L’Uttar Pradesh è uno dei 28 stati che
attualmente, insieme a 6 Territori e alla Capitale Delhi, formano l’Unione
Indiana.
Con una superficie di circa 243 mila
km² (poco meno dei circa 300 mila dell’Italia) è il quinto stato indiano per
dimensioni, mentre con circa 200 milioni di abitanti (al censimento del 2011) è
di gran lunga lo stato più popoloso, tanto che se fosse considerato una nazione
a sé, sarebbe tra le prime dieci al Mondo col maggior numero di abitanti.
Visti questi semplici ma significativi
dati, è facile intuire la notevole importanza dell’Uttar Pradesh all’interno
dell’India.
Geograficamente si trova al centro
della zona settentrionale del paese (il nome stesso vuol dire appunto Stato-Pradesh,
del Nord-Uttar), quindi confina con il Nepal a nord, con il Bihar a est,
con Madhya Pradesh e Rajasthan a sud e con Haryana e Delhi a est.
A nord confina anche con lo stato
dell’Uttarkhand, formato solo nel 2000, separando dall’Uttar Pradesh le sacre
regioni montane di Garwhal e Kumaon.
Pur occupando gran parte della fertile
pianura gangetica, a causa del clima estremo e dei monsoni erratici, l’Uttar
Pradesh non riesce però a sfruttare a pieno questa sua posizione, e risulta
essere uno degli stati indiani più arretrati e col maggior numero di persone
sotto alla soglia di povertà.
Questo chiaramente non è dovuto solo
al clima ed alla posizione geografica, ma anche alla pessima politica seguita
da sempre dai vari governi, sia quello centrale di Delhi che quelli locali.
Appena dopo la partizione col Pakistan,
l’Uttar Pradesh fu governato a lungo dal Partito del Congresso, che lo
considerava la propria roccaforte grazie anche al fatto che la Famiglia Nehru
fosse di Allahabad, città che si trova appunto in U.P., e da uno dei rari
primati positivi dello Stato, cioè l’aver dato i natali a ben 8 dei 14 Primi
Ministri indiani.
La più o meno costante egemonia del
Congresso ed il conseguente lassismo furono interrotti definitivamente verso la
fine degli anni ‘80 quando il Congresso iniziò a perdere le preferenze a favore
del partito hindu (BJP) e di partiti regionali (SP e BSP), che sembrano essere
più vicini alle esigenze della popolazione.
In particolare questi partiti si
schierano platealmente contro la corruzione ed a favore delle classi disagiate,
i dalit, che in Uttar Pradesh formano una percentuale notevole della
popolazione, ma a livello pratico i miglioramenti per le persone povere avvengono
più che attraverso sforzi mirati, semplicemente per inerzia.
Per fare un esempio della scarsa
serietà politica dello stato, per ben cinque anni (dal 2007 al 2012), il potere
è stato detenuto dal Bahujan Samaj Party, con a capo la leader indiscussa
Mayawati, nota per aver fatto erigere numerose statue di leader dei dalit (tra
cui molte di lei stessa), nonché per altre notevoli cadute di stile, come il farsi
fotografare durante un raduno del partito, con al collo una gigantesca ghirlanda
di banconote da 1.000 rupie dal valore stratosferico.
Oltre al cattivo gusto, l’episodio ha
fatto discutere anche perché si presume che gran parte di quel denaro, come
quello per le varie campagne elettorali, sia di provenienza alquanto sospetta,
considerando che lo stato è noto per ospitare numerose e attive organizzazioni
di stampo mafioso.
E seppur lo sforzo di “ripulire” la
politica sia sempre sull’agenda dei partiti, il Governo dell’Uttar Pradesh è
sempre tra i primi come numero di parlamentari con precedenti penali.
Tra i pochi passi avanti, secondo il
censimento del 2011, l’alfabetizzazione è passata dal 64% del 2001 al 74% e si
spera questo possa aiutare a migliorare le condizioni di vita, soprattutto nelle
campagne, ed a porre un limite alla continua crescita della già numerosissima
popolazione.
Venendo invece ad un aspetto positivo
e caratteristico dell’Uttar Pradesh, bisogna citare la presenza di numerosi
luoghi sacri, grazie al fiume Gange, ma non solo.
Come nota “turistica” bisogna anche ricordare
come la città di Agra, sebbene storicamente e artisticamente sia legata di più
all’area di Delhi e del Rajasthan, faccia parte dell’Uttar Pradesh, che quindi
può vantare di ospitare il meraviglioso Taj Mahal.
Sempre nei pressi di Agra, sulle
sponde del fiume Yamuna, si trova un piccolo paesino sacro dal nome Bhateshwar,
dove oltre a suggestivi templi, ghat e un’area per le cremazioni affacciati sul
fiume, legate quindi alla tradizione induista, nelle colline circostanti ospita
un interessante complesso di templi della religione Jaina.
Proseguendo il percorso dello Yamuna,
poco oltre è situata una zona molto sacra in quanto ha visto i natali e molte delle
eroiche gesta del dio Krishna; Mathura e Vrindavan sono sicuramente i luoghi
più importanti e conosciuti, ma sparsi nella campagna circostante se ne trovano
numerosi altri.
Grossomodo al centro dell’Uttar
Pradesh, si trova la città di Allahabad, importante città induista grazie ad
almeno due caratteristiche: la prima è che qui si incontrano i due fiumi più
sacri dell’India, il già citato Yamuna e il Gange, e quindi Allahabad risulta
essere la città più propizia per i rituali legati alle abluzioni sacre.
La seconda caratteristica è che ad
Allahabad è caduta una delle 4 gocce di ambrosia dalla giara miracolosa,
durante la lotta per impossessarsene tra gli Dei e i Demoni.
Grazie a questo la città ospita i
famosi Kumbh Mela, di cui i più importanti si chiamano Ardh Kumbh Mela e Maha
Kumbh Mela, che attirano un numero talmente elevato di devoti, che sono
considerati i raduni umani più grandi del pianeta: secondo stime attendibili,
durante il Kumbh Mela del 2013 pare che nell’arco del mese di festa, abbiano
visitato la città circa 30 milioni di persone.
Ad Allahabad quindi lo Yamuna si fonde
nel Gange, e dopo circa 100 chilometri troviamo la sacrissima cittadina di
Vindhyachal, dedicata alla dea Kali.
Infine, giungendo nella zona più
orientale dell’Uttar Pradesh, si arriva a Benares, la città sacra per
eccellenza e culla della cultura induista del nord dell’India.
Per quanto riguarda altre religioni,
molto forte è anche la relazione con la tradizione buddista.
L’Uttar Pradesh infatti può vantare di
ospitare ben 2 dei 4 luoghi sacri della vita del Buddha e gli altri non sono molto
lontani: Lumbini, il luogo dove nacque, si trova in Nepal, ma in linea d’aria a
pochi chilometri dal confine con l’Uttar Pradesh; Bodhgaya, il luogo dove il
Buddha si illuminò, si trova nel vicino stato del Bihar, comunque a meno di 300
chilometri dal confine con l’U.P.; il villaggio di Sarnath, il luogo dove il
Buddha ha tenuto il primo sermone dopo l’illuminazione, è situato nelle
vicinanze di Benares; infine Kushinagar, il luogo dove Buddha morì, è collocato
più o meno a metà strada tra Benares e il confine con il Nepal.
Sempre in questa zona, si trova un
altro importantissimo centro di culto induista, la città di Ayodhya, dove pare
sia nato il dio Rama, e che purtroppo rappresenta uno dei luoghi più tormentati
dell’India a causa della famosa contesa della Moschea Babri Majid, demolita da
fondamentalisti indù nel 1992.
Molto forte è anche il retaggio della
città con i 24 tirthankar (“profeti”) della religione jaina, visto che ben 4
sono nati ad Ayodhya.
Per completare la panoramica delle
città, evidenziando la ricchezza culturale di quest’interessante area
dell’India, la capitale dell’Uttar Pradesh è Lucknow, una grande città dal ricco
passato e appartenuta a lungo ad una potente famiglia di Nababbi.
Il retaggio culturale mussulmano di
Lucknow è quindi evidente, sia in alcuni originali e pregevoli edifici; sia
nella lingua, un urdu particolarmente elegante; sia nella cucina, considerata
una delle migliori, in India, per quanto riguarda ricchi piatti di carne e
kebab.
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