La cittadina di Mandi si trova tra le verdi
colline pre-himalayane dello stato indiano dell’Himachal Pradesh, sulla strada
verso le zone turistiche di Manali e Dharamsala.
In passato la sua posizione ne fece
un’importante città di commercio sulla via del sale diretta in Tibet,
testimoniato anche nel nome stesso che significa “mercato”.
Oggigiorno Mandi è nota come luogo di
transito per gli autobus diretti nelle località di villeggiatura, ma merita
decisamente una visita di qualche giorno, anche per interrompere le lunghe
tratte sui non comodissimi mezzi indiani.
Di modeste dimensioni e con una
popolazione di soli trentamila abitanti, la città si sviluppa disordinatamente
sulla confluenza di due fiumi, il grande Beas ed uno dei suoi affluenti.
Nella zona vecchia, tra i vicoli che
portano ai letti dei fiumi, si trovano alcuni pregevoli templi piuttosto
antichi e molto venerati dai locali.
Il vicino centro della città è una
grande piazza quadrata, chiamata Indira Market, dal nome di un mercato
che si sviluppa su due piani attorno ad una grande giardino situato il mezzo
alla piazza, alcuni metri sotto al livello della strada.
Questa inusuale soluzione offre
notevoli vantaggi climatici: prima di tutto i negozi ed i corridoi sono al
coperto per riparare i clienti durante i non infrequenti temporali, causati
d’estate dal clima monsonico e d’inverno dalla posizione a ridosso delle
montagne; durante la stagione calda risulta essere un luogo piuttosto fresco e
d’inverno è protetto dai gelidi venti montani.
In realtà le merci in vendita non sono
molto interessanti, in generale si tratta di negozi di scadenti vestiti
occidentali di produzione cinese e qualche piccolo ma attivo ristorantino.
Sopra alla gradinata che occupa un
lato della piazza, si trovano alcuni grandi e pregevoli palazzi di pietra sede
degli uffici governativi (Mandi è infatti la capitale di un distretto di
montagna alla quale fanno capo numerosi villaggi delle colline circostanti) nonché
un elaborato palazzo che fu residenza del Maharajà locale ed oggi è adibito ad
albergo di medio-alta categoria.
Poco lontano dal centro cittadino, in
posizione dominante sul fiume Beas, è situato il Syamakali Temple,
dedicato ad una rappresentazione della dea Kali particolarmente terrifica.
Come intuibile anche dalla grande ma semplice
struttura pitturata di bianco, la costruzione di questo tempio è piuttosto recente,
XVII secolo, ma ospita una suggestiva zona sacra.
La divinità principale, rappresentata
da una piccola statua, è situata infatti all’interno di una grande nicchia,
protetta da una vetrata, letteralmente rivestita in argento ricco di
decorazioni.
Attorno a questa piccola costruzione
che si trova in cima all’edificio, vi sono invece dei quadri che rappresentano
le Das Mahavidya, le dieci principali rappresentazioni della dea Kali.
Salendo sulla cima di una delle colline
che dominano la città, si raggiunge il semplice Rani Amrit Kaur Park, un
piccolo parco che offre un bel panorama e un’atmosfera molto tranquilla
(escluse le feste e le domeniche).
Tra le colline dei dintorni si trovano
due piccoli laghi di montagna, il Rewalsar Lake, ad un’altitudine di
1350 metri e circa 25 chilometri da Mandi, e il Prashar Lake, a circa
2700 metri di altitudine e una ventina di chilometri, di cui gli ultimi 8
percorribili solo a piedi.
Il Rewalsar Lake è noto nel buddismo
per essere il luogo da cui partì il monaco Padmasambhava per diffondere gli
insegnamenti buddisti della sua setta, nyingmapa, ed oggi ospita
monasteri colorati e altre piccole costruzioni, sorte attorno a un piccolo e placido
lago.
Ovviamente anche gli indù hanno motivo
di venerare questo splendido posto e vi sono alcuni piccoli templi, tra cui il
più importante è dedicato al Rishi (antico saggio) Lomas, che pare abbia
trascorso molto tempo a Rewalsar a fare penitenza in onore di Shiva.
Ad evidenziare il noto sincretismo
religioso indiano, i sikh hanno eretto, nelle vicinanze, un grande gurudwara in
onore di Guru Gobind Sing, l’ultimo Guru del sikhismo, che visitò il Rewalsar
Lake e vi soggiornò per circa un mese.
Sul lato del lago opposto a quello
dove passa la strada e sorgono i pochi edifici della zona, si trova un piccolo
e trascuratissimo zoo, dove sono conservati alcuni esemplari di antilope
cervicapra e numerosi cervi e daini, almeno in grandi recinti che occupano
l’intera collina.
Dentro squallide gabbie, per fortuna
poco numerose, si possono osservare dei pigri, grassi, ma sempre meravigliosi orsi
giocolieri (melursus ursinus).
Intorno al lago non manca una folta
popolazione di macachi, mentre nell’acqua abitano abbondanti pesci di notevoli
dimensioni, nutriti dalle compassionevoli offerte dei pellegrini.
Sul costone di una collina sopra al
lago non si può non notare la gigantesca statua di Padmasambava seduto, alla
quale mancano solo pochi dettagli per essere completata, sebbene la sua
costruzione sia stata al centro di un contenzioso tra religiosi e ambientalisti.
La posizione è sicuramente scenica ma
forse era ancora più scenografica una semplice collina verde.
Gli autobus per raggiungere Rewalsar
da Mandi sono abbastanza frequenti e impiegano circa un’ora di piacevole
percorso attraverso le colline.
Il Prashar Lake è di nuovo sacro e
veneratissimo durante certe ricorrenze, sia agli indù che ai buddisti.
Probabilmente di origine vulcanica, il
lago di Prashar è piuttosto piccolo e perfettamente rotondo, e data la
posizione decisamente scomoda, l’unica costruzione è il piccolo tempio di
Prashara.
La vista sulle vicine cime delle
montagne è incantevole, anche se personalmente ci siamo dovuti accontentare di
vederle solo in fotografia poiché dobbiamo ammettere di non aver mai visitato
questo posto.
Un’altra caratteristica di Mandi sono
i particolari ed estesi festeggiamenti che vi si tengono durante il periodo di
Shivaratri, che in realtà consiste in un solo giorno di festa intorno alle metà
di Febbraio, ma che a Mandi durano più di una settimana.
In particolare il grande parco
pubblico, situato sotto alla stazione degli autobus, si trasforma in un
gigantesco accampamento dove vengono ospitate le immagini delle divinità dei
templi delle colline circostanti, che durante questa festa vengono portate in
processione a Mandi per ricevere la benidizione di Bhutnath, una
rappresentazione terribile di Shiva al quale è dedicato il tempio più
importante della città.
I colorati palanchini, che vengono
sorretti da più o meno ubriachi e allegri uomini, sono spesso accompagnati da
piccole bande musicali, il cui strumento caratteristico sono dei lunghissimi
corni attorcigliati in ottone che emettono un semplice ma potente e persistente
suono.
L’atmosfera risulta essere piuttosto
confusionaria ma festosa, che contrasta con la più consueta atmosfera quasi
sonnolenta, ma non meno piacevole, che regna a Mandi durante il resto
dell’anno.
A favorire un tranquillo soggiorno in
questa interessante cittadina, bisogna segnalare i discreti, seppur non
numerosi, alberghi che offrono soluzioni decenti per tutte le tasche.
Comodamente sopra alla stazione degli
autobus vi è un efficente albergo gestito dal Ministero del Turismo
dell’Himachal Pradesh, che offre vari tipi di camere, tutte dignitose, a prezzi
modici, nonché un passabile ristorante con la licenza per gli alcolici.
Nel centro città invece può essere un’interessante
soluzione il palazzo dell’ex Maharaja, chiamato poco originalmente Raj Mahal
Palace Hotel, nome anche ridondante visto che Mahal e Palace vogliono dire la
stessa cosa.
I prezzi non sono economici ma neppure
eccessivi e seppur le camere meno costose siano decisamente piccole, bisogna
notare la notevole cura dei dettagli.
Il ristorante serve del buon cibo,
nonché alcolici.
Attorno all’Indira Gandhi Market si
trovano altri alberghi di medio-bassa categoria e modesti ristoranti.
Riguardo al cibo, avvicinandosi a zone
di cultura buddista-tibetana, bisogna segnalare la presenza di alcune
bancarelle che propongono i momo, squisiti ravioli tibetani, che non saranno
buoni come quelli serviti notoriamente a Dharamsala, ma di certo migliori di
quelli proposti nelle pianure.
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