La parola sanscrita siddhi, già ricca di molteplici
significati, in un contesto religioso indù viene usata per definire qualunque
abilità soprannaturale, in pratica la capacità di compiere miracoli.
Questa si può ottenere sostanzialmente
in due modi: attraverso la devozione verso Dio o una divinità, oppure
praticando rituali “magici”.
Il primo metodo è sicuramente quello
più elevato, grazie alla devozione infatti è possibile ridurre il proprio ego
per permettere a Dio stesso di operare al suo posto.
Il mutamento dell’individuo è tale che
per lui le leggi della natura perdono significato, come travolte dalla potenza
dell’amore di Dio.
I miracoli della tradizione cristiana,
a partire da Gesù, fanno tutti parte di questa categoria.
Quando Gesù guardava un malato era
Dio-padre che guardava Dio-figlio e non potendo sopportare un figlio soffrire,
la forza del Suo amore faceva sì che il malato guarisse.
Al contrario, ottenere i siddhi
attraverso la magia ha, in genere, scopi molto egoistici.
I manuali tantrici descrivono
innumerevoli rituali per ottenere successo, soldi, figli, salute, nonché per
ostacolare gli altri, causandogli problemi, malattie e perfino la morte.
La limitazione di questo tipo di
superpoteri, oltre che morale, è data anche dal fatto che essi vanno raggiunti
uno alla volta, attraverso lunghi e complicati rituali, mentre con la devozione
e la susseguente purificazione dell’ego non vi è limite alle capacità che si
possono ottenere.
Certo l’abilità di guarire i malati o
resuscitare i morti richiede un particolare livello di purificazione e di identificazione
con Dio, ma esistono anche altri siddhi, che potremmo definire minori,
ottenibili attraverso pratiche molto più “semplici”.
Semplici, chiaramente, dal punto di
vista dell’apprendimento del processo ma pur sempre difficilissimi
nell’applicazione.
Ad esempio, in India, capita spesso di
sentir dire che quando una persona dice sempre la verità, dopo un po’ quello
che dice si avvera.
Il concetto d’altronde sembra logico,
seppur sia altrettanto evidente quanto sia decisamente arduo dire sempre la
verità.
La difficoltà più grande è quindi
tenere sotto stretto controllo l’ego, dato che quando non si dice la verità in
genere è per fini egoistici.
Discorso molto simile può essere fatto
anche per un altro super-potere molto “popolare”: la capacità di predire il
futuro.
Per ottenere la quale bisogna
“semplicemente” accettare sempre quello che ci riserva il destino.
In questo modo, col tempo, si dovrebbe
arrivare a conoscere i meccanismi del fato, come esso opera, per cui risulterà
piuttosto naturale capire cosa succederà.
Anche in questo caso è evidente come
alla base vi debba essere una completa fiducia in Dio e un perfetto controllo
dell’ego.
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