venerdì 3 giugno 2016

Il confine indo-cinese

Come il confine indo-pakistano (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/2016/05/il-confine-indo-pakistano.html), anche quello indo-cinese presenta alcuni punti controversi che sfociarono, nel 1962, in una pur breve e mai apertamente dichiarata Guerra Sino-Indiana, nel 1967 in due piccole schermaglie e nel 1987 in un faccia-faccia militare fermato dalla diplomazia poco prima che venissero utilizzate armi da fuoco.
Bisogna anche notare che, contrariamente alle disastrose relazioni diplomatiche tra India e Pakistan, quelle indo-cinesi, se non proprio idilliache, sono abbastanza buone, aiutate in parte, per quanto riguarda i confini, anche dalla conformazione geografica, con la catena dell’Himalaya che funge da naturale spartiacque.

Il confine tra India e Cina può essere diviso facilmente in tre tronconi.
La prima parte, quella più occidentale, inizia in Kashmir e termina al confine con il Nepal; la seconda parte è delimitata dal Nepal ed il Bhutan, con lo stato indiano del Sikkim; la terza parte, più orientale, va dal Bhutan al confine con la Birmania, con lo stato indiano dell’Arunachal Pradesh.

La controversia tra India e Cina nella regione del Kashmir è dovuta al fatto che il Regno del Kashmir (seppur sotto il protettorato inglese) ereditò dall’Impero Sikh alcune parti di Tibet sud-occidentale, i cui confini vennero stabiliti ed accettati da entrambe le parti.
Successivamente però sia il Regno del Kashmir, sia il Tibet sparirono come entità politiche, il primo con l’annessione all’India nel 1947, il secondo con l’occupazione cinese del 1950, rimescolando le carte anche a causa di non ben definite linee di confine tracciate dagli inglesi.
In particolare la zona chiamata Aksai Chin venne dapprima inclusa all’India dalla Linea di Johnson del 1865, quindi attribuita alla Cina nel 1893 e nel 1899 con la cosiddetta Linea Macartney-MacDonald.
Nel 1954, il Primo Ministro indiano Jawaharlal Nehru reclamò definitivamente l’Aksai Chin come parte dell’India da secoli ed affermando che la Linea di Johnson non era negoziabile.
Purtroppo però, pare che il rapporto redatto dal Governo Indiano per confermare questa tesi fosse piuttosto confuso, utilizzando fonti non sempre attendibili, e soprattutto l’India non fece nessun passo avanti a livello pratico per assicurarsi un effettivo controllo dell’area.
La Cina invece, aiutata anche dal fatto che geograficamente l’Aksai Chin è più facilmente raggiungibile dal quel lato del confine, costruì già nel 1956-57 una strada che collega lo Xinjiang con il Tibet passando proprio attraverso l’Aksai Chin, in molte zone ben al di là della Linea di Johnson.
Le relazioni diplomatiche tra India e Cina subirono infine un forte contraccolpo nel 1959, quando il Dalai Lama, fallita la rivoluzione in Tibet, fuggì in India dove ottenne asilo politico, irritando quindi Mao, che chiese subito rapporti su eventuali ingerenze indiane in Tibet.
Col deteriorarsi delle relazioni ed il fallimento, nel 1960, di risolvere la questione con la diplomazia, nell’Ottobre del 1962 la Cina ruppe gli indugi ed attaccò l’India sia in Aksai Chin che nel tratto più orientale in Arunachal Pradesh.
Cogliendo impreparato l’esercito indiano, la Cina, che già aveva sotto controllo la zona, in meno di due mesi occupò definitivamente l’Aksai Chin infliggendo all’India una lunga serie di sconfitte militari, che terminarono il 19 Novembre quando il premier cinese Zhou Enlai dichiarò un unilaterale armistizio.
Come conseguenza di questa operazione militare la Cina ottenne quindi i suoi  due scopi, di consolidare definitivamente il confine occidentale ed ottenere pieno controllo dell’Aksai Chin, grazie alla nuova demarcazione chiamata Line of Actual Control, che l’India infine accetterà solo nel 1993.
India che, dal canto suo, ebbe modo di utilizzare la cocente sconfitta per migliorare le proprie capacità militari e rafforzare a sua volta le zone di confine contestate, che risulteranno le armi vincenti nel successivo scontro armato con il Pakistan nel 1965.

La seconda tratta del confine indo-cinese, dal Nepal al Bhutan, non fu teatro di battaglie durante la Guerra Sino-Indiana del 1962, ma venne interessata da due scontri armati nel 1967; il primo a Settembre al passo Nathu La, il secondo dal 1 al 10 Ottobre al passo Cho La.
In entrambi i casi la causa fu una certa aggressività da parte della Cina, che non riconosceva il Regno del Sikkim, al tempo sotto il protettorato indiano, ed avanzava quindi alcune piccole pretese territoriali.
La risposta dell’India però questa volta fu piuttosto decisa e tempestiva, causando al nemico un ben maggior numero di perdite e feriti: il conteggio totale riporta 88 morti e 163 feriti di parte indiana, contro i 340 decessi e 450 feriti tra l’esercito cinese.
Successivamente, nel 1975, il Sikkim venne annesso all’India ed inizialmente continuò a non essere riconosciuto come tale dalla Cina, che l’accettò definitivamente solo nel 2003, in cambio del riconoscimento, da parte dell’India, della Regione Autonoma del Tibet come parte del territorio cinese (cosa che per altro l’India aveva già fatto nel lontano 1953).

La parte più orientale del confine indo-cinese è forse quella più problematica con la Cina che rivendica il territorio attualmente occupato dallo stato indiano dell’Arunachal Pradesh, in quanto storicamente parte del Tibet (il Dalai Lama stesso nel 2003 affermò questo, salvo poi ritrattare nel 2008 affermando la legittimità del confine come inteso dall’India).
Anche in questo caso, come per l’area del Kashmir, i tentativi inglesi di tracciare un confine accettabile da tutte le parti interessate furono infruttuosi, con la conferenza di Shimla del 1914 tra India Britannica, Tibet e Cina, e la successiva Linea McMahon che non furono accettate dalla controparte cinese.
Durante la Guerra Sino-Indiana del 1962, la Cina occupò quasi interamente l’Arunachal Pradesh (al tempo chiamato North-East Frontier Agency), salvo poi tornare indietro una volta ottenuto il controllo dell’Aksai Chin sul confine occidentale, con le stesura della Line of Actual Control, che in molti tratti coincide con la Linea McMahon..
Dopo circa 25 anni di relativa pace, nel 1987 le due parti arrivarono molto vicine ad un nuovo scontro armato, sventato da una maggior consapevolezza dei governi indiano e cinese sui rischi e le inutili perdite che questo avrebbe portato.

E grazie a due importanti accordi bilaterali firmati nel 1993 e 1996 ancora oggi la situazione, a parte qualche piccola scaramuccia diplomatica sembra piuttosto pacifica e tranquilla.

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