Un aspetto caratteritico, e sorprendentemente
piacevole, della vita in India è lo stretto rapporto che intercorre tra gli esseri
umani e gli animali.
La convivenza in realtà è forzata e leggermente
conflittuale, essendo entrambi alla ricerca di essenziale spazio vitale, ma
grazie alla nota tolleranza indiana, intrisa di numerosi princípi religiosi,
gli animali godono di un notevole rispetto.
Nella mitologia induista sono
numerosissimi quelli venerati, a cui va aggiunto che Shiva, nella sua forma di
Pashupatinath, viene considerato il protettore degli animali (pashu, animale,
patinath, signore), mentre Vishnu risiede notoriamente all’interno di ogni creatura
vivente, quindi anche nelle bestie.
Nelle città indiane, escluse parzialmente
piccole enclavi moderne delle metropoli più grandi, sono numerosissimi gli
animali, domestici ma non solo, che dividono lo spazio con gli esseri umani.
I cani sono presenti pressoché
ovunque, mentre, rimanendo nella famiglia dei canidi, decisamente minore, ma
pur sempre consistente, è la presenza di sciacalli (canis aureus).
Nelle città essi si limitano a
frequentare, di rado, alcuni dei più grandi parchi, nota è una piccola
popolazione di sciacalli all’interno del Giardino Botanico di Calcutta, ma
nelle campagne risultano essere ancora numerosissimi.
La loro presenza si deduce soprattutto
nei cadaveri che si incontrano alla mattina presto lungo le strade che
attraversano le immense campagne indiane.
Sebbene la maggior parte degli animali
investiti siano i ben più diffusi cani, la percentuale di sciacalli è notevole
a causa delle loro abitudini tendenzialmente notturne.
Anche i gatti sono decisamente più
rari dei cani e soprattutto sono estremamente schivi, con abitudini
crepuscolari.
Ratti e topi sono abbondantissimi, i
primi tendenzialmente nel sottosuolo e negli scantinati, i secondi di solito
all’interno di edifici, ma chiaramente questa distinzione è molto volatile.
Soprattutto durante il periodo delle
piogge monsoniche, in cui fogne e seminterrati tendono ad allagarsi, ratti e topi
sono costretti a migrare verso l’alto e finiscono spesso per cercare rifugio e
cibo nelle abitazioni.
In quel periodo, alla mattina si
assiste ad una vera e propria processione di bambini spediti dai genitori a
liberare i roditori catturati con le trappole durante la notte.
Bisogna anche stare attenti che i
suddetti bambini si prendano la briga di muovere le loro giovani gambe e si
allontanino almeno di qualche centinaio di metri, per liberare gli sgraditi
animali in parchi o più preferibilmente in riva al fiume.
È pur vero che i roditori sono in
grado di ritrovare un luogo anche a distanza di un paio di chilometri, quindi
in ogni caso l’esercizio è quasi futile, ma sempre migliore, almeno “karmicamente”,
che risolvere il problema uccidendo le antipatiche, ma pur sempre indifese,
bestiole.
Molto comuni sono anche gli scoiattoli
della specie funambulus pennantii,
chiamati in inglese “scoiattoli da palma a cinque striscie”, presenti ovunque
ci siano alberi, talvolta anche uno solo, decisamente gradevoli nell’aspetto e
simpatici nel loro iperattivo stile di vita.
Ma ancora più belle e interessanti
sono le manguste del genere herpestes,
facenti parte del sottordine feliformia
(felini in senso lato).
Oggigiorno stanno perdendo spazio ma
sono sempre ben presenti, non solo in campagna ma anche in città, di solito nei
pressi di parchi, fiumi e tutte le grandi aree verdeggianti.
La loro dieta è costituita
prevalentemente da grandi insetti e piccoli rettili, soprattutto i gechi, che
grazie ai numerosissimi insetti volanti, sono praticamente ovunque
(personalmente facciamo fatica a ricordare di aver preso una stanza d’albergo
sprovvista di almeno un gradito geco acquattato su un muro da qualche parte).
A proposito di rettili, la presenza di
serpenti nelle città è piuttosto comune, specialmente nei pressi di corsi
d’acqua o nel sottosuolo.
Quelli stanziali di solito non sono
pericolosi e si limitano a consumare le loro prede senza dare fastidio, ma
durante la stagione delle piogge, in cui le loro tane tendono ad allagarsi,
sono costretti a cercare rifugio in posti poco conosciuti ed essendo spaventati
possono essere pericolosi.
Un altro affascinante animale di
piccole dimensioni ben presente nelle città indiane è il toporagno della specie
suncus murinus.
Nonostante il nome e la vaga
somiglianza con topi e ratti, escluso il caratteristico naso a punta, i
toporagni non sono roditori (ordine rodentia),
ma sono insettivori dell’ordine soricomorpha,
del quale fanno parte anche le talpe.
Pur avendo piccoli occhi ed una vista
debole, grazie ad udito e olfatto sensibilissimi, sono creature sia diurne che
notturne, seppur nelle città prediligano le ore di oscurità per andare a caccia
di insetti e piccoli animali, rivelandosi quindi utili per l’uomo, invece che
dannosi come gli apparentemente simili roditori.
Il metabolismo dei toporagni è piuttosto
rapido, per cui sono molto attivi e voraci, arrivando a mangiare, e consumare,
durante una giornata, una quantità di cibo equivalente all’80-90% del loro peso
corporeo.
Seppur siano difficili da avvistare, a
parte chiaramente quando si intrufolano all’interno di edifici e abitazioni, la
loro presenza è avvertibile dai tipici versi, una via di mezzo tra lo squittire
dei topi e il sibilo dei pipistrelli.
I quali a loro volta sono numerosi nei
cieli indiani con varie specie di cui almeno due comunissime nelle città.
Diffusissimo è il pipistrello indiano (pipistrellus coromandra) di piccole
dimensioni, attivo appena scende il buio fino a circa mezz’ora prima dell’alba.
Il contatto con l’uomo è costante ma
non conflittuale, anzi, quasi utilitaristico, visto che i pipistrelli divorano
zanzare ed altri insetti volanti attirati dalle luci dei centri abitati, quindi
popolano comunemente i tetti di edifici ed abitazioni; quasi tutti i forti
rajasthani ne sono letteralmente invasi.
Le volpi volanti indiane (pteropus giganteus), sono grandi
pippistrelli fruttivori, con abitudini diurne, che stazionano di solito su alti
alberi.
Dopo aver passato la giornata a
nutrirsi del succo dei frutti e a litigare rumorosamente, poco dopo il tramonto
questi grandi mammiferi alati (apertura alare fin quasi al metro e mezzo) si
librano in volo per raggiungere i loro nidi situati nei boschi, spesso anche
molto lontano dai loro abituali siti per l’alimentazione.
Una terza specie, di dimensioni
intermedie tra le due citate, si vede spesso sfrecciare di notte ma non siamo
stati in grado di scoprire con sicurezza a quale specie appartenga.
Venendo a mammiferi di dimensioni ben
maggiori, com’è noto le mucche sono animali sacri in India, ricevono devozione,
rispetto e godono di assoluta libertà, soprattutto nelle città sacre dove sono
particolarmente numerose.
Ovviamente lo stesso si può dire dei
tori, nonché dei bufali, meno rispettati religiosamente ma non meno apprezzati
nella vita pratica.
Le capre sono anch’esse presenti un
po’ ovunque, seppur il loro allevamento in genere sia destinato alla
macellazione.
Nelle aree mussulmane sono
particolarmente numerose per questo scopo ma anche gli indù che le allevano di
solito lo fanno per il consumo della carne (la capra maschio è il classico
animale per i sacrifici), visto che l’utilizzo del latte di capra, già scarso
confronto a quello dei bovini, non è molto comune.
Le pecore nelle zone urbane sono meno numerose
delle capre, poiché vengono utilizzate quasi eslcusivamente per il vello, ma
non è difficile incontrarne qualche gregge nelle periferie delle città o lungo
le strade che attraversano le campagne.
I maiali non godono di nessun tipo di
rispetto religioso e di pochissime attenzioni culinarie, quindi girano
indisturbati ad arricchire la fauna domestica che popola le città indiane.
Sebbene non manchino i tentativi non
violenti di liberarsi di questi scomodi “concittadini”, le discariche pubbliche
e i grandi canali di acque fognarie sono sempre invasi da opulenti maiali, con
scrofe che raggiungono taglie davvero ragguardevoli.
Nonostante le dimensioni, sono animali
schivi ed estremamente paurosi, e a contatto ravvicinato con l’uomo tendono a
scappare velocissimi, mostrando, tra l’altro, un’insospettabile agilità.
Seppur un’analisi genetica precisa sia
pressoché impossibile, la maggior parte dei maiali indiani sono porcastri
semi-selvatici di colore scuro con una striscia di pelo sul dorso, seppur sia
possibile incontrare tutta la gamma di suini che parte dai maiali glabri rosa,
fino ai cinghiali veri e propri.
Come ultimo animale domestico si
possono citare polli e galline, che si vedono spesso sgambettare velocemente
tra i vicoli dei centri storici e nelle zone vecchie e degradate delle città.
Inutile sottolineare l’uso che ne
viene fatto.
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