Sebbene le festività indù siano
presenti nel calendario durante tutto l’anno, esse tendono a concentrarsi in
due periodi durante i mesi di Marzo-Aprile e Ottobre-Novembre.
Queste date, dal punto di vista
climatologico, rappresentano il cambio di stagione dall’inverno freddo e secco
all’estate calda e piovosa, e viceversa.
In India, infatti, non è retorica
affermare che non esistono le mezze stagioni, in quanto, almeno secondo i
parametri climatici europei, la primavera e l’autunno sono pressoché
inesistenti e con caratteristiche invertite rispettto a quelle di solito
attribuitegli.
Passato l’inverno le temperature in
poco tempo superano abbondantemente i 30 gradi, non propriamente primaverili,
molti alberi seccano e perdono le foglie, per prepararsi all’estivazione (letargo
estivo), mentre passati i monsoni, dopo l’estate, si assiste alla fioritura
delle piante e all’esplosione degli insetti.
Le due festività principali, Holy
(volgarmente detta Festa dei colori) che cade a Marzo-Aprile e Diwali (Festa
delle luci) che cade ad Ottobre-Novembre, sono considerate da sempre le date
spartiacqua, tanto che ancora oggi entrambe le feste sono occasione per
cambiare i vestiti.
Da notare che le feste indù seguono il
calendario lunare ed essendo questo leggermente più breve di quello solare, le
date cambiano tutti gli anni.
Holi è la festa
indù principale del ciclo primaverile.
Oltre a
rappresentare la fine dell’inverno e l’inizio della lunga stagione calda, Holi
è legata ad alcuni episodi della mitologia induista, dai quali derivano le
tradizioni in voga oggigiorno: l’accensione di falò la sera precedente e il
gettarsi addosso reciprocamente polvere ed acqua colorata.
In particolare il
nome stesso Holi deriva da Holika, una demonessa, nota per la tragica storia
della sua morte.
Il demone Hiranyakashipu,
fratello di Holika, grazie a lunghe pratiche e duri sacrifici, aveva ottenuto
dal dio Brahma una speciale protezione, per cui non poteva essere ucciso né da
uomo né da animale, né di giorno né di notte, né da arma umana né divina.
Grazie a questa
protezione egli si sentiva invincibile ed iniziò a tormentare dei ed essere
umani affinché rivolgessero verso di lui la loro devozione.
In particolare
Hiranyakashipu cercava di ostacolare il figlio Prahlad nella sua devozione
verso Vishnu, tanto che provò ripetutamente ad ucciderlo.
La sorella di
Hirnyakashipu, Holika, aveva anche lei ottenuto una speciale protezione, per
cui non poteva essere uccisa dal fuoco, così un giorno i due architettarono un
piano per uccidere Prahlad.
L’idea era quella
di farlo sedere in grembo ad Holika, quindi la demonessa si sarebbe buttata in
un fuoco, rimanendo lei illesa e uccidendo il nipote.
Intuito il piano di
suo padre e sua zia, Prahlad iniziò a pregare Vishnu, il quale non solo lo
salvò, ma fece sì che Holika stessa venisse carbonizzata.
In ricordo di
questo episodio, la sera prima di Holi, vengono accesi dei grandi falò, che
rappresentano la distruzione della demonessa.
Il giorno
successivo la tradizione prevede il festoso lancio di polvere ed acqua
colorata, costume che deriva a sua volta da un’antica tradizione vishnuita
bengalese, secondo la quale, in questo auspicioso giorno, i devoti si recavano
presso i templi di Krishna e cospargevano di polvere rossa le statue della
divinità.
Chiaramente esistono
numerose variazioni regionali alla festa di Holi, ma tutte prevedono i falò
rappresentanti Holika e il lancio di polvere ed acqua colorata.
In realtà
oggigiorno si assiste a vere e proprie battaglie a colpi di palloncini,
sacchetti e secchi, a cui si aggiungono moderne e insospettabilmente potenti
siringone e pistolone di plastica.
Giocare Holi con
parenti, amici e conoscenti può essere decisamente divertente, mentre recarsi
per strada ad affrontare le mandrie di ragazzi invasati potrebbe essere quasi
pericoloso.
La mattina di Holi,
infatti, le città indiane si risvegliano avvolte in un’inconsueta e surreale
calma: tutti i negozi sono chiusi, non ci sono bancarelle in giro e le statue
dei templi sono coperte da spessi drappi.
Col procedere della
mattinare le strade vengono occupate da folti gruppi di giovani, che combattono
tra loro o con chiunque passi nelle loro vicinanze.
Seppure l’acqua non
sia di per sé un’arma, purtroppo il gioco può diventare pericoloso per almeno
due fattori.
Prima di tutto, le
originali polveri colorate naturali sono state da tempo sostituite da polveri
chimiche che talvolta contengono sostanze dannose, tenendo anche presente che
una volta diluite nell’acqua posso facilmente raggiungere parti del corpo
delicate, come gli occhi, od essere inavvertitamente ingerite.
Pericolo forse
maggiore deriva però dall’eccessiva euforia che viene spesso trascesa con
episodi violenti: per esempio alle donne è vivamente sconsigliato, più del
solito, di uscire da sole.
All’ora di pranzo,
verso le 13, un potente segnale emanato dalle stazioni di polizia decreta la
fine dei festeggiamenti scriteriati ed un lento ritorno alla normalità.
Il pomeriggio viene
quindi speso a levarsi di dosso il colore e alla sera, dopo aver indossato
abiti nuovi, ci si dedica alle visite a parenti ed amici
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