venerdì 5 febbraio 2016

La città di Mandi

La cittadina di Mandi si trova tra le verdi colline pre-himalayane dello stato indiano dell’Himachal Pradesh, sulla strada verso le zone turistiche di Manali e Dharamsala.
In passato la sua posizione ne fece un’importante città di commercio sulla via del sale diretta in Tibet, testimoniato anche nel nome stesso che significa “mercato”.
Oggigiorno Mandi è nota come luogo di transito per gli autobus diretti nelle località di villeggiatura, ma merita decisamente una visita di qualche giorno, anche per interrompere le lunghe tratte sui non comodissimi mezzi indiani.
Di modeste dimensioni e con una popolazione di soli trentamila abitanti, la città si sviluppa disordinatamente sulla confluenza di due fiumi, il grande Beas ed uno dei suoi affluenti.
Nella zona vecchia, tra i vicoli che portano ai letti dei fiumi, si trovano alcuni pregevoli templi piuttosto antichi e molto venerati dai locali.
Il vicino centro della città è una grande piazza quadrata, chiamata Indira Market, dal nome di un mercato che si sviluppa su due piani attorno ad una grande giardino situato il mezzo alla piazza, alcuni metri sotto al livello della strada.
Questa inusuale soluzione offre notevoli vantaggi climatici: prima di tutto i negozi ed i corridoi sono al coperto per riparare i clienti durante i non infrequenti temporali, causati d’estate dal clima monsonico e d’inverno dalla posizione a ridosso delle montagne; durante la stagione calda risulta essere un luogo piuttosto fresco e d’inverno è protetto dai gelidi venti montani.
In realtà le merci in vendita non sono molto interessanti, in generale si tratta di negozi di scadenti vestiti occidentali di produzione cinese e qualche piccolo ma attivo ristorantino.
Sopra alla gradinata che occupa un lato della piazza, si trovano alcuni grandi e pregevoli palazzi di pietra sede degli uffici governativi (Mandi è infatti la capitale di un distretto di montagna alla quale fanno capo numerosi villaggi delle colline circostanti) nonché un elaborato palazzo che fu residenza del Maharajà locale ed oggi è adibito ad albergo di medio-alta categoria.

Poco lontano dal centro cittadino, in posizione dominante sul fiume Beas, è situato il Syamakali Temple, dedicato ad una rappresentazione della dea Kali particolarmente terrifica.
Come intuibile anche dalla grande ma semplice struttura pitturata di bianco, la costruzione di questo tempio è piuttosto recente, XVII secolo, ma ospita una suggestiva zona sacra.
La divinità principale, rappresentata da una piccola statua, è situata infatti all’interno di una grande nicchia, protetta da una vetrata, letteralmente rivestita in argento ricco di decorazioni.
Attorno a questa piccola costruzione che si trova in cima all’edificio, vi sono invece dei quadri che rappresentano le Das Mahavidya, le dieci principali rappresentazioni della dea Kali.

Salendo sulla cima di una delle colline che dominano la città, si raggiunge il semplice Rani Amrit Kaur Park, un piccolo parco che offre un bel panorama e un’atmosfera molto tranquilla (escluse le feste e le domeniche).

Tra le colline dei dintorni si trovano due piccoli laghi di montagna, il Rewalsar Lake, ad un’altitudine di 1350 metri e circa 25 chilometri da Mandi, e il Prashar Lake, a circa 2700 metri di altitudine e una ventina di chilometri, di cui gli ultimi 8 percorribili solo a piedi.
Il Rewalsar Lake è noto nel buddismo per essere il luogo da cui partì il monaco Padmasambhava per diffondere gli insegnamenti buddisti della sua setta, nyingmapa, ed oggi ospita monasteri colorati e altre piccole costruzioni, sorte attorno a un piccolo e placido lago.
Ovviamente anche gli indù hanno motivo di venerare questo splendido posto e vi sono alcuni piccoli templi, tra cui il più importante è dedicato al Rishi (antico saggio) Lomas, che pare abbia trascorso molto tempo a Rewalsar a fare penitenza in onore di Shiva.
Ad evidenziare il noto sincretismo religioso indiano, i sikh hanno eretto, nelle vicinanze, un grande gurudwara in onore di Guru Gobind Sing, l’ultimo Guru del sikhismo, che visitò il Rewalsar Lake e vi soggiornò per circa un mese.
Sul lato del lago opposto a quello dove passa la strada e sorgono i pochi edifici della zona, si trova un piccolo e trascuratissimo zoo, dove sono conservati alcuni esemplari di antilope cervicapra e numerosi cervi e daini, almeno in grandi recinti che occupano l’intera collina.
Dentro squallide gabbie, per fortuna poco numerose, si possono osservare dei pigri, grassi, ma sempre meravigliosi orsi giocolieri (melursus ursinus).
Intorno al lago non manca una folta popolazione di macachi, mentre nell’acqua abitano abbondanti pesci di notevoli dimensioni, nutriti dalle compassionevoli offerte dei pellegrini.
Sul costone di una collina sopra al lago non si può non notare la gigantesca statua di Padmasambava seduto, alla quale mancano solo pochi dettagli per essere completata, sebbene la sua costruzione sia stata al centro di un contenzioso tra religiosi e ambientalisti.
La posizione è sicuramente scenica ma forse era ancora più scenografica una semplice collina verde.
Gli autobus per raggiungere Rewalsar da Mandi sono abbastanza frequenti e impiegano circa un’ora di piacevole percorso attraverso le colline.

Il Prashar Lake è di nuovo sacro e veneratissimo durante certe ricorrenze, sia agli indù che ai buddisti.
Probabilmente di origine vulcanica, il lago di Prashar è piuttosto piccolo e perfettamente rotondo, e data la posizione decisamente scomoda, l’unica costruzione è il piccolo tempio di Prashara.
La vista sulle vicine cime delle montagne è incantevole, anche se personalmente ci siamo dovuti accontentare di vederle solo in fotografia poiché dobbiamo ammettere di non aver mai visitato questo posto.

Un’altra caratteristica di Mandi sono i particolari ed estesi festeggiamenti che vi si tengono durante il periodo di Shivaratri, che in realtà consiste in un solo giorno di festa intorno alle metà di Febbraio, ma che a Mandi durano più di una settimana.
In particolare il grande parco pubblico, situato sotto alla stazione degli autobus, si trasforma in un gigantesco accampamento dove vengono ospitate le immagini delle divinità dei templi delle colline circostanti, che durante questa festa vengono portate in processione a Mandi per ricevere la benidizione di Bhutnath, una rappresentazione terribile di Shiva al quale è dedicato il tempio più importante della città.
I colorati palanchini, che vengono sorretti da più o meno ubriachi e allegri uomini, sono spesso accompagnati da piccole bande musicali, il cui strumento caratteristico sono dei lunghissimi corni attorcigliati in ottone che emettono un semplice ma potente e persistente suono.
L’atmosfera risulta essere piuttosto confusionaria ma festosa, che contrasta con la più consueta atmosfera quasi sonnolenta, ma non meno piacevole, che regna a Mandi durante il resto dell’anno.
A favorire un tranquillo soggiorno in questa interessante cittadina, bisogna segnalare i discreti, seppur non numerosi, alberghi che offrono soluzioni decenti per tutte le tasche.
Comodamente sopra alla stazione degli autobus vi è un efficente albergo gestito dal Ministero del Turismo dell’Himachal Pradesh, che offre vari tipi di camere, tutte dignitose, a prezzi modici, nonché un passabile ristorante con la licenza per gli alcolici.
Nel centro  città invece può essere un’interessante soluzione il palazzo dell’ex Maharaja, chiamato poco originalmente Raj Mahal Palace Hotel, nome anche ridondante visto che Mahal e Palace vogliono dire la stessa cosa.
I prezzi non sono economici ma neppure eccessivi e seppur le camere meno costose siano decisamente piccole, bisogna notare la notevole cura dei dettagli.
Il ristorante serve del buon cibo, nonché alcolici.
Attorno all’Indira Gandhi Market si trovano altri alberghi di medio-bassa categoria e modesti ristoranti.
Riguardo al cibo, avvicinandosi a zone di cultura buddista-tibetana, bisogna segnalare la presenza di alcune bancarelle che propongono i momo, squisiti ravioli tibetani, che non saranno buoni come quelli serviti notoriamente a Dharamsala, ma di certo migliori di quelli proposti nelle pianure.

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