Sachin Tendulkar è un ex-battitore indiano, ritiratosi nel 2013, considerato da molti il miglior
giocatore nella storia del cricket.
Nella sua lunga ed illustre carriera
egli ha stabilito numerosissimi record che lo pongono al livello di mostri
sacri dello sport internazionale quali, ad esempio, Michael Jordan o Sergei
Bubka.
Al pari del suo talento sportivo,
Sachin Tendulkar è noto anche per il suo carattere gentile e umile che lo hanno
fatto amare da milioni di tifosi, non solo in India, e guadagnare l’ammirazione
e il genuino rispetto di compagni di squadra ed avversari.
Grazie al carattere, nonostante abbia
vissuto per lunghi anni (ben 24) al centro dell’attenzione sportiva indiana,
egli è sempre stato in grado di evitare ogni tipo di controversia, il ché
dimostra le eccelse qualità morali del “Little Master” (così chiamato non certo
per il talento ma per la statura, intorno ai 165 cm).
Data la pluridecennale carriera, oltre
ai successi, non furono pochi anche gli insuccessi, dovuti a naturali periodi
di scarsa forma, sia personale che della squadra nazionale indiana, o
fisiologici infortuni, ma la passione sviscerata per il proprio sport e la sua
rinomata caparbietà hanno permesso a Sachin Tendulkar di rispondere alle
critiche, spesso frettolose, con magnifiche performance sul campo.
L’insuccesso più grande, che dal punto
di vista sportivo rimane ancora un piccolo mistero, sono stati gli scarsi
risultati ottenuti come capitano della nazionale indiana, carica che coprì solo
per alcuni mesi proprio a causa del poco successo.
Seppur il cricket sia uno sport di
squadra, l’operato del capitano è molto importante poiché, a prescindere dal
ruolo coperto all’interno del team, battitore o lanciatore, è lui che decide le
sempre cangianti strategie di gioco, ed è quindi a lui che vanno ascritti anche
la maggior parte dei meriti in caso di vittoria, o i demeriti in caso di
sconfitta.
Dato l’immenso talento crickettistico di
Tendulkar, fu naturale immaginare in lui un ottimo capitano, ma questo non
avvenne.
Oltretutto, come spesso succede agli skipper
(capitani), oberato dall’impegno di dirigere la squadra in tutti i reparti, in
quel periodo anche le sue performance da battitore subirono un vistoso calo.
Il già citato carattere umile di
Tendulkar venne però in suo soccorso, riconobbe i propri limiti, rinunciò al
prestigioso incarico di capitano e tornò a concentrarsi su quello che sapeva
fare meglio: annichilire i lanciatori avversari con la sua mazza, spedendo la
pallina in ogni remoto angolo degli sterminati campi di cricket.
Il culmine della sua carriera furono
sicuramente i Mondiali del 2011, dove l’India vinse la finale a Mumbai, città
natale di Tendulkar.
Sportivamente non fu per lui un grande
torneo, almeno in confronto ai suoi elevatissimi standard, ed anche in finale
fu in grado di aggiungere poche run (corse-punti) al totale della
squadra, ma questo per fortuna influì poco o nulla sulla performance del “Team
India” giunto all’evento in perfetta forma.
E fu in ogni caso il Mondiale di
Tendulkar poiché tutti i giocatori indiani, sia prima che dopo il torneo, dedicarono
a lui ogni sforzo verso la vittoria.
Altrettanto romantico e toccante è
stato il definitivo addio al cricket avvenuto durante una serie di due Test
Match, contro le West Indies, intitolata informalmente “Farewell Tendulkar”,
Addio a Tendulkar.
Come nella finale dei Mondiali, anche
l’ultimo incontro si è tenuto a Mumbai, città natale di Sachin, il quale aveva
richiesto esplicitamente tale onore, non come soddisfazione personale, ma per
permettere al suo primo maestro, ormai novantenne, di assistere al match.
Per finire, alcune statistiche comparate
(aggiornate al 2013, anno del ritiro) che mostrano i suoi record più
significativi.
Sachin Tendulkar è al 1° posto come
numero di run (punti) sia nel formato Test Match della durata di 5 giorni, sia
nel formato One Day di un giorno solo.
Nei test match ha accumulato
l’esorbitante cifra di 15.921 run distanziando il 2° in classifica, il
fortissimo australiano Ricky Ponting, di più di 2.000 corse (e lo stesso
Ponting, fermo a 13.378, ha chiuso la propria gloriosa carriera pochi anni
prima di Tendulkar).
Ancora più dominanti sono le
statistiche riguardo le partite da un giorno, con Tendulkar attestato a quota 18.426
corse mentre il 2°, di nuovo Ricky Ponting, ne ha segnate 13.704
Ma il record dei record, considerato
impensabile prima di lui, e dopo di lui, è stato segnare almeno 100 punti, notevole
prodezza chiamata hundred, in un match internazionale per ben 100 volte,
impresa per la quale è stata coniata l’espressione inglese a hundred of
hundreds, un centianio di centinaia.
Anche in questo caso il confronto con
i secondi in classifica è impietoso: nei test match Tendulkar ha segnato 51
hundreds mentre il secondo è il sudafricano Jack Kallis fermo a quota 44 (ed
anche lui ha da poco terminato la carriera internazionale); nei One Day,
Tendulkar 49, mentre Ricky Ponting è fermo a 30 hundreds.
Come risultato complessivo Tendulkar
100, Ponting, 71, Kallis, 61.
Tra gli altri record, merita
senz’altro una citazione l’essere stato il primo battitore, in circa 40 anni di
storia del formato di cricket ODI, a raggiungere la quota di 200 punti in un
incontro.
Altri numerosi record portano il nome
di Sachin Tendulkar nelle statistiche che riguardano i campionati mondiali, dei
quali ha preso parte a ben 6 edizioni, raggiungendo una volta la semifinale e
due volta la finale.
Maggior numero di run, maggior numero
di hundred, maggior numero di fifty, tra i record più importanti per i
battitori, sono tutti ascritti a Sachin Tendulkar.
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