolarmente raccolta e suggestiva è la presenza di una piccola isola, situata pochi metri dalla riva, dove sono stati creati altri gradini e trova posto un’inusuale torre dell’orologio.
Questa originale conformazione, unita alla notevole sacralità, fa sì che l’Har Ki Pauri Ghat sia una zona piuttosto sovraffollata, specialmente alla mattina ed all’imbrunire, considerati dai devoti indù i momenti più propizi per porgere offerte e recitare preghiere.
Le attività, talvolta alquanto frenetiche, consistono, prima di tutto, in un bagno rituale tra le acque fredde e tempestose del Gange, che in realtà solo i pellegrini più temerari ed agili riescono ad affrontare tenendosi a delle provvidenziali catene situate appositamente sulla riva.
A prescindere dall’effettiva possibilità o capacità di compiere le abluzioni, per eseguire i dovuti rituali ai pellegrini basta avvicinarsi o lasciarsi avvicinare dagli attivi sacerdoti, presenti in gran numero in tutta quest’area, e seguire le loro istruzioni; le differenze tra le varie cerimonie sono essenzialmente dovute alla quantità di denaro che il devoto è disposto a spendere.
Volgendo lo sguardo verso nord, dove si estendono alcuni ghat decisamente più tranquilli, è facile notare una gigantesca statua di Shiva, di recente costruzione e dubbio valore artistico, ma pur sempre impressionante per dimensioni.
Purtroppo quest’area è leggermente deturpata da una serie di sbarramenti e piccole dighe, d’altronde necessari per deviare l’acqua del Gange in modo che, nei pressi della zona sacra, il fiume abbia, più o meno, sempre la stessa ampiezza.
Tornando all’Har Ki Pauri Ghat, se la folla di devoti fosse davvero eccessiva, cosa non rara, da non riuscire ad apprezzare con la dovuta calma l’atmosfera del luogo, si può attraversare un comodo ponte situato nei pressi e recarsi sui ghat situati sulla riva opposta, considerata meno sacra e per questo solo sparsamente frequentata.

Per gli amanti della colorata confusione indiana invece, un posto da non perdere assolutamente è il dedalo di vicoli che si sviluppano tra il lungofiume e la strada principale, letteralmente invasi da negozietti straboccanti di merce di quasi ogni tipo.
Principalmente si tratta di negozi di articoli votivi, come immagini, statuette, polveri colorate, collanine, fiori, incensi, cd, ma chiaramente sono presenti anche altrettanto variopinti negozi di droghieri, articoli per la casa, ferramenta ed altri ancora.

Dopo aver goduto della religiosa e suggestiva atmosfera dell’Har Ki Pauri Ghat ed i suoi dintorni, la maggior parte dei devoti, ma anche molti visitatori stranieri, completa il pellegrinaggio, o la gita, ad Haridwar con la visita al tempio di Mansa Devi, situato “a nido d’aquila” sulla cima di una delle colline che dominano la città.
Interessante particolare che rende questa attrazione molto apprezzata è la presenza di una semplice quanto efficiente ed economica cabinovia che permette di raggiungere la cima con il minimo sforzo.
Dal punto di vista artistico-architettonico il tempio di Mansa Devi non ha molto da offrire, essendo costruito secondo un sobrio e moderno stile montanaro, composto da una tozza base rettangolare, sovrastata da tre torri.
In compenso la vista sulla città e l’ampia vallata sottostante è decisamente affascinante ed utile per farsi un’idea della struttura urbanistica e geografica della zona.
Per tornare in città si può chiaramente usufruire di nuovo del servizio di cabinovia, ma, clima permettendo, è molto piacevole anche scendere a piedi lungo un’ampia e tortuosa strada pedonale.
Oltre a sgranchirsi le gambe e poter godere ulteriormente del paesaggio, la discesa è solitamente rallegrata dalle numerose scimmie che abitano la collina.

Questo tempio è legato religiosamente ad altri due, non molto lontani, anch’essi dedicati a divinità femminili e chiamati collettivamente Siddhi Peeth, cioè luoghi dove ottenere i siddhi, i “superpoteri”.
Il Chandi Devi Temple si trova sulla cima di una collina nel versante della valle opposto a quello dove sorge il Mansa Devi, a circa 4-5 km di distanza, ed anche in questo caso è possibile usufruire di un pratico servizio di cabinovia.
Trovandosi in posizione leggermente più scomoda, esclusi particolari giorni di festa, il Chandi Devi non è molto frequentato e seppur il luogo sia meta di culto da molti secoli, il tempio è stato costruito solo nel 1929 senza alcuna pretesa artistica.
A suo favore, la collocazione in un’area piacevolmente bucolica rende la visita a questo tempio particolarmente tranquilla e rilassante, almeno secondo i caotici standard di Haridwar.
Il Maya Devi Temple si trova invece in città ed è dedicato alla dea Maya.
Come anche il Mansa Devi, il tempio di Maya Devi viene localmente considerato uno dei 54 shakti peeth (per dettagli http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/sati.html) ed anche se in realtà questo non è confermato dalle più seguite tradizioni, la nomea è sufficiente per rendere questo tempio molto visitato dai devoti delle divinità femminili

La sua origine oltretutto è molto antica, attestata anche da uno dei primi nomi con cui veniva chiamata Haridwar stessa, cioè Mayapuri, La città di Maya.

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