Il parapendio è uno strumento simile
al paracadute che permette di praticare la disciplina del volo libero di
pendio, sebbene per praticità il nome del mezzo è stato esteso anche alla
disciplina.
Questa moderna attività sportiva sta
ottenendo un sempre maggior successo grazie a numerosi fattori, non ultimo la
possibilità concreta di avvicinare in qualche modo l’uomo al sogno di volare.
Oltre a questo, vanno segnalati i
continui progressi in campo tecnologico che permettono la sperimentazione di
materiali sempre più affidabili, nonché alcune caratteristiche tecniche che
rendono il parapendio uno sport sorprendentemente semplice e sicuro.
In confronto a qualunque tipo di mezzo
a motore, per quanto piccolo ed ultraleggero, i vantaggi di non dover dipendere
da nessun tipo di carburante e di non creare alcun tipo di inquinamento, neppure
quello acustico, sono evidenti, mentre rispetto al paracadutismo e al diffuso
banjee-jumping, il parapendio permette un’esperienza meno eccitante ma più
simile ad un volo controllato che non ad una semplice caduta.
Rispetto invece alla simile disciplina
del deltaplano, che dopo il passato successo sta diventando leggermente obsoleta
a causa dell’introduzione di piccoli motori che ne favoriscono la manovrabilità,
vi sono dei vantaggi riguardo alla sicurezza, soprattutto nelle laboriose e
delicate operazioni di partenza, che nel parapendio possono essere interrotte
in qualunque momento, mentre nel deltaplano questo non è possibile, e nel caso
di errori le conseguenze possono essere disastrose.
In base alle condizioni atmosferiche,
relative ai venti e alle correnti d’aria, il parapendio può essere diviso in
due tipologie di volo: dinamico o termico.
Nel primo caso, la forza che consente
alla vele di aprirsi e al pilota di planare nell’aria è determinata
esclusivamete dal vento che, soffiando in direzione dei pendii dai quali sono
previsti i lanci, risale verso l’alto.
Il volo termico, invece, prevede
l’utilizzo delle correnti ascensionali calde, esattamente come fanno in natura molti
uccelli tra cui, com’è piuttosto noto, i grandi rapaci: specialmente alla
mattina, qualche ora dopo il sorgere del sole, i raggi iniziano a scaldare l’aria
che si trova nelle pianure poste sotto ai rilievi, ed essendo questa più
leggera tende a salire.
Questo sistema di volo è quello
preferito dai praticanti poiché permette di volare quasi a tempo indeterminato;
unica esigenza è il sole, altrimenti, senza il supporto delle correnti calde
ascensionali, si scende in fretta e i voli durano molto poco.
I rischi legati a questa attività,
apparentemente e profanamente pericolosissima, sono in realtà molto limitati e
determinati in genere da condizioni climatiche avverse, che però possono essere
prevedibili e verificabili.
Nel caso del volo termico vi è anche
la possibilità di salire troppo in alto e rischiare di avvicinarsi a eventuali
cumuli nembi, che di solito provocano imprevedibili cambiamenti nel vento che
possono essere alquanto pericolosi; in ogni caso, l’attrezzatura completa
prevede un paracadute d’emergenza, da utilizzare proprio se si perdesse il
controllo della vela principale.
Terminando l’argomento sicurezza, bisogna
notare come, curiosamente all’opposto di quanto si possa pensare di primo
acchito, più in alto si vola minori sono i rischi di incidenti, visto che
questi aumentano in rapporto alla vicinanza col suolo.
Tra i tanti luoghi dove intrepidi
appassionati hanno scoperto le condizioni adatte per praticare questa
interessante disciplina, uno dei migliori al mondo è la collina di Sarangkot,
situata in posizione dominante sopra il Lago di Pokhara, in Nepal.
Grazie alla posizione ed alla
conformazione della valle e delle montagne circostanti, i lanci dalla cima di
Sarangkot sono considerati tra i più sicuri e semplici, e chiaramente quelli
più panoramici, con il placido lago ai piedi e le cime himalayane alle spalle.
Sebbene la zona sia attrezzata per
tale attività da molto tempo, il vero boom del parapendio nepalese sta
avvenendo solo da un 4-5 anni, grazie alla rinnovata stabilità politica del
Nepal che sta favorendo l’afflusso di turisti stranieri.
Nella zona turistica del lungolago le
agenzie che offrono i voli, gestite da nepalesi ma con istruttori occidentali,
sono sempre più numerose, visto che il fascino di volare sembra non conoscere
confini e attira turisti da tutto il mondo; e grazie al diffuso sistema del
volo in tandem, cioè con un istruttore legato alle spalle che si occupa di
tutto l’aspetto tecnico, non è neppure necessaria alcuna particolare
esperienza.
Tutto sembrerebbe perfetto quindi, se
non fosse per il vistoso e spiacevole aumento di grandi jeep, minivan e taxi che
portano i volatori in cima alla collina e poi li vanno a recuperare quando
atterrano, in genere a nord del lago.
Ciò che colpisce è il paradosso che
questo fenomeno crea, visto che il parapendio dovrebbe essere il mezzo di
trasporto ecologico per eccellenza, ma se prima e dopo il lancio servono dei
potenti mezzi a motore (l’attrezzatura infatti è piuttosto voluminosa), questo
presupposto crolla miseramente.
Sebbene sia forse prematuro parlare di
danni all’ambiente, già ora si può facilmente notare dal lungolago di Pokhara
come la collina di Sarangkot abbia perso in più punti la copertura della
vegetazione.
Il fatto che recentemente, sempre tra
queste colline, siano stati trovati altri punti favorevoli alla pratica del
parapendio, sembra un altro indice del forse eccessivo sfruttamento.
Oltretutto nessuno sembra rendersene minimamente
conto: gli stranieri sono troppo concentrati a godersi l’esperienza ed i
nepalesi a trarne i maggiori profitti economici.
Rimpiangiamo di non aver affrontato
l’argomento con il nostro amico Phil, un inglese da molti anni appassionato di
parapendio, che citiamo non solo per l’amicizia, ma per dargli credito di
essere stato la fonte attendibile delle notizie tecniche che abbiamo riportato.
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