La produzione di
utensili di terracotta è stata una delle prime e più importanti scoperte
tecniche che hanno favorito lo sviluppo dell’essere umano.
L’importanza storica
si può dedurre anche dal fatto che sebbene i primi manufatti di argilla risalgano
al neolitico (circa 7000 anni fa) e sebbene l’uomo abbia successivamente
sviluppato numerose altre tecniche, la terracotta trova ancora oggi numerosi
campi di applicazione.
Nei paesi
sviluppati questo fenomeno lo si può osservare facilmente nell’edilizia, mattoni
e tegole vengono prodotti con materiali e tecniche derivati dalle antiche
manifatture di laterizi, oppure nel giardinaggio, dove i vasi, nonostante la
continua scoperta di nuovi materiali, vengono preferiti in materiale argilloso.
Grazie al semplice
processo di produzione ed alla facile reperibilità di materia prima, fattori
che rendono la terracotta estremamente economica, nei paesi in via di sviluppo
i campi di utilizzo sono maggiori, in particolare in ambito alimentare, con
coppini, giare e vari tipi di recipienti.
In India, oltre
alle numerose applicazioni pratiche, bisogna segnalare anche una notevole
importanza dei prodotti in terracotta in ambito religioso.
Durante le numerose
festività, soprattutto indù, vengono creati vari tipi di statuine “usa e getta”
ed altri oggetti votivi.
In particolare le
pooje (cerimonie e offerte votive) indù prevedono la presenza di cinque
articoli che rappresentano i cinque elementi acqua, terra, fuoco, aria ed
etere, e per il fuoco vengono utilizzati lumini composti da coppini di
terracotta contenenti burro chiarificato e cordini di cotone.
Durante la lunga
festa di Diwali, quando vengono accese luminarie per indicare al dio Rama la
strada del ritorno nella sua città natale, la produzione di oggetti in
terracotta raggiunge il suo apice, anche grazie a favorevoli condizioni ambientali
e climatiche, in quanto Diwali rappresenta la fine della stagione delle pioggie
e l’inizio della stagione secca, entrambi fattori molto importanti per la
produzione della terracotta.
In questo periodo
infatti i fiumi rientrano nei loro argini lasciando quanto era stato sommerso,
coperto da uno spesso strato di fango che può essere utilizzato per creare
composti terrosi utili nella produzione di articoli di terracotta; il clima
secco invece è chiaramente favorevole per il processo di essiccazione.
In ambito culinario
la terracotta in India viene utilizzata principalmente per produrre coppini di
varie dimensioni per servire thé, yogurth e molti dei diffusissimi snack di
strada.
Molto interessante
è anche l’utilizzo per la conservazione ed il raffreddamento dell’acqua,
soprattutto durante la torrida estate.
Una volta ricoperte
da panni umidi, le giare di terracotta si trasformano in frighi naturali, grazie
ad un probabile scambio osmotico dovuto alla differenza di temperatura e
umidità tra l’interno e l’esterno.
Conservate
all’ombra in zone areate, magari nei pressi di una ventola, è davvero
sorprendente quanto l’acqua possa essere naturalmente raffreddata.
Altro particolare,
la terracotta dona all’acqua una distinta “leggerezza”, nonché una certa
“dolcezza”.
In realtà quando i
recipienti di terracotta sono nuovi, l’acqua assume un deciso gusto d’argilla
che può essere quasi fastidioso ma col tempo diminuisce ed il palato si abitua.
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