Un giorno l’Imperatore Akbar scoprì di
avere un’infezione all’alluce di un piede ed andò a consultare i medici di
corte, i quali, dopo attente analisi, decretarono che l’unico rimedio era
quello di amputare il dito.
Akbar non prese molto bene la notizia
e si sentiva piuttosto abbattuto all’idea di dover perdere una parte del proprio
corpo, così andò ad esporre la questione al suo consigliere personale Birbal.
Egli però non diede molta importanza
alla vicenda e rispose all’Imperatore che se quello era il giudizio dei medici,
lui non poteva farci nulla e comunque poteva stare tranquillo perché “Tutto
quello che Dio fa è per il meglio.”
Deluso da tale risposta, ad Akbar non
rimase che farsi amputare il dito del piede e pensare a come far pagare a
Birbal il suo apparente disinteresse nella faccenda.
Tempo dopo, durante una battuta di
caccia nella foresta, Akbar e Birbal si trovarono di fronte ad un profondo
pozzo asciutto e, senza nessun preavviso, Akbar ordinò ai due soldati che li
accompagnavano di arrestare Birbal e calarlo in fondo al pozzo.
Il povero Birbal fu così stupito che,
nonostante la sua proverbiale sagacia, non fu in grado di dire nulla, ma
dovette sottostare all’ordine del suo Imperatore.
Quando fu calato nel pozzo, Akbar gli
urlò “Non ti preoccupare Birbal, tutto quello che Dio fa è per il meglio!” e
lasciati i soldati di guardia si allontanò nella foresta, a pensare come
procedere con Birbal.
All’improvviso però, fu attaccato da
un folto gruppo di Thug, i famosi banditi che dopo aver derubato le loro
vittime le sacrificavano in onore della dea Kali.
Sopraffatto, Akbar venne spogliato dei
suoi averi e portato di fronte al capo della banda per essere sacrificato.
Prima però fu esaminato per verificare
che avesse i requisiti adatti, e quando il capo dei banditi scoprì che gli
mancava un dito del piede, gli restituì i suoi averi e lo lasciò andare
(secondo l’induismo le vittime dei sacrifici non devono avere malformazioni).
Umiliato per non essere degno di essere
sacrificato, ma allo stesso tempo sollevato per lo scampato pericolo, Akbar
tornò quindi in fretta da Birbal a raccontargli l’accaduto, nonché liberarlo e
congratularsi con lui, ancora una volta, per aver avuto ragione.
Finito di narrare la vicenda, mentre
stavano risalendo a cavallo per tornare a Palazzo, Akbar si fermò di colpo e
chiese a Birbal “Scusa, ma se tutto quello che Dio fa è per il meglio, ed io
grazie al dito amputato ho avuto salva la vita, tu cosa ci hai guadagnato ad
essere stato calato nel pozzo?”
Birbal sorrise “Maestà, se Voi non mi
aveste imprigionato, sarei stato catturato insieme a voi dai banditi, e siccome
non ho malformazioni fisiche, sarei stato sacrificato al Vostro posto!”
Sentito questo Akbar non disse nulla,
salì sul suo cavallo, gli diede l’ordine di partire e iniziò a strofinarsi la
barba soddisfatto.
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