La valuta del Nepal è la rupia
nepalese, che seppur non abbia molto peso a livello economico, può offrire
qualche interessante spunto storico-culturale attraverso l’osservazione dell’evoluzione
delle banconote e monete prodotte negli ultimi anni.
Economicamente la valuta nepalese è
legata da un tasso fisso alla rupia indiana, che nonostante sia ancora debole a
livello internazionale, garantisce a quella nepalese di non deprezzarsi del
tutto durante eventuali crisi economiche locali.
Il rapporto prevede che 100 rupie indiane
corrispondano a 160 rupie nepalesi, il ché dimostra la supremazia delle rupia indiana,
comunemente accettata in tutto il Nepal senza problemi in quanto valuta forte (e
grazie allo storico cambio fisso tutti sanno fare velocemente i calcoli per
equiparare le due valute), mentre al contrario la rupia nepalese in India è
raramente utilizzata e solo nei posti di confine.
Venendo invece ai particolari
artistici delle banconote nepalesi, iniziamo da un dettaglio che ci permette di
fare anche un breve excursus storico-politico.
Il lato principale, come in tutti i
paesi monarchici, è sempre stato occupato dalla figura del Re, sul lato
sinistro, oltre che da uno spazio bianco sulla destra e da vari meravigliosi
tempi sullo sfondo al centro, ed avendo avuto la fortuna di frequentare con
costanza il Nepal dal lontano 1998, anche attraverso le banconote abbiamo avuto
modo di constatare i continui cambiamenti susseguitisi in questi anni.
All’inizio, le esotiche banconote
nepalesi portavano tutte un ritratto dell’amato e distinto Re Birendra,
inquadrato quasi di profilo, intorno ai 40-50 anni, con tanto di occhiali e
baffetti.
Alla sua morte, avvenuta tragicamente
nel noto ma misterioso massacro del Palazzo Reale a Giugno del 2001, venne
succeduto dall’impopolare Re Gyanendra, il quale fece chiaramente stampare le
nuove banconote con il suo volto, potremmo dire letteralmente, in quanto ebbe
la felice idea di risparmiare qualche soldo nella faccenda sostituendo semplicemente
il viso di Birendra con il suo.
Purtroppo però il risultato è stato pessimo,
sia a causa della scarsa qualità grafica che dell’espressione corrucciata che
sembra avere Gyanendra; per fortuna, almeno, è stato ridotto leggermente lo
spazio destinato alle foto, quindi il volto è rimpicciolito.
Re Gyanendra comunque si è rifatto nel
campo “numismatico” (virgolette d’obbligo perché per numismatica si intende precisamente
lo studio dell’evoluzione storica delle monete), portando un’interessante
innovazione: durante il suo breve regno fu stampata una serie di banconote in
polimeri, già in uso in altri paesi (soprattutto l’Australia), nella
comunissima denominazione da 10 rupie, per provare ad aumentare la durata della
vita delle banconote nepalesi cartacee, che a causa di vari motivi tendono ad
usurarsi molto in fretta.
Seppur il materiale sintetico dia al
tatto un senso molto artificiale, dal punto di vista artistico permette una
stampa piuttosto dettagliata, che migliora la qualità grafica (anche se
purtroppo non ha migliorato affatto l’espressione del Re Gyanendra).
Ma la caratteristica tecnica più
interessante di queste nuove banconote è l’assenza di filigrana, quindi, come
misura di sicurezza per evitare la contraffazione, è stata utilizzata una
finestrella ovoidale trasparente, sulla quale è impressa l’elegante sagoma
bianca stilizzata del cappello dal lungo pennacchio che rappresenta la Casa
Reale nepalese Shah.
Detto questo, l’esperimento si è
rivelato un fallimento, a causa probabilmente della scarsa qualità dei
materiali utilizzati e dell’inclemente clima nepalese, per cui queste banconote
scoloriscono in fretta e addirittura, se stanno piegate troppo a lungo, si
spezzano.
Va comunque elogiata l’intraprendenza.e
il tentativo, grazie al quale attualmente le banconote nepalesi sono stampate
su un materiale abbastanza resistente, che sembra una via di mezzo tra la carta
utilizzata in passato e i falliti polimeri.
Un altro piccolo fenomeno legato alle
banconote avvenuto durante il regno di Gyanendra, col quale potremmo dire si è infine
rifatto degli errori precedenti, è stata l’emissione di una bella banconota
speciale da 50 rupie per festeggiare il Giubileo d’Oro, quindi i 50 anni, della
Banca Nazionale Nepalese.
Rispetto alla classica banconota da 50
rupie di colore blu, queste presentano un’ancor più piacevole colorazione verde
e rossa, e la rivoluzionata grafica propone questa volta un bel ritratto di Re
Gyanendra, leggermente sorridente e vestito in abiti tradizionali nepalesi,
compreso il comunissimo e tipico cappello storto, invece del pomposo e
cerimoniale copricapo dal pennacchio della Casa Reale.
Una volta deposto Re Gyanendra, nello
spazio assegnato di solito ai Re è raffigurata la cima del Monte Everest:
elegante, significativa e completamente apolitica.
Affrontato il lato principale, veniamo
quindi al retro delle banconote nepalesi, non meno interessante visto che vi è
raffigurata la caratteristica e meravigliosa fauna del paese.
La denominazione più grande, da 1.000
rupie, ritrae giustamente l’elefante, abitante delle regioni meridionali del
Terai, raffigurato molto imponente, in piedi di tre quarti, e il colore
generale della banconota è il grigio, con qualche tocco di rosso.
Come anche le banconote da 500, la
serie del 2009 prevede un rododendro rosso, fiore simbolo nazionale, ed ancora
un ritratto del Re individuabile in controluce, ma in seguito furono modificate
facendo sparire completamente il Re, e mutando il rododendro da una macchia
rossa a un simbolo rivelabile in controluce.
La banconota da 500 rupie rappresenta
due tigri nell’atto di abbeverarsi: anzi, una sta bevendo mentre l’altra, molto
realisticamente, guarda attenta intorno come se fosse stata disturbata da
qualche rumore; il colore generale è il marrone.
La comune e richiestissima banconota
da 100 rupie, rappresenta un rinoceronte, anche lui come elefanti e tigri
abitante delle pianure del Terai, che passeggia di profilo tra gli alti cespugli;
il coloro di base è un bel verde chiaro.
Sulla banconota da 50 rupie è ritratto
un magnifico esemplare di tahr (Hemitragus
jemlahicus), un ungulato simile a una grande capra, posizionato di
profilo, mentre sullo sfondo si stagliano le sagome di alte montagne, il suo
habit; il colore è il blu.
La rara banconota commemortiva da 50
rupie, di cui abbiamo già accennato, aveva rivoluzionato anche il retro, dove
vengono ritratti due splendidi esemplari, maschio e femmina, del fagiano hymalayano
(hymalayan monal, lophophorus impejanus, uccello nazionale del Nepal),
mentre sullo sfondo si staglia il Monte Ama Dablam, famoso non tanto per
l’altezza, visto che non raggiunge neppure i 7.000 metri (6.812 per
l’esattezza), ma per la sua forma dalla quale ha preso il nome, La Collana (Dablam)
della Madre (Ama), rappresentata dal ghiacciaio che sembra appeso alla montagna
come una bambino in grembo alla madre (seppur dal disegno su questa banconota
non si capisca affatto).
Scendendo con le denominazioni, si
incontrerebbe la rarissima banconota da 25 rupie, emessa nel 1997 da Re
Birendra per commemorare il proprio Giubileo d’Argento, cioè i 25 anni al
potere, insieme ad una ancora più rara banconota da 250 rupie, forse mai uscita
sul mercato.
Entrambe rappresentano il sovrano con
gli occhiali ma senza baffi, mentre sul retro compare una mucca al pascolo colorata
misteriosamente di rosso e sullo sfondo il famoso Monte Macchapuchree con l’altrettanto
famosa Catena dell’Annapurna; il colore della banconota, a parte il
contrastante rosso opaco della mucca, è un gradevole grigio-verde.
La banconota da 20 rupie raffigura un
elegante esemplare di barasingha (o swamp deer, rucervus duvaucelii),
una tra le tante specie di cervi che vivono in Nepal, in particolare nelle
pianure, come si intuisce anche dal paesaggio circostante riprodotto sulla
banconota; il vistoso colore è l’arancione.
Sul retro delle banconote da 10, viene
invece ritratta una famigliola di piccole e meravigliose antilopi cervicapra (o
black buck, antilope cervicapra), con l’elegante maschio cornuto di profilo,
la bellissima femmina quasi frontale, e il piccolo accovacciato per terra; il
colore della stampa è una specie di marroncino d’orato, e lo sfondo è un blando
azzurrino.
La banconota da 5 rupie raffigura due
possenti e pelosissimi yak al pascolo, seppur l’espressione del muso di
entrambi sembra risentire più di altri dell’obbligata stilizzazione; sullo
sfondo, nel paesaggio d’alta montagna vengono ritratte alcune cime himalayane,
tra cui la dominante il classico Everest; il colore della banconota è un
vistoso rosso.
Seppur non siano più stampate da
tempo, circolano ancora delle rare e logoratissime banconote da 2 rupie, dove
viene raffigurato un elegante leopardo, su una tonazione di colore grigio-verde
chiaro.
Infine, la banconota da 1 rupia
riproduce una coppia di giovani cervi muschiati, accucciati, e sullo sfondo il già
citato Monte Ama Dablam, ma da un’angolazione diversa rispetto alla banconota
speciale da 50 rupie, e dalla quale si può intuire la “collana della madre”.
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