Uno degli argomenti più interessanti e
complessi della linguistica moderna è la distizione tra le due lingue parlate
in Pakistan e in India, l’urdu e l’hindi.
Entrambe derivano dall’hindustani, la
lingua che si sviluppò nel sub-continente indiano durante l’occupazione
mussulmana, come una via di mezzo tra le lingue d’origine araba degli invasori
e quelle indoariane locali.
Sebbene sia l’urdu che l’hindi moderne
siano a tutti gli effetti lingue a sé stanti, in rapporto all’hindustani esse
rappresentano invece due differenti registri linguistici: il primo influenzato
dalla cultura araba-mussulmana, il secondo da quella sanscrita-induista.
La più evidente differenza tra questi
due registri linguistici è la scrittura, in quanto l’urdu utilizza l’elegantissimo
alfabeto persiano nastaleeq, mentre l’hindi usa l’alfabeto indiano devanagari.
Per quanto riguarda invece la sintassi
e la grammatica, le due lingue sono esattamente identiche e le uniche
differenze sono nella terminologia.
L’urdu, influenzata dalla cultura
islamica, ha assimilato un gran numero di vocaboli da altre lingue tipiche
mussulmane quali il persiano, l’arabo e il turco, mentre al contrario l’hindi,
legata alle tradizioni induiste, attinge maggiormente dal sanscrito nonché da
dialetti locali.
Il risultato è che grazie a questo ed
alla loro notevole interscambiabilità, entrambe le lingue risultano essere estremamente
ricche di vocaboli, espressioni e modi di dire.
Ad esempio, una delle caratteristiche
peculiari dell’hindi (che crea non pochi grattacapi agli stranieri che la
studiano) è la massiccia presenza di sinonimi e non è un’esagerazione affermare
che ogni termine hindi possiede almeno 3 forme, dal significato identico:
quella araba, quella sanscrita e quella locale.
Sebbene questo possa creare qualche
problema di comprensione, bisogna notare come al contrario sia positivo per i
compositori, soprattutto di poesie e canzoni, i quali, supponendo abbiano
un’estesa e imparziale cultura, hanno a disposizione numerose alternative per
far quadrare versi e rime.
E infatti sia l’urdu che l’hindi
possiedono delle vaste letterature, seppur fino a tempi recenti, la distinzione
tra le due lingue fosse minima.
Indubbiamente la storica partizione
dell’India Britannica in due stati, secondo le preferenze religiose, ha dato un
notevole impulso alla differenziazione dell’hindustani in urdu e hindi, seppur
un pakistano e un indiano, almeno dal punto di vista linguistico, ancora oggi si
possono capire perfettamente.
Un ottimo esempio di quanto l’urdu e
l’hindi possano essere simili lo si può notare ampiamente nella produzione
cinematografica indiana di Bollywood, dove, per attirare allo stesso modo gli
appassionati mussulmani e induisti di Pakistan e India, viene utilizzata una
lingua neutra (una specie di ritorno all’hindustani), né troppo arabizzante, né
troppo sanscritizzante.
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