La maggior parte degli indiani segue principalmente
una dieta di tipo latto-vegetariana dove vengono escluse la carne e le uova ma
inclusi il latte ed i suoi derivati.
Di fatto, in India, i prodotti caseari
sono quindi i più importanti distributori di proteine, insieme alla
combinazione tra cereali e civaie (in particolare riso e lenticchie).
Purtroppo, a causa del clima e di
inefficienti sistemi di refrigerazione, dovuti all’erratica erogazione di
energia elettrica, l’industria casearia indiana produce essenzialmente prodotti
freschi, soprattutto burro e yoghurt, e mancano completamente i formaggi; unica
eccezione il diffusissimo paneer.
L’equivalente italiano potrebbe essere
la ricotta, in particolare quella prodotta seguendo il metodo tradizionale
siciliano, che si avvicina molto a quello di preparazione indiano, nel quale essa
viene preparata ogni giorno con latte fresco e senza additivi, utilizzando la “scotta”
inacidita del giorno prima come catalizzatore.
Il liquido che rimane dopo la
produzione della ricotta viene infatti messo da parte, lasciato inacidire
durante la notte e il giorno dopo una piccola quantità di questo liquido verrà
aggiunta al siero di latte riscaldato per produrre altra ricotta.
Bisogna infatti ricordare che la
ricotta non è propriamente un formaggio, in quanto come agente coagulante non
viene utilizzato il caglio bensì composti acidi.
Rispetto alla ricotta reperibile sul
mercato italiano, il paneer non ha sale aggiunto, quindi risulta avere un gusto
dolce, quando è fresco quasi “lattoso”, ed ha una maggior consistenza, tanto
che viene in genere tagliato e cucinato a cubetti.
Partendo dal presupposto che qualunque
piatto di verdure con l’aggiunta di qualche pezzetto di paneer risulta essere
più gustoso e nutriente, esistono chiaramente numerose ricette in cui la
ricotta è l’ingrediente principale.
In particolare, due preparazioni molto
diffuse sia nei ristoranti che nelle cucine private sono il palak paneer e lo shahi paneer.
Entrambi sono molto apprezzati anche
tra gli stranieri, non solo per il loro ottimo sapore, ma anche perché possono
essere considerati tra i piatti meno piccanti della cucina indiana, che spesso
raggiunge vertici ai limiti della sopportazione.
In realtà, data l’imprevidibilità
tipica indiana, è possibile che entrambe le pietanze vengano servite
estremamente piccanti, ma se cucinate a dovere, grazie agli ingredienti base,
risultano essere due piatti quasi dolci, nei quali un tocco, ma solo un tocco,
di piccante è di sicuro interessante e piacevole.
Il palak paneer prevede l’utilizzo di
spinaci (palak) che vengono bolliti e
passati per farne una specie di purea che viene saltata in padella per pochi
minuti, insieme a qualche pezzetto di paneer, preferibilmente tagliato più a
strisce che non a cubetti.
Nel soffritto che precede la cottura
di ricotta e spinaci essenziale è l’aglio, che aiuta ad esaltare il gusto degli
spinaci, insieme a cumino e qualche pezzetto di zenzero e peperoncino, ma non
ci risulta siano richieste altre particolari misture di spezie, dando quindi al
piatto un sapore decisamente diverso dalla maggior parte delle altre pietanze
tipiche indiane.
Come companatico, di solito il palak
paneer si accompagna molto bene con il pane (chapati o nan), ma le versioni più
liquide si prestano anche al riso.
Lo shahi paneer è invece molto più ricco,
come si deduce anche dal nome stesso che significa “ricotta reale”, dal noto
termine persiano shah, re, seppur in realtà la sua preparazione non sia
troppo complicata ed il risultato un gustoso piatto di cubetti di ricotta al
sugo.
La base del sugo è composta da
pomodori e cipolle che vengono passati per produrre una crema abbastanza simile
a quella dei classici condimenti di pomodoro per la pasta, a parte gli
ingredienti del soffritto, cioè semi di cumino, aglio, zenzero e peperoncino.
Quando il sugo inizia a diventare
denso, si aggiunge la mistura di spezie apposita per lo shahi paneer, un
pezzetto di cannella, una foglia di alloro, qualche cubetto di ricotta e in
pochi minuti è pronto.
Gli ingrendieti che danno il tocco
“reale” sono gli anacardi e l’uvetta.
Gli anacardi vanno macinati e
mischiati con un po’ d’acqua per produrre una crema da aggiungere al sugo, mentre
i chicchi di uvetta si aggiungono alla fine, per “farcire”, insieme a qualche
ulteriore pezzetto di anacardi.
Il risultato in genere è molto
saporito ed il condimento piuttosto denso, quindi l’accompagnamento ideale è il
pane.
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