La bevanda
nazionale indiana è il tè, chiamato comunemente chai.
In particolare, la
preparazione più diffusa consiste in un decotto di foglie di tè nero, acqua,
latte, zucchero, zenzero e cardamomo.
I venditori di tè,
chiamati chai walla, sono presenti pressoché ad ogni angolo di strada,
con i loro pentolini fumanti ed i coppini di terracotta (o purtroppo anche
bicchierini di plastica) ordinatamente impilati.
La qualità può
variare notevolmente in base al latte, alla mistura di spezie ed alla quantità
di zucchero; in genere è piuttosto gustoso anche se con uno consumo eccessivo
(ad esempio come unico passatempo durante gli interminabili spostamenti in
treno) può diventare stucchevole.
Una versione alternativa
alquanto gradita è costituita dal nibu chai, cioè tè nero al limone, che
viene spesso proposto da venditori ambulanti privi di qualsivoglia banchetto,
ma muniti semplicemente di una grande teiera e un secchio dove sistemare
limoni, spremitore e bicchierini di plastica.
Anche il caffè in
India è piuttosto popolare e come il tè prevede l’utilizzo di latte, anche
perché viene di solito preparato con poco gustose soluzioni in polvere.
Molto diffuso sui
treni, anche alcuni chai walla di strada propongono il caffè vista la
semplicissima preparazione.
Bevanda tipica
indiana universalmente apprezzata è il lassi, che si prepara frullando
yoghurt ed acqua.
A questi possono
essere aggiunti zucchero oppure sale, nonché frutta, in particolare la banana.
Il consumo di lassi
è molto elevato non solo per il piacevole sapore, ma anche come semplice e
naturale rimedio per malesseri gastro-intestinali; purtroppo però d’estate il
lassi di strada viene spesso preparato aggiungendo ghiaccio, che rende sì la
bevanda più fresca ma a causa della sempre misteriosa e poco sicura origine
dell’acqua con cui viene prodotto, bisognerebbe cercare di evitarlo.
Nella maggior parte
dei casi i venditori di lassi trovano posto in minuscoli negozi provvisti di
panchine di legno posizionate nei pressi, mentre sono abbastanza rari i banchetti
itineranti.
Sempre d’estate, molto
popolare è il sharbat, una bevanda di origine persiana a base di
colorati sciroppi alla frutta, limone ed arancio i più popolari.
Diluiti con acqua,
zucchero, sale e ghiaccio, risultano essere molto saporiti seppur, a causa dei
già citati problemi con acqua e ghiaccio, il loro consumo da parte di stomaci
stranieri sarebbe “off limits”.
Leggermente più
sicuri sono i banchetti che vendono soda al limone.
La soda viene
preparata artigianalmente con un sistema molto antiquato, utilizzando delle
particolari bottiglie munite di una pallina che grazie alla pressione gassosa
si incastrano sul collo e fungono da tappo.
Per stapparle i
venditori assestano un paio di colpi con la punta di un bacchetto per far
scendere la pallina all’interno della bottiglia e liberarne il contenuto; seppur
i macchinari siano alquanto rudimentali, vengono considerate igienicamente
sicure, quindi si suppone che l’acqua utilizzata sia potabile e piuttosto
affidabile (non si può neppure escludere che alcuni dei processi ai quali viene
sottoposta l’acqua per trasformarla in soda possano avere delle funzioni
purificatrici).
Chiaramente la soda
può essere bevuta liscia, ma è molto più saporita e dissetante spremendovi il
succo di mezza limetta (i noti lime, nome inglese).
Nel bicchiere,
prima di spremervi il lime e versarvi la soda, i venditori aggiungono un
cucchiaino di sale o di zucchero, quindi se la si preferisce liscia bisogna
avvisare in anticipo.
Accanto a queste
bevande tradizionali, bisogna infine segnalare la massiccia presenza sul
mercato indiano di Coca-Cola, Pepsi-Cola, Sprite, Fanta e le loro versioni
indiane, Thumbs-Up, Mountain View e Limca.
In generale sono
tutte molto zuccherose (e causa della diffusa obesità infantile tra coloro che
se le possono permettere economicamente) ma a causa del clima spesso torrido
vengono consumate in quantità copiosa.
Altrettanto
diffusi, apprezzatti ed economici sono i succhi di mango venduti con varie marche
sia in bottiglia, di plastica che di vetro, che in pratici pacchetti in
tetrapak.
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