Il fiume Yamuna, talvolta scritto anche Jamuna, con un
percorso superiore ai 1.300 km è il più grande affluente del Gange (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/03/il-fiume-gange.html).
Come tutti i fiumi dell’India riveste una notevole
importanza per la religione indù, seconda solo al sacrissimo Gange, nel quale
si immette nell’altrettanto sacra città di Allahabad, nello stato dell’Uttar
Pradesh (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/lo-stato-indiano-uttar-pradesh.html).
Anticamente, nella letteratura vedica, la divinità
femminile Yamuna veniva chiamata Yami e la sua figura era legata al culto di
Surya, il Sole, suo padre, e al dio della morte Yama, suo fratello, mentre più
recentemente, nella letteratura puranica, hanno assunto maggior rilievo le
vicende legate alla mitologia del dio Krishna, il quale, come vedremo più
avanti, trascorse gran parte della sua giovinezza in un’area bagnata dallo
Yamuna.
Iconograficamente la dea viene rappresentata come una
sorridente signora che regge in mano una brocca d’acqua, seduta sopra ad una
tartaruga, il suo veicolo.
Geograficamente il fiume Yamuna nasce dal ghiacciaio
Yamunotri, situato a circa 6.300 m s.l.m., nelle remote regioni himalayane
dello stato indiano dell’Uttarkhand, che già ospitano la non lontana sorgente
del Gange.
Scendendo velocemente sotto forma di un piccolo torrente di
montagna, a circa 3.200 metri di altitudine, incontra il primo paese, chiamato
Yamunotri, come il già citato ghiacciaio ed il tempio che vi è ospitato,
dedicato chiaramente alla dea Yamuna.
Per i successivi 200 km circa, il fiume Yamuna continua la
sua discesa attaversando piccoli villaggi di montagna ed aumentando la sua
portata grazie all’immissione di numerosi piccoli corsi d’acqua, fino a
giungere a Paonta Sahib, a circa 400 m s.l.m., piccola città industriale nota
per essere stata fondata, verso la fine del XVII secolo, dal decimo maestro
della religione Sikh, Guru Gobind Singh, al quale è dedicato un grande ed
attivo Gurudwara (tempio sikh).
Raggiunta la pianura, fin lì con un piacevole percorso,
iniziano i problemi per lo Yamuna, legati all’eccessivo sfruttamento delle sue
acque e ad un devastante inquinamento.
Dopo aver superato alcune dighe, costruite per deviare
l’acqua in grandi canali per l’irrigazione, lo Yamuna è costretto ad
attraversare per intero la capitale indiana Delhi, un agglomerato urbano abitato
da più di venti milioni di persone.
Considerando le poco rispettate leggi riguardo
l’inquinamento industriale, la nota carenza, in India, di adeguati sistemi
fognari e costituendo circa il 70% delle risorse idriche della città, superata
Delhi lo Yamuna è in condizioni davvero pietose.
Come unica nota storico-culturale di un certo rilievo,
sulle sponde dello Yamuna a Delhi si trova il Raj Ghat, un antico ed ancora
attivo campo crematorio, trasformato oggi in un grande e ben curato giardino
dove sono collocati numerosi memoriali di importanti personalità politiche
indiane che sono state cremate in questo luogo, tra cui i più noti: Mohandas
Gandhi, Jawaharlal Nehru e Indira Gandhi.
Per fortuna, superata Delhi, per circa 140 km lo Yamuna non
incontra altre grandi città fino ad arrivare nella regione del Brajbhoomi, una
grande area geografica considerata il luogo dove nacque e trascorse l’infanzia
il dio Krishna.
Tra i vari posti sacri di quest’area, il villaggio di
Vrindavan è forse il più importante per la presenza di numerosi templi, nonché suggestivi
ghat sul fiume Yamuna, in un contesto bucolico piuttosto piacevole.
Dopo una decina di chilometri si incontra la città di Mathura
con una popolazione di circa 350 mila abitanti e dedicata al dio Krishna, che
pare sia nato proprio in questo luogo.
Importante centro buddista fino a circa l’VIII secolo,
quando il buddismo venne soppiantato dalla rinascita induista, nella sua lunga
storia Mathura subì numerosi saccheggi e distruzioni da parte degli invasori
mussulmani, iniziando col terribile condottiero afghano Mahmud di Ghazni nel
1017 e finendo con l’imperatore Moghul Aurangzeb nella seconda metà del XVII
secolo.
Superata quest’area lo Yamuna giunge ad Agra, famosa per il
Taj Mahal, ma anche per il traffico e l’inquinamento.
Originariamente il corso dello Yamuna passava proprio sotto
alle mura del grande forte cittadino, per poi compiere una grande curva ed
andare a bagnare la parte posteriore del Taj Mahal, e seppur al giorno d’oggi
il suo corso si sia leggermente allontanato, grazie a questi due pregevoli monumenti
lo Yamuna ad Agra offre degli scorci particolarmente suggestivi.
Il danno ecologico nell’attraversare questa città è
leggermente minore del passaggio di Delhi, visto che la popolazione stimata attualmente
non supera i due milioni di abitanti.
Ad una settantina di chilometri da Agra, in un piacevole
contesto bucolico, lo Yamuna incontra il paesino di Bateshwar, sacro sia agli
indù che ai seguaci della religione Jaina.
Qui, sulla sponda del fiume, sono stati costruiti dei
lunghi ghat sormontati da una serie di templi dedicati a Shiva, che pare abbia
trascorso del tempo in questo posto a meditare.
L’importanza religiosa di Bateshwar per la religione Jaina
in realtà non è legato al fiume Yamuna, bensì al fatto di aver dato i natali a
Neminath, il 22esimo tirthankar (profeta) jainista, ed al quale è
dedicato un interessante complesso di templi situato sulle vicine colline.
Negli ultimi 400 chilometri il fiume Yamuna attraversa
piccole cittadine e villaggi piuttosto remoti fino ad arrivare nella grande
città di Allahabad dove si immerge nel Gange presso l’importante e sacra confluenza,
detta dal sanscrito sangam, al quale abbiamo dedicato un posto specifico
(http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/06/il-sangam-ed-i-mela-di-allahabad.html).
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