I monsoni sono venti ciclici
provenienti dal mare i quali, una volta raggiunta la terraferma, riversano su
di essa copiose piogge.
Questo fenomeno, causato dallo sbalzo
termico tra la temperatura dell’aria del mare e quella della terra, si verifica
in varie parti del pianeta, ma soprattutto nel subcontinente indiano, grazie
all’enorme estensione dei mari che lo circondano, del territorio stesso e la
presenza di ghiacciai e deserti che favoriscono gli sbalzi di temperatura.
In particolare, l’India viene colpita di
solito da potenti monsoni estivi, causati dal contrasto tra il mare freddo e la
terra calda, e da più moderati, quasi inavvertibili, monsoni invernali, dovuti
al mare caldo e la terra fredda.
I noti monsoni estivi, prodotti da
venti freschi provenienti da sud, una volta raggiunto lo Sri Lanka e la punta
meridionale della penisola indiana, si dividono in due rami, che colpiscono
l’India sia sulle coste orientali che quelle occidentali.
Il primo ramo arriva di solito verso
la fine di Maggio (ufficialmente il 20) nel mare delle Isole Andamane, per poi
salire verso il Golfo del Bengala, toccando talvolta le coste dell’Orissa, e
fermarsi infine nella zona orientale della catena himalayana.
L’altro ramo, composto da venti spinti
da sud-ovest, copre quasi tutta l’India, iniziando dallo stato meridionale del
Kerala intorno i primi di Giugno (ufficialmente l’1); ammesso, ma non sempre
concesso, un arrivo in orario, sale quindi verso nord arrivando a coprire tutta
la penisola intorno alla seconda metà di Giugno, per arrestarsi infine contro
le alte montagne himalayane.
L’intensità e la durata delle piogge
variano per molti fattori, ma la durata di un monsone medio dovrebbe essere di
circa 4 mesi; verso Settembre i temporali iniziano a diminuire e ad Ottobre il
cielo si presenta limpido e straordinariamente terso.
I disagi della vita quotidiana derivanti
da 4 mesi di pioggia sono chiaramente infiniti, emblematica a riguardo potrebbe
essere la costruzione della prima metropolitana indiana (composta da un’unica
linea), nella città di Calcutta, dove la furia dei monsoni è particolarmente
intensa.
Nonostante i lavori iniziarono nel
1972, fu terminata solo nel 1984, a causa di vari motivi, anche politici, ma
soprattutto perché durante i 4 mesi di piogge i lavori venivano interrotti, mentre
i 4 mesi successivi servivano essenzialmente per riparare i danni causati
dall’acqua, lasciando quindi un solo quadrimestre all’anno destinato a far
progredire il progetto.
Nonostante questo però, l’importanza
di un buon monsone per l’agricoltura (e quindi per l’economia di tutto il
paese) è immensa, poiché determina il raccolto di tutto l’anno.
Nota è l’esternazione del Ministro
delle Finanze Pranab Mukherjee, il quale affermò che “È il monsone il vero
Ministro delle Finanze dell’India”.
I prodotti delle zone monsoniche (in
India principalmente riso, thé, canna da zucchero e cotone) si adattano
particolarmente bene a climi estremamente umidi, tanto che, se è vero che un
monsone debole può arrecare gravissimi danni, non esiste invece un limite
massimo, visto che (escludendo non rari biblici allagamenti) più piove più i
raccolti saranno abbondanti.
L’erraticità dei venti monsonici e
quindi delle piogge è dovuta a complicati fenomeni climatici che riguardano non
solo il subcontinente indiano ma anche ampie aree limitrofe.
Ad esempio alcuni anni fa il monsone
di sud-ovest arrivò con 5-6 giorni di ritardo poiché si verificarono delle
condizioni poco favorevoli sul Mare Arabico, con alcuni forti venti
anti-ciclonici che disturbarono la corrente dei venti di sud-ovest, i
principali responsabili delle tanto auspicate piogge.
Altre interferenze possono provenire
anche dalla terraferma, in particolare dalle montagne del Kashmir e dal
Pakistan, e spesso interrompono o addirittura annullano quasi del tutto le piogge
sopra alla pianura gangetica. Infine, non si possono mai escludere temutissime
influenze da parte del Nino (o della Nina), seppur la relazione tra questi
fenomeni climatici ed i monsoni sia difficile da stabilire anche per i
climatologi.
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